venerdì 30 aprile 2010

Con i piedi ben piantati dentro al PD


Nel quadro del congresso riminese del PD, si fanno largo idee che pare possano concretizzarsi (finalmente) in una segreteria. Insomma ci sono davvero, persone e gruppi, che con "metodo e coraggio" si propongono di prendere la guida del Partito Democratico riminese. Qualcuno che "ha qualcosa da dire e non solo qualcuno da mandare a casa".

Sulla ribalta nazionale ce se sono anche altri che vogliono sfidare l'establishment del Pd. Ma tutti dall'esterno. D'altra parte, aver voluto evitare a ogni costo le primarie alle scorse regionali, ha avuto l'effetto di esternalizzare la leadership in regioni chiave (Lazio e Puglia). A noi, che le primaire ci piacciono, non sarebbe successo. Ma tant'e'. E se c'e' un Vendola che pensa in grande fuori dal PD, vuol dire che e' ora che si lasci spazio, all'interno del PD, a chi sa, come Vendola, dare forma alla sintesi tra lavoro politico e comune sentire della gente, stando con tutti e due i piedi per piantati dentro al Partito Democratico.

Comincia la volata per le primarie Pd: con De Magistris e Santoro.

Se gli chiedi cosa voglia fare da grande, se un domani gli piacerebbe diventare il leader della sinistra italiana, Nichi Vendola risponde così: «Molti si preoccupano del mio futuro, ma io penso molto al tempo in cui potrò tornare a dedicarmi alla scrittura delle filastrocche e delle poesie». Una risposta alata, che tiene assieme la verità di una personale vocazione poetica, ma anche la bugia su una ambizione politica che c’è e che, per rispetto degli elettori pugliesi, per il momento è bene soffocare. Nichi Vendola lo sa bene: dopo la vittoria in Puglia, regione proverbialmente di destra, lui è l’unico personaggio della sinistra italiana al tempo stesso nuovo, vincente e con qualcosa da dire che non sia il consueto ritornello anti-berlusconiano. Proprio per questi motivi dietro le quinte - su impulso di Vendola ma anche per iniziativa di personaggi "insospettabili" - c’è un gran tramestio per trasformare il feeling tra il Governatore delle Puglie e una parte dell’opinione pubblica in una vera e propria "Operazione Nichi". L’obiettivo strategico sono le Primarie che il centrosinistra dovrebbe svolgere nel 2012 per scegliere il proprio leader alle Politiche. Ma a prescindere da una competizione popolare che per ora è soltanto molto probabile, intanto si sta lavorando per un primo evento nazionale che dia il là ad una nuova area politica. Nella partita c’è già il professor Ignazio Marino, pericoloso cavallo di Troia in casa Pd, se non altro per la sua capacità di parlare all’area più irrequieta della base democratica. C’è Luigi De Magistris, l’ex pm che si è iscritto all’Idv ma che non perde occasione per distinguersi da Antonio Di Pietro. Ma soprattutto - ecco la sorpresa - indaffaratissimo a far lievitare l’operazione è Michele Santoro, leader di un cospicuo "partito" di opinione chiamato "Anno Zero". L’idea alla quale si sta lavorando è una "convention" da tenersi a Firenze a fine maggio, con i riflettori puntati su quattro personaggi: Vendola, Marino, De Magistris e Santoro. Certo, il format potrebbe subire qualche modifica, ma attorno al nascente "vendolismo" c’è un grande attivismo. A 59 anni Michele Santoro sta rinfrescando - o travestendo? - la sua inossidabile vocazione a far politica, provando tra l’altro a favorire un "cambio di stagione" al "Manifesto". In redazione raccontano che a Santoro non dispiacerebbe un cambio di direzione - stima molto Norma Rangeri, che infatti è spesso ospite di "Anno Zero" - e che potrebbe favorire l’ingresso di nuovi soci nella cooperativa che edita il giornale. Tra quelle che potrebbero rivelarsi fantasie di corridoio, c’è anche l’ipotesi di un Santoro editorialista di un "Manifesto" impegnato a sostenere l’"Operazione Nichi". E Vendola? Quanto feeling c’è tra lui e ognuno dei puntuti compagni di strada che lo stanno affiancando? Prima delle Regionali, Vendola aveva accettato l’invito di Luigi De Magistris a presentare il libro dell’ex Pm. E in quella occasione erano emerse serie differenze tra il giustizialismo a tutto tondo di De Magistris e l’approccio anticonformista di Vendola. Soprattutto quando il Governatore aveva sfidato un pubblico di ben altri sentimenti, parlando bene di Bettino Craxi: «Non si può ridurre la sua vita politica ad una vicenda giudiziaria», fece bene a dire di no agli americani a Sigonella, ma anche a «far di tutto per salvare Aldo Moro, perché niente vale di più della vita umana». E Vendola è personaggio che non si lascia incasellare neppure nell’anticlericalismo di maniera di certa sinistra. Eccolo partecipare l’altro giorno alla processione della Madonna di Terlizzi, ma anche spiazzare tutti quando - nei giorni in cui il Vaticano sopportava lo scandalo pedofilia - Vendola ha confessato al "Corriere della Sera": «E’ stato forse più facile dire la mia omosessualità alla Chiesa che al partito». Ma ciò che lo rende diverso dai suoi compagni di strada è la sua idea-forte: «Il berlusconismo è una egemonia culturale, la capacità di proporre sogni, è stato un errore tragico demonizzarlo. Per batterlo non serve un Berlusconi rosso, bravo a comunicare, ma bisogna indicare al Paese le strade di uscita dalla crisi».

1 commento:

  1. In politica sarebbe sempre opportuno scegliere tra quello che ci piace e quello che può funzionare, se si parte dal presupposto che l'obbiettivo alla fine è vincere e non solo testimoniare una presenza.Per farlo occorre avere un programma serio,capace di toccare anche quei punti sensibili sui quali la sinistra esprime spesso posizioni reticenti o contraddittorie come la sicurezza,la produttività e l'efficenza del pubblico impiego scuola compresa,il costo della politica,la trasparenza della cosa pubblica,il clientelismo,la democrazia interna al PD e via dolendo.Ma occorre anche attaccare Berlusconi su tutti i fronti ricordando a tutti la sua storia politica e imprenditoriale per arrivare in piedi alle prossime elezioni politiche non sfiancati da inciuci e compromessi.I 4 mi piacciono ma non abbastanza da pensare che ce la possono fare.Ce ne sono anche altri a partire dal TRIDENTE...Per cui diamoci da fare,il tempo non ci manca e ieri sera anche Bersani che ha i suoi bei problemi, ha tirato fuori il carattere.Bene.La competizione è aperta e le primarie alla fine risolveranno il problema anche se non è detto che ci porteranno alla vittoria.Resta il fatto che quello che facciamo non è abbastanza e se non miglioriamo la nostra capacità di agire politicamente e di svecchiarci non ci resta altro che confidare nelle debolezze dell'avversario più che sulle nostre virtù.

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