lunedì 12 dicembre 2011

LA RETORICA NON AIUTA A PENSARE

Bisognerà analizzare bene quali cambiamenti profondi porteranno nel tessuto sociale i provvedimenti che il Parlamento sta per approvare. Nella speranza, più o meno fondata che le misure contribuiscano in tutta fretta a salvare l’Italia dalle manovre della speculazione finanziaria che ci sta(va) per mettere in ginocchio. Sarebbe peraltro interessante approfondire la questione chi e da dove si manovrano le transazioni finanziarie contro l’euro. Non c’entra nulla la finanza made in Usa? E i fondi cinesi? Ma questo è un altro discorso e quindi lasciamo stare.
Prendiamo il tema delle pensioni. Allungare l’età lavorativa per risparmiare risorse, vuol dire , al di là dello stato di necessità in cui si agisce, non tenere conto che le persone subiranno un colpo alla loro vita. Pensavano di poter cambiare passo, cedere a qualcun altro il testimone delle responsabilità economiche sia sul lavoro ma soprattutto in famiglia ed invece gli viene detto che debbono rimanere lì dove sono e non pensare a fare un passo indietro. Le donne che pensavano di poter aiutare le figlie, accudendo i nipoti, non possono smettere di lavorare e forse le figlie dovranno lasciare il lavoro, perché pagare un asilo non conviene, visto che i tagli ai comuni per la spesa sociale ribaltano i costi sulle famiglie.
Cambia tutto e con una velocità che lascia senza parole e che costringe ad adeguarci in fretta, senza mediazioni e ripensamenti.
I giovani vedranno i posti bloccati dai padri e dalle madri che non escono dal lavoro, seppure ormai stanchi e disillusi.
E’ questo, in simili condizioni, un Paese che può crescere?
Come e in quali settori sviluppare la crescita? Ammesso che questa parola abbia ancora un senso.
Visti i danni che fin qui ha provocato l’idea di svilupparsi crescendo.
E’ un modello di sviluppo, l’assetto sociale complessivo che non tiene più.
Tentare di rimettere insieme i pezzi dopo che il sistema è esploso, non mi pare né che serva né che sia una grande idea.
Vedremo come cambierà, non immaginare verso dove e a vantaggio di chi, di solito non aiuta.
Non è che gli effetti saranno neutri…qualcuno ci guadagnerà e altri ci rimetteranno.
Ecco perché, a mio avviso la retorica del salvare il Paese, non aiuta, perché è come una notte in cui tutte le vacche sono nere….ma sappiamo per esperienza che non è così.

Alberto Rossini

venerdì 2 dicembre 2011

Sull'amministrazione di rimini

Sono sempre stato convinto che Rimini sia stata governata negli ultimi decenni,complice un progressivo allontanarsi dei cittadini dalla partecipazione alla vita politica,da un sistema di potere costituito da politici (centrosinistra e cosiddetta opposizione di centrodestra) e da forze economiche che hanno individuato nella crescita edilizia senza limiti il motore della nostra economia.Un perfetto sistema consociativo, efficiente e funzionale.

I risultati sono evidenti a tutti i riminesi:una citta’ cementificata fino all’inverosimile,un traffico caotico e fuori controllo,una qualita’ dell’aria sulla quale e’ meglio soprassedere,una quantita’ di verde per abitante al di sotto della decenza e un circondario che prima era una campagna fertile e produttiva e ora e’ un ininterrotto susseguirsi di casette a schiera,condomini e capannoni,per lo piu’ vuoti e improduttivi.

A conferma di cio’ leggo sul Corriere l’intervista a Ravaglioli capogruppo pdl al Comune dove l’ “oppositore” ,con una ingenuita’ fin troppo sospetta, rimpiange i bei tempi in cui in Comune vi era (testuale) “un rapporto sinergico con l’opposizione (che) facilitava l’attivita’ amministrativa”,dove si confessa vedovo inconsolabile di Melucci che “sulle grandi scelte coinvolgeva” e non era cattivo e dispotico come Gnassi che ha messo nel cestino dei rifiuti il project per il lungomare lanciando (sono sempre parole del fiero oppositore) un messaggio devastante.

Sempre sul Corriere leggo che vi sarebbe attrito nel PD fra Gnassi,che vorrebbe dire basta allo sviluppo quantitativo della citta’ e al consumo del territorio(come promesso agli elettori in campagna elettorale) e quella parte del partito che vuole continuare a governare come negli ultimi decenni a riprova che nel mondo della politica la corrente del mattone gode di buona salute e di robusto appetito.

A questo punto io,che ho dato il mio voto a Gnassi fra dubbi e incertezze perche’ scottato da precedenti esperienze negative, mi gratto la testa sconcertato:oddio,non sara’ mica che stavolta ho votato la persona giusta?

Gilberto Mangianti

venerdì 18 novembre 2011

IL 26 NOVEMBRE A RIMINI: ITALY LOVE IT OR LEAVE IT!

SABATO 26 NOVEMBRE ORE 17.00
CINETECA COMUNALE
VIA GAMBALUNGA 27 | RIMINI


ANTEPRIMA RIMINESE E INCONTRO CON I REGISTI DI
ITALY LOVE IT OR LEAVE IT
di e con Gustav Hofer e Luca Ragazzi

Andarsene o rimanere per combattere?
Dopo il successo di Improvvisamente l’inverno scorso Gustav e Luca tornano a Rimini ospiti del Circolo PD di San Giuliano e del Circolo ARCIGAY Alan Turing Rimini per raccontarci il loro viaggio nell’Italia della crisi non solo quella economica, ma quella etica, quella politica, quella di intere generazioni ferme a un bivio.


Qui il trailer del film: http://www.youtube.com/watch?v=NnyFhSi5tPc
E qui: il link al sito www.italyloveitorleave.it

Andarsene o rimanere per combattere? Dopo il successo di Improvvisamente l’inverno scorso Gustav e Luca tornano a Rimini ospiti del Circolo PD di San Giuliano e del Circolo ARCIGAY Alan Turing Rimini per raccontarci il loro viaggio nell’Italia della crisi non solo quella economica, ma quella etica, quella politica, quella di intere generazioni ferme a un bivio.

...per farvi un pò di curtura:

Qui trovate il trailer del film.
E qui: il link al sito di Italy Love it or leave it


Dopo la visione ci confronteremo con i registi: parleremo del film certo, ma soprattutto di noi, di come dalla crisi ne vogliamo uscire, di come cambiare o – come detto nel film - di come combattere per un'Italia migliore.


Ovviamente INGRESSO LIBERO


A sabato!

