venerdì 16 aprile 2010

Un candidato incorruttibile per la città sofferente


Della serie cosa vuol dire riuscire a corrispondere il sentire popolare degli elettori del Partito Democratico. Quella che segue e' una sorta di giaculatoria "brunoriana" (noi del Circolo di San Giulaino sappiamo a cosa mi riferisco e sappiamo quanta ragione porta con se'...) di JimmyVillotti (musicista bolognese che non necessita di presentazioni) nella quale solo il lettore piu' disattento machera' di coglierne l'universalita' rispetto a quasi ogni realta' dell'Emilia Romagna (dico quasi perche' gli esempi virtuosi e "propositivamente sperimentali" ci sono, nati proprio nel nostro PD e ne parleremo...). Certo lo shock tutto bolognese della vicenda Del Bono risuona molto forte. Bene, a Rimini, dove ad esempio, l'onda grillina, con tutti i suoi limiti, ha spopolato come in poche altre realta' trae tanta della sua ragione di essere proprio dal comune sentire espresso in questo piccolo frammento. E siccome la lesa maesta' in politica non esiste, a questo diffuso e soffrente sentimento bisogna dare delle risposte.


da Repubblica — 11 aprile 2010 di JIMMY VILLOTTI

UNA città in odore di metropoli. Questa è Bologna. Diventerà un grande centro di cultura e di interessi, attenta a far proprio un certo tipo di controllo sul territorio, dove il rispetto per le comunità prevarrà sulle decisioni e tutele del singolo cittadino. Bologna rivestirà il ruolo di città aperta ad ogni esigenza. Come sempre. Imprese edili costruiranno nuovi quartieri, i vecchi incroci saranno sostituiti da rotonde e rotondine sempre più efficaci nella scorrevolezza, nuovi semafori a tempo frazionato coordineranno il via-vai dei pedoni (che dovranno essere velocissimi per scattare al verde), mentre i vigili urbani attenderanno a sanzioni sempre più specializzate (mi meraviglio come non siano già arrivati alle pene corporali). Quello che un tempo si auspicava nella utopistica "città ideale" è ora alla vista di ogni cittadino: indigeno, pakistano, montenegrino, arabo, circasso, cussita e, perché no, assiro-babilonese. Questa sarà Bologna. Anzi lo è già. Politicamente impostata su forze centriste, dove l' opposizione ha un ruolo compatibile di leggero contrasto sulle decisioni della giunta, che sono e saranno sempre dipendenti al giro di capitali fruiti nelle casse comunali o delle ditte appaltatrici, in misura di una sempiterna girandola d' interessi che con le tasse e i finanziamenti statali darà vita alle cosiddette "grandi opere". Che sono quelle che faranno una Bolognina non più Bolognina, una Casaralta non più Casaralta, un San Ruffillo non più San Ruffillo. Solo una grande importanza per il quartiere fieristico, la stazione, il civis, le monorotaie, gli svincoli, le bretelle, gli allacciamenti e le volture. Nell' economia dei grandi numeri tutto questo tramestìo porterà occupazione, lavoro, immigrazione sempre più pressante ed espansione della città, così che la bella Bologna guarderà all' avvenire? Io che ho amato Bologna fino a trattenerne il veleno; io che ho conosciuto una città pulsante nell' odore periferico più che non nel lezzo della city; io che ne baciavo il suolo quando tornavo dalle turné all' estero, che ne ho vissuto i rantoli della notte... quando ancora non si diceva cultura, ma arte del vivere (nelle sue innumerevoli sfaccettature), io che ho conosciuto l' umanità petroniana: accogliente, un po' superficiale, lavoratrice e ciabattona, bonaria e sognatrice (anche un poco snob)... l' isola felice si diceva... io che dico con convinzione che la parola cultura è retaggio dei sentimentalismi bolscevichi o, neanche tanto paradossalmente, nazionalsocialisti (ricordate Goebbels?), che riempire piazza maggiore con Sting o Zucchero o Elton John non è fare cultura; io che odio qualsiasi forma di-dietrismo; ebbene... non mi prendo fuori cantilenando le parole di un amico disilluso, che diceva: "Schiverò fin dal sottobosco!". Anzi, ora più che mai, combatterò con perseveranza per la dignità del singolo, nella sua entità costitutiva e nel suo diritto ad essere parte dominante di una comunità sana. E voterò un uomo che sia incorruttibile fino alla santità: a cavallo tra un Robespierre e un Leonardo Tucci, il mio amico carrozziere che fa politica dal basso. Altri non ne vedo.

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