Un evento di PD di San Giuliano Circolo ARCIGAY Alan Turing Rimini

lunedì 7 novembre 2011

IL COMUNE DI SANTARCANGELO ADERISCE ALL'APPELLO DI EMERGENCY e ANCI


Il 14 agosto, alle ore 17.00 locali, un operatore di EMERGENCY è stato prelevato a Nyala, capitale del sud Darfur, mentre si trovava in auto diretto all’aeroporto della città. Francesco Azzarà, 34 anni, è alla sua seconda missione a Nyala come logista del Centro Pediatrico che EMERGENCY ha aperto in città nel luglio 2010.

EMERGENCY ha immediatamente attivato in Darfur e a Karthoum tutti i contatti a sua disposizione e ha altresì informato il ministero degli Affari Esteri italiano.

Un team di EMERGENCY sta seguendo gli sviluppi della situazione ed è in costante contatto con al famiglia, le autorità sudanesi e quelle italiane.

EMERGENCY chiede la liberazione immediata di Francesco Azzarà e auspica piena collaborazione di tutti coloro che possono aiutare ad arrivare a un esito positivo di questa vicenda.

EMERGENCY chiede aiuto ai cittadini, ai media e alle istituzioni di mobilitarsi per la sua liberazione, esponendo la foto di Francesco sui palazzi delle istituzioni, partecipando e rilanciando le iniziative che EMERGENCY organizzerà.



“L’appello - promosso da Emergency e dall’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) - è indirizzato alle maggiori Autorità dello Stato italiano e della nostra Regione perché intervengano presso il governo sudanese e le rappresentanze politiche e della società civile sudanese in Italia, affinché si adoperino pienamente - scrive il sindaco Morri - quali intermediari con il loro Paese per la liberazione di Francesco Azzarà”. Il sindaco di Santarcangelo, a nome dell’Amministrazione comunale, ha ribadito la vicinanza della città a Francesco Azzarà, alla sua famiglia e ad Emergency, da anni impegnata ad offrire cure mediche gratuite alle vittime civili delle guerre di tutto il mondo.

Il silenzio stampa necessario a tutelare la famiglia – prosegue il sindaco Morri nella sua lettera - non deve tradursi in silenzio istituzionale. Proprio per mantenere alta l’attenzione sulla vita di un giovane che ha scelto di operare in modo diretto per diffondere pace e solidarietà, la foto di Azzarà con la scritta “Liberate Francesco” comparirà sul sito del Comune fino al giorno della sua liberazione.

domenica 23 ottobre 2011

PIAZZA ANTIFASCISTA!

giovedì 13 ottobre 2011

IL PD SANGIULIANO PER L'ITALIA SONO ANCH'IO




Sabato dalle 9.00 alle 13.00 al Ponte di Tiberio il PD San Giuliano inizia la raccolta di firme a sostegno delle 2 leggi di iniziativa popolare: per la nuova cittadinanza e il voto alle amministrative ai cittadini migranti residenti da oltre 5 anni in Italia.



La campagna nazionale è promossa da 19 organizzazioni della società civile: Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, Comitato 1° Marzo, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 - Seconde Generazioni, Tavola della Pace e Coordinamento nazionale degli enti per la pace e i diritti umani, Terra del Fuoco, Ugl Sei e dall’editore Carlo Feltrinelli. Presidente del Comitato promotore è il Sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio.

mercoledì 5 ottobre 2011

ANDATE SU WIKIPEDIA, E INDIGNATEVI...

Da ieri notte vi sarà magari già capitato di cercare qualsiasi termine su wikipedia in italiano, ma il browser vi ridà sempre e solo il documento che segue. Se cercate in qualsiasi altra lingua invece nessun problema. Del resto solo in Italia - tra i paesi occidentali - si sta per discutere in parlamento il ddl intercettazioni.

Cara lettrice, caro lettore,

in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.

Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.

Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.

Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.

Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato.

Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l'introduzione di una "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.

In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l'intera pagina è stata rimossa.

L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell'Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l'abbiamo conosciuta fino a oggi.

Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell'onore e dell'immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall'articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.

Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".

Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?

Gli utenti di Wikipedia

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Il Disegno di legge - Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., p. 24, alla lettera a) del comma 29 recita:
«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»

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Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Articolo 27

«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»

sabato 1 ottobre 2011

Dalla periferia dei partiti al centro della politica



“Non dobbiamo pensare, tuttavia, a una deriva inevitabile. La crisi dei partiti personali ha, infatti, sollecitato la reazione di molte "persone", che agiscono nella società civile e sul territorio, ma anche alla periferia dei partiti. Ne abbiamo avuto esempio in occasione delle amministrative e dei referendum. Da ciò la speranza - e qualcosa di più. Che le persone di buona volontà e i mille segmenti del movimento invisibile cresciuto in questi mesi non si rassegnino”.
Ilvo Diamanti

In un momento di crisi non soltanto economica, il Partito Democratico, soprattutto nelle sue realtà periferiche (federazioni territoriali e circoli) può realizzare azioni reali di cambiamento a costo zero proponendo non solo enunciati, ma comportamenti concreti.

1. Rapporto partito e Amministrazioni


La crisi e le manovre del governo mordono principalmente su due fronti: quello delle famiglie e quello delle amministrazioni.

In questi anni di opposizione parlamentare le amministrazioni locali sono state giocoforza l'elemento più significativo della nostra vicinanza alla comunità di cui facciamo parte: sia per la concreta visibilità delle nostre scelte, sia per l'immagine a livello nazionale di un PD diviso e indeciso a causa di correnti e fazioni in perenne contrasto tra loro.

Sul nostro territorio – nonostante ciò – abbiamo assistito e stiamo assistendo a notevoli criticità che non sono riconducibili soltanto alle difficoltà che già i nostri sindaci devono affrontare per problemi di bilancio, ma difficoltà che nascono dal nostro interno e che dunque si aggiungono fino a segnare la fine di esperienze amministrative, difficoltà che nascono da una mancanza di unità che non riguarda solo la normale dialettica politica interna, ma che riguarda piuttosto uno schema di rivalsa costruito su fazioni e che si scarica sistematicamente sulle amministrazioni.

E se il PD non può essere visto come un comitato elettorale è anche vero che un partito non è fatto per tenere in scacco un'amministrazione. Non si tratta di liberare chi ci amministra dal confronto leale sia col proprio partito, sia con la propria maggioranza (anzi meno yes-man e yes-woman meglio è) ma dalla navigazione a vista a cui spesso sono costretti. In gioco c’è il rapporto, anzi la correttezza del rapporto tra partiti ed istituzioni. La confusione può andare solo a danno delle seconde e, quindi, del sistema democratico.

Sinteticamente: fare o voler fare l'amministratore degli amministratori non è un ruolo naturale di un partito, così come non lo è quello di essere impegnati prevalentemente a tessere legami con i piccoli partiti di cui si finisce per stare sotto ricatto se, come ancora prevalentemente avviene, le relazioni non si basano sugli obiettivi programmatici, ma su di un consenso ottenuto in cambio spesso di nomine.

Le amministrazioni locali sono il primo strumento per realizzare l'alleanza con i cittadini – quel nuovo civismo che sta tanto a cuore al PD – prima che un'alleanza e un equilibrio tra coalizioni, partiti o correnti interne.

Liberiamo le istituzioni restituendo al Partito il suo ruolo di elaborazione dei valori, di sintesi del dibattito, di formazione politica e culturale, di ricerca del confronto nella società e non solo nelle stanze.

Comportamento:
C'è un processo di selezione della leadership ampiamente codificato (le primarie aperte) che ci impegniamo a perseguire e poi un processo di costruzione del progetto politico in cui riconosciamo in primo luogo i contenuti per costruire l'alleanza con i cittadini. Sotto quest'ottica va ripensata la strategia: tutto ciò che riguarda le alleanze e le coalizioni vanno discusse apertamente nei circoli, tutto ciò che compete per ruolo, regolamenti e facoltà agli amministratori è materia degli amministratori. Il PD fa un passo indietro su tutto ciò che non gli compete (es. le nomine) per fare un passo avanti su ciò che è propria prerogativa: la costruzione chiara del progetto politico per avere più coraggio nelle decisioni chiave (vedi punto 3).

2. Referendum, Partecipazione, Primarie per i parlamentari

Al di là del merito dei quesiti, la stagione referendaria ci mostra come anche il principio su cui ci siamo costruiti – quello della partecipazione – si stia realizzando altrove. Con una risposta inizialmente tiepida da parte della dirigenza del PD (non invece quella dei circoli o di ciò che chiamiamo base ma che di fatto è il PD) salvo le adesioni personali, numerose ma a schema assai sparso. Correggere questa timidezza è l'impegno di una segreteria contemporanea, avendo il coraggio di posizioni anche originali e fuori dagli schemi, aprendo la discussione ai livelli superiori e – nel caso – compiere anche scelte non scontate.

Per molti circoli aver agito per l'abrogazione del porcellum con l'obiettivo di ridare voce al nostro elettorato è stato dunque un passaggio cruciale. Mettersi al servizio di questa iniziativa è stato e sarà innanzitutto un modo per cogliere le opinioni e le aspirazioni dei cittadini perchè dietro a quella firma apposta da gente di ogni ceto, età e formazione – e che magari non ha al primo posto dei propri problemi il sistema elettorale - c'è una voglia forte di cambiamento che il PD deve cogliere e interpretare, farlo senza distinguo e senza remore per liberare le energie che ha.

Comportamento:
Nonostante dunque le remore, riconosciamo come nel PD più che altrove si deve realizzare questo processo permanente di partecipazione, e farlo in chiave non populistica come invece avviene per altre formazioni partitiche. La partecipazione in massa alla raccolta firme di quest'ultimo referendum non è che l'ulteriore spia del cambiamento che chiediamo. Ci impegniamo sin da ora a sostenere – se ci sarà – la partecipazione al referendum per il raggiungimento del quorum, senza arrivare ad aderire all'ultimo.
Ma soprattutto per dimostrare ai cittadini la reale – e non demagogica - vocazione democratica del nostro partito, ci impegniamo ad andare oltre:
nel caso non si arrivasse a fine legislatura ad avere una nuova legge elettorale che torni a far scegliere i cittadini i propri referenti in parlamento, come PD ci impegniamo a sostenere iniziative concrete e cioè costituire le nostre liste attraverso le modalità delle primarie aperte, fosse anche come scelta territoriale.

3. Conquistare il consenso, uscire dalla difensiva

Ma la funzione del PD non è solo quella, pure essenziale, della scelta della leadership. A fronte di altre realtà politiche che di fatto si identificano con il leader (da Berlusconi a Di Pietro), il PD, per contro, non può essere il partito degli apparati, autoreferenziali dove il confronto viene sostituito da un gergo rituale sempre più distaccato dal sentire comune. A cosa serve avere una segreteria, una direzione, un insieme di circoli se poi non circolano le idee, le opinioni, non cresce una cultura politica di identità ed appartenenza, motivata e consapevole?

Il nostro obiettivo politico deve essere quello di riempire i circoli di persone, di quelle che vivono in quei territori che vogliono innanzitutto riconoscersi in un partito, soprattutto in un partito di centro sinistra, prima di votarlo.

Comportamento:
Spostiamo l’ambito del confronto, dalla irritante polemica mediatica, alimentata da esigenze di schieramento che men che mai può interessare i cittadini, passiamo alla “chiamata” dei cittadini che oggi chiedono meno partito e più partecipazione. Stabiliamo una tabella di marcia, un calendario con all’odg tutti i temi più difficili su cui il partito, la città, il Paese dovrà fare le sue scelte (solo per citarne alcuni a ruota libera: 1) province sì, no, forse? 2) lavoro, ha ragione la cgil, ha ragione confindustria, c'è una terza ragione? 3) tassa di soggiorno, utile, necessaria, dannosa? 4) testamento biologico, valore civile, coscienza individuale? 5) legge contro l'omofobia, una vergogna che non ci sia, un argomento non prioritario? 6) antifascismo, valore storico, esigenza attuale, connotato acquisito, a rischio, 7) I nuovi Italiani è un fatto di Integrazione o di sicurezza?..)

Documento congressuale del Circolo PD di San Giuliano
MIGLIORARE E' PARTECIPARE

venerdì 30 settembre 2011

1.210.466

E' "un miracolo popolare". Il comitato Referendario consegnerà oggi alle 12 in cassazione 1.210.466 Firme, raccolte in soli due mesi, per chiedere l'abrogazione del porcellum.

UN NUMEROSISSIMO COUNT DOWN


(ANSA) – ROMA, 29 SET – ‘Stiamo lavorando e conteremo fino all’ultimo. Al momento possiamo solo dire che le firme sono una quantita’ di gran lunga superiore alle migliori previsioni’.

Cosi’ Arturo Parisi (Pd), risponde a chi lo interpella alla vigilia della consegna in Cassazione delle firme sul referendum per l’abrogazione della legge elettorale.(ANSA).

giovedì 29 settembre 2011

UN POST A RETE UNIFICATA



Nel ddl intercettazioni c’è anche il comma 29 – cosiddetto ammazza blog – che prevede l’obbligo di rettifica entro 48 ore e mette i blog allo stesso livello dei media main stream, di fatto una equiparazione tra il blog e il giornalismo su carta stampata o radiotelevisivo o tra il blogger e il giornalista. La norma galleggia in uno spazio tra l'ignoranza assoluta delle nuove tecnologie e una deliberata volontà di censurare. Del resto esistono diversi blog dai professionali agli amatoriali e tutti hanno in comune la libera circolazione dell'informazione, il commento, il ragionamento aperto, condiviso e libero (web-log appunto).
Con il comma 29 si vuole introdurre più che una spada di Damocle sulla testa del blogger, di fatto si uccide la libertà di espressione a mezzo web. Apparentemente si tratta dell'estensione del diritto di rettifica anche ai blog: ovvero l'obbligo di rettificare come per le testate giornalistiche, entro 48 ore dalla richiesta con multa, in caso di non avvenuta rettifica, di 12.000 euro. Una sanzione alta per qualsiasi blogger, il quale invece di far circolare con libertà l'informazione, sarà costretto ad una autocensura. Va subito precisato come un blog, diversamente dalle testate giornalistiche, non ha un'organizzazione quotidiana, non ha un direttore responsabile, non ha insomma e ovviamente quella struttura professionale e stabile capace per esempio di gestire con tale tempismo (48 ore) la richiesta di rettifica, con l'aggravante che basterebbe una semplice mail di richiesta per far scattare il conto delle 48 ore. Insomma un meccanismo piuttosto rischiosetto per un blogger.

Ma vediamo perchè questa norma - apparentemente innoqua - è così devastante per il mondo dei blogger, aderendo alla campagna proposta da Valigia Blu con il post a rete unifiata che segue:


UN POST A RETE UNIFICATA

Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?

Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.

Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi.

Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione?
La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito.

Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto?
La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata.

Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false?
E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.

Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica?
La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.
Sono soggetti a rettifica anche i commenti?
Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica.

martedì 27 settembre 2011

Una bella idea per Venerdì. Dalle 18.

Una risposta civica al degrado e al razzismo. Con qualcosa di colorato.

domenica 25 settembre 2011

1013 FIRME CONTRO IL PORCELLUM



Si è conclusa Sabato 24 settembre la raccolta firme del Circolo PD San Giuliano per l'abrogazione del Porcellum. 1013 le firme autenticate dal nostro consigliere Carlo Mazzocchi.

giovedì 22 settembre 2011

CONGRESSO DI CIRCOLO

Ricordiamo che oggi
22 settembre 2011 alle ore 21
presso la sala provinciale del Buonarrivo in corso d'Augusto 231 / Rimini
è convocata l'Assemblea Congressuale del Circolo San Giuliano.

programma:
ore 21:
insediamento della presidenza, presentazione della candidatura a segretario Provinciale PD e dibattito

ore 22
apertura seggi per la votazione

ore 23.30
chiusura seggi e spoglio schede

lunedì 19 settembre 2011

PD SAN GIULIANO PER IL REFERENDUM CONTRO IL PORCELLUM



REFERENDUM, ULTIMI GIORNI PER LA RACCOLTA FIRME: UNO SFORZO CONCRETO PER ANDARE OLTRE ALLE ADESIONI “A TITOLO PERSONALE” E CONTRIBUIRE A CENTRARE L'OBIETTIVO.

Lo scorso Sabato mattina, con un semplice tavolino e i moduli nel Borgo San Giuliano ho partecipato come consigliere comunale presente per l'autenticazione, a uno dei banchetti di raccolta firme per il referendum contro il porcellum organizzati dal mio circolo (quello di San Giuliano) che come struttura territoriale del PD ha ufficialmente preso contatti con il comitato referendario nazionale e sta appoggiando la raccolta firme. Sono state raccolte in mia presenza oltre 250 firme nel giro di 3 ore e non eravamo in piazza o in altro posto centrale.

Mettersi al servizio di questa iniziativa è innanzitutto un modo per cogliere le opinioni e le aspirazioni dei cittadini che oggi paradossalmente possono esprimere la preferenza su chi  mandare in consiglio comunale ma non su chi mandare in parlamento: inoltre, dietro quella firma apposta da gente di ogni ceto, età e formazione – e che magari non ha al primo posto dei propri problemi il sistema elettorale - c'è tuttavia una voglia forte di cambiamento che anche il PD deve cogliere e interpretare.

Inoltre appoggiare ufficialmente la raccolta firme anche da parte di strutture territoriali del PD, per superare l'adesione a “titolo personale” (che pur conta a Rimini molti amministratori e importanti referenti politici del PD stesso) oggi ha una motivazione concreta oltrechè ideale.
In questi ultimi giorni si tratta di compiere uno sforzo organizzativo che vada oltre l'adesione personale, per dare un contributo concreto e organizzato: questo contributo può fare la differenza. E' necessario superare ampiamente le 500 mila firme, si parla di almeno 600/700 mila come numero necessario per superare il livello di sicurezza nella convalida delle stesse.

La raccolta iniziata nel mese di agosto dal comitato referendario ha avuto e sta avendo una risposta più che positiva, soprattutto se rapportata al periodo di vacanza. La persone firmano, cercano i banchetti, chiedono informazioni su come far firmare amici e parenti che ancora non l'hanno fatto. L'informazione non è tanta, molta invece è la volontà. Più capillare è la raccolta, più facile sarà che le persone possano firmare. Ogni circolo ha un suo consigliere comunale di riferimento e così è importante organizzare punti di raccolta vicino ai luoghi in cui le persone vivono, lavorano, passano il tempo libero.

Martedì 20 (mattina) saremo al mercato coperto, Mercoledì 21 (mattina) di nuovo al ponte di tiberio col Circolo di San Giuliano, sabato assieme ai giovani del PD Riminese in piazza tre martiri. Si può moltiplicare questa presenza sul territorio, in provincia abbiamo oltre 50 circoli che si possono attivare in queste ultime giornate di raccolta.

In ultimo, aggiungo poi che il PD potrà fare un passo in più: nel caso, successivamente la raccolta e il referendum non si arrivasse a fine legislatura ad avere una nuova legge elettorale che torni a far scegliere davvero i cittadini i propri referenti in parlamento, come partito possiamo mettere in campo soluzioni che ci devono sempre più contraddistinguere come l'impegno a costituire le nostre liste attraverso le modalità delle primarie aperte.

Carlo Mazzocchi
Consigliere Comunale PD / Rimini.

venerdì 19 agosto 2011

RICAPITOLANDO

giovedì 18 agosto 2011

FANTAPOLITICA: LA MANOVRA-BIS APPRODA AL SENATO


...E poi ti ricordano sempre: "Mai cedere al populismo da critica del menù della camera, mai cedere all'antipolica...". E' tutto vero: più che antipolitica, qui c'è la fantapolitica (nel senso del fantasma).

p.s.
Magra consolazione, ma pur sempre consolazione 2 dei 3 democratici stacanovisti (4 con Vannino Chiti alla presidenza di turno) li conosciamo bene: una è la Bastico, l'altro è Lionello Cosentino ospite del nostro circolo 2 anni or sono (qui).

mercoledì 17 agosto 2011

MEGLIO SCILLIPOTI DI QUELLA SCIENZIATA LA'...

Il momento è certamente difficile, critico, complicato se si è al governo e non si sa che pesci prendere per salvarsi la faccia, ma qualcuno avrebbe fatto meglio a restare sull'albero di pontida.

"Viviamo ancora dominati da bassi impulsi, come cinquantamila anni fa. Perché il nostro cervello ha una componente arcaica e limbica (che ha sede nell'ippocampo) che è aggressiva, emotiva e affettiva ed è quella che ha permesso all'australopiteco di salvarsi, quando è sceso dagli alberi e ha affrontato il mondo. L'altra componente, cognitiva e neocorticale, è molto più recente e corrisponde alla fase dello sviluppo del linguaggio. Purtroppo questa parte non riesce ancora a controllare quella più antica che, anzi, nei momenti estremi (guerre, crisi, carestie) torna dominante. Sono le condizioni ambientali, in definitiva, a metterla in funzione: nei regimi totalitari, per esempio, l'attività del cervello arcaico è al massimo".
Rita Levi Montalcini intervistata da Cristina Mochi per Repubblica (2009)

lunedì 15 agosto 2011

L'ULTIMO PONTE


In quest'ultimo ponte di Ferragosto possiamo guardare al prossimo futuro, a che ci aspetta.
Se si fosse nelle possibilità di poter sperare, desiderare quello che vorremmo potrebbe essere questo:

Innanzitutto che il popolo degli indignati (in questi giorni agostani in fibrillazione sotto gli ombrelloni delle varie località) riesca a trovare la sua via per trasformare per davvero la rabbia - o la passione - in cambiamento. E che contemporaneamente il centro-sinistra (PD in testa), avanzi immediatamente le sue proposte chiare e nette per affrontare i cambiamenti necessari, e faccia di queste proposte la parte centrale di un programma elettorale chiunque sarà poi chiamato a governare il paese.

Alcune di queste proposte sono già note e sono buone (come la tassazione sui capitali rientrati dai paradisi fiscali) altre sono nell'aria e devono essere organizzate meglio e soprattutto deve essere chiaro che non graveremo sui redditi da lavoro ma in modo stringente sulle rendite: la patrimoniale (non una tantum, ma in ogni finanziaria sui grossi patrimoni), una tassa veramente progressiva sugli immobili e le proprietà (ovviamente proprietà della chiesa incluse, almeno quelle che producono profitto), tracciabilità di ogni pagamento unito alla possibilità però di scaricare tutte le spese dal più piccolo scontrino, tagli alla spesa centrale della PA (vale a dire le spese ministeriali ma soprattutto a quelle strane ingenti liquidità su certi capitoli di spesa che in questi anni sono stati tristemente noti come la disponibilità economica e d'azione gestita dal superministro Bertolaso) e non più a quella "federale" (come è stato detto le regioni pesano il 16% mentre nella manovra i tagli vengono sostenuti per un 50%...): ciò si rende necessario oltretutto perchè la gestione locale delle risorse risulta oggi molto più controllabile da parte dei cittadini, se non altro per il sistema di elezione delle amministrazioni locali rispetto a un parlamento di nominati.

Per cui ultimo punto: legge elettorale e indennità.
Ci sono dei quesiti referendari per i quali - se questa volta ci si impegna tutti - sarà possibile votare il prossimo parlamento con una legge elettorale che permetta la scelta diretta della persona che ti rappresenta, una soglia invalicabile di numero massimo di mandati (per il resto ci sono i senatori a vita) oltre che, le primarie per legge.
E' un passaggio necessario, perchè i prossimi anni saranno durissimi: non si tratta di superare un ciclo, ma di un cambiamento necessario (nel nostro piccolo epocale) e per far ciò abbiamo bisogno di un forte consenso sulle scelte soprattutto su quelle a lungo periodo ma che richiedono scelte impopolari sin da subito. Per questo la credibilità sulla classe politica che ci guiderà è decisiva: se i cittadini non ritengono questa classe politica credibile, al di là del menù della camera e del senato, è perchè sanno che nessuno l'ha scelta. Purtroppo è così.
Sulle indennità - già prima di una legge che probabilmente non verrà in tempo utile- si può partire dai nostri, da quelli di centro-sinistra, se sembra equo agganciarla agli standard europei, troviamo il modo per "dare indietro" la quota che eccede se e quando eccede. E troviamo il modo soprattutto di informare l'elettorato di ciò.

E' adesso il momento di un programma elettorale e di una classe politica nuova che non faccia vedere solo la fine di un incubo, ma l'inizio di un modello di patto sociale nuovo, deve dirci - o magari meglio decidere assieme - come e dove usciremo trasformati da questo lunghissimo periodo di crisi. Non solo la soluzione di un problema, insomma, ma la visione della nostra trasformazione, finalmente.
Da nord a sud, dall'operaio al commerciante, dalla studente al pensionato c'è un paese oggi unito dall'incertezza e dalle paure sul futuro, in questo dramma collettivo, in questo brutto filo rosso, bisogna vederci l'opportunità per reagire dicendo a chiare lettere come vogliamo cambiare, chi vogliamo che contribuisca - di più e finalmente - a pagare quel che c'è da pagare e rifondare il nostro paese. E' l'opportunità per chiarire una volta per tutte e finalmente che non siamo tutti uguali poi scelgano gli italiani, per noi chi ha di più - oggi, domani e dopodomani - deve pagare di più, forse anche molto di più.

Il programma alternativo del PD e della sua coalizione (che è ora si materializzi), quello fortemente alternativo che è nell'aria, deve approdare su un documento prima possibile, perchè come questo 15 Agosto, è evidentemente l'ultimo ponte per andare al sorpasso di questo ventennio che ci ha visto sprofondare in vario modo, è l'ultimo ponte per salvare quel che rimane del nostro patto sociale e poi da lì ripartire.

venerdì 12 agosto 2011

SALVATE IL SOLDATO BOSSI


Salvate il soldato Bossi, dalla sua maggioranza e da se stesso.
O con le parole di Cesare Damiano:
"La sentinella-Bossi vigila sulle pensioni: speriamo che vada meglio dell'ultima volta nella quale, nonostante le minacce della Lega, ci siamo ritrovati con l'aumento a 65 anni dell'età pensionabile delle donne anche nei settori privati e con l'anticipo al 2013 dell'aggancio dell'andata in pensioni all'aspettativa di vita. Nonostante i proclami leghisti questo governo ha già massacrato la previdenza e minaccia di introdurre la libertà di licenziamento nel mercato del lavoro: si tratta di misure odiose che, in tempo di crisi, colpiscono ancor più duramente i ceti più deboli".

mercoledì 10 agosto 2011

LA POLITICA PER DEFAULT #2



Così, questa mattina, l'apertura dell'editoriale di uno dei principali quotidiani della sinistra:
"E' difficile dire se gli italiani stiano perdendo la loro fiducia in Silvio Berlusconi più di quanto i mercati finanziari ne stiano perdendo nell'Italia [...] Ma ciò di cui l'Italia soffre in misura maggiore non è tanto un enorme debito, quanto piuttosto un superdeficit di leadership politica".
Financial Times

lunedì 8 agosto 2011

IL BUIO OLTRE LA SIEPE: GLI ALTRI SIAMO NOI



"Dopo Pontida, abbiamo posto fine al sequestro dei beni ai cittadini che non potevano pagare le multe. Abbiamo messo un freno ad Equitalia, perché, cari Berlusconi e Tremonti, chi non paga non è un delinquente, ma solo uno che si trova in difficoltà"
Questo è Bossi, ad una delle Feste Padane di questa estate Bollente.

Nel tempo del commissariamento di fatto del governo Italiano da parte delle potenze dell'eurozona, nel tempo di una schizofrenica sequel di aperture e chiusure del Parlamento, di conferenze stampa, di proclami e soprattutto di annunci sempre più drammatici sul nostro stato dell'unione e dell'avvicinarsi sempre più presto delle lacrime e del sangue che ci aspettano.
Nel tempo del se ne esce solo tutti insieme, tutti uniti sennò tutti s'affonda prima seconda e terza classe come sul Titanic: bene in questo tempo, chi di fatto ha la responsabilità di tenere in vita questo governo che non c'è più da quasi un anno, così parla ai suoi.

Prima rigore, poi i distinguo. Prima l'annuncio di tagli senza la valutazione di qualità e tasse nuove per le famiglie più o meno camuffate ma generalizzate, poi il particulare, il clan, gli altri e - soprattutto - il noi.
Allora se tutti pagheremo caro, però abbiamo messo un freno ad Equitalia perché i nostri agricoltori le multe no, non le devono pagare.
E ancora:
"la Padania è lo Stato più forte d'Europa, dove la gente lavora. Purtroppo, nel passato il nostro Paese ha fatto due grandi errori: il primo è stato dei Savoia, che hanno portato una moneta forte nel Regno delle due Sicilie. Poi, Ciampi ha voluto portarci a tutti i costi nell'Euro, ma senza valutare i rischi: ora anche l'Europa è debole, ci sono Paesi come l'Irlanda che faceva le pentole o la Grecia o il Sud Italia, che non fanno niente"
Ancora una volta: prima la crisi che è globale e se siamo nella merda - per usare un francesismo - lo siamo perchè tutti lo sono e poi... di nuovo... e poi il particulare, il clan, gli altri e - soprattutto - il noi.

E' solo un caso, l'ultimo caso, l'ennesima briciola d'esempio di questo particulare che tiene in vita l'ultimo moribondo governo Berlusconi che ha fatto di questo particulare e della divisione da anni un sistema di governo un'arte dell'arrangiarsi posta ai massimi sistemi di comando del belpaese e che rivela quello che Diamanti oggi scrive su Repubblica con una delle sue mappe ormai senza speranza.
Certo, la crisi non è colpa di Berlusconi, non è colpa di Bossi, ma la volontà di chiudere il nostro paese in clan economici e localistici, l'incapacità di dare un respiro unitario, solidale, comune al bisogno di costruire un futuro per tutti oltre la crisi, di illuminare per una buona volta questo buio oltre la siepe che da anni sembra essere l'unica nostra prospettiva e su cui questi signori hanno costruito la loro fortuna politica (e non solo), questo si.

Per chiudere con le parole di Diamanti:
Poi, soprattutto, è da vent'anni che il localismo, il familismo e il bricolage sono andati al potere. Interpretati dal partito delle piccole patrie locali: Nord, Nordest, regioni, città e quant'altro. E dal Partito Personale dell'Imprenditore-che-si è-fatto-da-sé. È da 10 anni almeno che lo Stato è stato conquistato da chi considera lo Stato un potere da neutralizzare. Da chi ritiene le Tasse e le Leggi degli abusi. [...]

Perché, in fondo, questo Presidente Imprenditore - e viceversa - in campagna elettorale permanente, quando chiede sacrifici, rigore, equità, non ci crede neppure lui. Strizza l'occhio, come a dire: sacrifici sì, ma domani... Basta che paghino gli altri. Peccato che domani - anzi: oggi - sia già troppo tardi. E gli altri siamo noi. L'arte di arrangiarsi stavolta non ci salverà. Tanto meno Berlusconi.

venerdì 5 agosto 2011

DA OGGI IN EDICOLA COL CORRIERE DI ROMAGNA





GAY AND THE CITY
La prima rubrica sull’arte e la festa del mondo omosessuale de Il Corriere di Romagna


Esce oggi - venerdì 5 agosto - sul quotidiano Il Corriere di Romagna, da sempre testata di grande correttezza e modernità, l’inserto GAY AND THE CITY, la prima rubrica sull’arte e la festa legate al mondo omosessuale romagnolo, a cura della scrittrice e Responsabile Arcigay Cultura MAURA CHIULLI.

Nell’anno degli ennesimi rifiuti ad una legge contro l’omofobia, in un momento culturalmente difficile per il nostro Paese, un incontro tra mondo omosessuale e informazione è fondamentale. Sono orgogliosa di poter dare inizio a questo viaggio nella cultura e nella festa omosessuali, perché ritengo la conoscenza e la scoperta gli unici antidoti all’odio e all’indifferenza. Conosceremo artisti, luoghi, imprenditori gay o “amici dei gay” e racconteremo storie e appuntamenti. Nel resto d’Europa rubriche come questa esistono da tempo, in Italia si fa ancora fatica a raccontare il valore della diversità. Cominciamo dalla Romagna con GAY AND THE CITY
Maura Chiulli

Un ennesimo successo, un ennesimo spazio di coscienza conquistato da tutta la cittadinanza, non solo dalla comunità LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e trans). La cultura e l’informazione sono un bene comune, che arricchisce tutte e tutti. Siamo lieti di iniziare questo viaggio con Il Corriere di Romagna e auspichiamo una sempre più proficua collaborazione. Nella Provincia di Rimini Arcigay conta oltre 3000 iscritti e spero che anche questa volta diano un segnale di partecipazione, leggendo e magari segnalando eventi, momenti, riflessioni anche sul nostro blog
Alessandro Tosarelli, Presidente di Arcigay “Alan Turing Rimini”

giovedì 4 agosto 2011

PER L'APPUNTO.


"Ho tre aziende quotate in borsa, sono un imprenditore in trincea"
Ha ragione lui. Per l'appunto.
All'origine di tutto c'è proprio questo: che anzichè di un imprenditore in trincea (una trincea comunque e sempre piuttosto d'oro) abbiamo bisogno (disperato bisogno) di un Presidente del Consiglio.

mercoledì 3 agosto 2011

L'AVENTINO AL CONTRARIO



I primi due interventi dei radioascoltatori di Prima Pagina Radio3, oggi sono quelli di un ragazzo e di una signora. Presumibilmente riascoltabili in pod-cast tra poche ore.

Sono semplici e riportabili così:
Il primo, è un ragazzo, semplicemente si chiede se sarà riammessa la preferenza per l'elezione dei parlamentari, perché questo lo farebbe stare - egli ritiene - più sicuro sulla qualità dell'offerta politica.
La seconda, una signora, allarmata dalla notizia che il parlamento resterà chiuso fino al 12 settembre "in questo difficile momento per tutti quanti", si domanda cosa "possiamo fare noi" per supplire a questa latenza?

Sono solo i due primi interventi, ne stanno scorrendo altri. Ma sono però la spia di cosa sta capitando attorno alla politica dei partiti in queste settimane. Sta capitando, evidentemente, un crescendo di insofferenza nei confronti delle organizzazioni partitiche e contemporaneamente però un crescendo di richiesta di politica, non un rifiuto.

Non è evidentemente antipolitica, ma piuttosto il contrario perché nell'ordine viene richiesto in questo momento: più qualità nella politica e nei suoi rappresentanti perchè evidentemente a questo viene collegata anche una maggiore efficienza e capacità di affrontare i nostri problemi e poi più presenza della politica nella soluzione delle crisi. Nel concreto dei due interventi: tornare a scegliere direttamente i propri rappresentanti e tenere aperti gli spazi della politica e delle decisioni.

IL PD su questi fronti può agire.

Sul primo è stata del resto presentata, la settimana scorsa, una proposta di riforma elettorale che reintroduce l'uninominale (con doppio turno e anche se solo per il 70% dei seggi). Va detto che difficilmente la proposta di riforma diventerà legge prima delle elezioni: ma è tuttavia un segnale. Per cui, proprio perché non resti una boutade archiviata velocemente in qualche cassetto del senato, il PD si attrezzi ad ammorbidire il porcellum almeno per quanto riguarda la sua parte di eletti preparandosi cioè a scegliere le proprie liste con primarie aperte ai cittadini.

Sul secondo fronte quello di tenere aperto comunque il Parlamento, a partire da un suo significato evidentemente simbolico, viene in mente una provocazione, ma neanche tanto. In barba agli svariati proclami della maggioranza (ultimo i "campus" estivi di Calderoli), perché non prepararsi ad un Aventino al contrario? Se la maggioranza va in vacanza (e in pellegrinaggio che però è stato annunciato come bipartisan) le opposizioni, la nostra opposizione, resti in sella, se non lo può fare fisicamente in parlamento (anche se dovrebbe essere così) lo faccia come se lo fosse.
Si percepisce forte il fatto che in queste ore il nostro paese non ha bisogno solo di una nuova fiducia dei mercati, ma anche quella dei suoi cittadini. In un momento di grave incertezza e con un capo del Governo quasi scomparso, i cittadini di questo paese in evidente difficoltà non sembrano tanto avviarsi all'ultima scena evocata ne Il Caimano (dove tutto va a fuoco e il palazzo di giustizia viene attaccato), al contrario chiedono di presidiare le proprie istituzioni (non a caso è al massimo la fiducia nel Capo dello Stato, e i referendum hanno segnato quella straordinaria partecipazione).

Insomma, è un ritorno alla politica e al presidio delle istituzioni, non una fuga da. E l'aria che si respira non è l'Aventino, ma il contrario. E per ora lo stanno facendo i cittadini.

P.s.
Ilvo Diamanti qualche giorno fa su Repubblica:
Non dobbiamo pensare, tuttavia, a una deriva inevitabile. La crisi dei partiti personali ha, infatti, sollecitato la reazione di molte "persone", che agiscono nella società civile e sul territorio, ma anche alla periferia dei partiti. Ne abbiamo avuto esempio in occasione delle amministrative e dei referendum. Da ciò la speranza - e qualcosa di più. Che le persone di buona volontà e i mille segmenti del movimento invisibile cresciuto in questi mesi non si rassegnino.

martedì 2 agosto 2011

2 AGOSTO 1980. PIAZZA, BELLA PIAZZA

POLITICA PER DEFAULT


Per inquadrare la situazione, Roberto Napoletano ieri sul sole 24ore scrive:

La fuga dai depositi del 2008 non c'è e non è nemmeno all'orizzonte, per fortuna. L'interbancario mondiale vive una fase complicata, stare in campana è obbligatorio. La spia della delicatezza della crisi del debito americano, che purtroppo riguarda tutti, si chiama "Money Market Fund" ed è misurata dalla velocità con cui questi fondi monetari disinvestono dai titoli sovrani che hanno in pancia.Sono l'anello debole della catena del mercato finanziario mondiale e vivono l'incubo che milioni di investitori, soprattutto in assenza di un accordo bipartisan negli Stati Uniti, si presentino mercoledì tre agosto e chiedano indietro i loro soldi per trasferirli sui conti correnti bancari. Questi soldi i "Fund" oggi non li hanno, o non li hanno tutti, e fanno raccolta liberandosi dei titoli pubblici sovrani dei Paesi che ovviamente ritengono più fragili.

Questo è il rischio che si corre, la paura e l'incertezza prima di ferragosto. In questi giorni abbiamo imparato a misurarci con un fatto in parte inedito: il default politico più che economico di una nazione di riferimento per l'assetto geopolitico, della finanza e dell'economia mondiale (gli USA).

Fra qualche ora l'accordo bipartisan che salva gli Stati Uniti dal default dovrebbe essere suggellato. I quattro leader democratici e repubblicani di camera e senato han fatto i loro conti sul voto di un accordo di compromesso e hanno garantito al loro Presidente di spuntarla anche senza i voti - a sinistra come a destra - delle parti più radicali.

Obama - come più volte già sperimentato - si è appellato direttamente ai cittadini perchè "intercedessero" con i propri eletti, li convincessero a trovare la via politica e dunque l'accordo sul tetto del debito. La capacità di andare direttamente là dove il consenso si forma, Obama l'aveva già sperimentato, l'aveva già praticato: ma se fino a qualche tempo fa l'aveva fatto cercando un canale di comunicazione prevalentemente con la sua parte, in queste ore l'appello - anzi i numerosi e ripetuti appelli - sono stati indirizzati con un messaggio un po' generalista a destra come a sinistra. E gli Americani l'hanno accolto, esercitando la loro pressione, l'han fatto i cittadini Repubblicani come quelli Democratici col risultato di un accordo che sega le parti più estreme proiettando Obama verso un nuovo e indistinto centro moderato che sembra oggi essere il suo - se ci sarà - futuro bacino di consenso. Uno spostamento politico di non poco conto.

E' un atto politico, dunque, che ha un valore certamente per l'evolversi della politica interna americana a poco più di un anno dalle elezioni, ma è un atto politico che ha anche un valore nel renderci manifesto come stia principalmente nella politica la chiave per governare quei processi che oggi ci paiono ingovernabili a partire da chi specula sui mercati finanziari. Così come il sogno obamiano perde smalto, allo stesso modo parte dei cosiddetti neoliberisti - e proprio là dove il neoliberismo è ideologicamente più forte - devono cedere buona parte (se non tutta) della loro fede nella capacità del mercato di autoregolarsi. Perchè alla fine se qualcosa può salvare fra qualche ora gli Stati Uniti dal default è soltanto un atto politico.

Atterrare - per concludere - in Italia, sembra un volo pindarico, come voler fare un paragone tra soggetti sproporzionati: eppure non lo è del tutto. Quando sui mercati finanziari si "svendono" interi paesi (gli attacchi per esempio che con ritmo costante nel mese di luglio il nostro paese sta subendo) questa drammatica svendita avviene a scapito di quei paesi percepiti come più fragili. E la fragilità non è soltanto nel dato strutturale del paese, ma anche nella qualità delle sue scelte politiche. Che è quello che manca in Italia. E nella percezione della qualità delle scelte politiche ci stanno tutte le componenti, non solo quelle che riguardano scelte in materia economica o di tagli alla spesa, ma tutta la sfera della politica e della sua capacità di mostrare un paese capace di avere la schiena dritta, di avere l'autorevolezza - quindi il consenso - per affrontare i problemi, tutti i problemi con serietà. Il richiamo delle parti sociali, sindacati e confindustria, dei giorni scorsi non era del resto che questo. Il problema dell'Italia è se la politica, quella vera e autorevole, resta debole a destra come a sinistra. Ecco perchè -anche- votare subito, come la Spagna farà, probabilmente è quello che dovremmo chiedere senza più cedere alle sirene di chi crede che la melina infinita dei governi tecnici e di transizione possano risollevare quello che è politicamente e non solo economicamente non più sopportabile.

Per chiudere sempre con Napoletano:

Voto di fiducia sul processo lungo al Senato e ministeri fantasma a Monza appartengono a metodi e bizzarie che non ci piacciono per nulla. Non sono, di certo, la medicina migliore per placare l'ansia dei mercati e ridare speranza al Paese.

domenica 31 luglio 2011

IL RUGGITO DEL PELUCHE

Non eravamo in pochi a comprare Repubblica per saltare immediatamente le pagine alla ricerca dell'articolo con la sua firma. Quello che si apprezzava di più era la sua precisione nel circostanziare e quindi collegare fatti e situazioni (da qui la statura del vero giornalista) e quindi il suo coraggio (da qui la statura dell'uomo libero, democratico e indipendente). Accanto al suo essere profondamente giornalista d'inchiesta, però a volte si "incappava" anche in qualche analisi tout court, anche quelli erano articoli da seguire con attenzione e da scoprire come delle piccole possibili verità.

Nel nostro piccolo, D'Avanzo l'abbiamo virtualmente accolto nel nostro circolo sin da subito facendo nostra una delle sue prime analisi del Partito Democratico. Questa analisi che D'Avanzo proponeva, noi l'abbiamo chiamata in seguito il Ruggito del Peluche, per D'Avanzo erano i cosidetti Giovani Leoni senza Denti. Resta comunque una delle definizioni più calzanti e a modo suo graffiante che ci ha accompagnato in questi anni di pd e che ancora oggi campeggia nel banner di questo blog:

La declinazione della politica di Obama ha più a che fare con la giovane classe dirigente della Lega che non con i giovani leoni senza denti del Partito Democratico. Converrà allora che quei giovani si diano da fare. Riscoprano il conflitto. Comincino a pretendere regole certe per le primarie...

(Leggi qui tutto l'articolo)

sabato 30 luglio 2011

COSI' E ORA

Sembra una cosa incredibile, ma capita d'estate, in questo momento dell'estate, che è un po' il cuore dell'estate, ad un passo dalle vacanze per chi ci va, nel weekend statisticamente più incasinato per traffico, partenze/arrivi: la sensazione che qualcosa si sia irrimediabilmente colmato, compiuto, riempito all'inverosimile. Da qui a settembre, con la ripresa dell'attività anche politica, sembra dividerci un'attesa lunghissima. Accanto al lento capitolare di un sistema politico che in poco più di 3 lustri ci ha deformato istituzioni e cultura, accanto a questo spiraglio che si apre, accanto alla gente sempre più sfinita, accanto a questa gente che riprende a organizzarsi - e per fortuna che lo fa - da sè (vedi referendum, vedi ballottaggi, vedi certe primarie come quelle di Milano), accanto a questo che siamo e che stiamo vivendo anche in questi giorni di pausa estiva (o meglio paura estiva: vedi la nuova crisi finanziaria e il temuto default USA - ormai più politico che economico -, vedi l'affossamento della legge contro l'omofobia -che per inciso a parte il comunicato di arcigay qui da noi sembra essere passata inosservata-, vedi i casini giudiziari e la propaganda neoliberista con la retorica del sono tutti uguali), sì, accanto a tutto ciò e prima di chiudere la zip dello zaino o quella della valigia, prima di salire sul treno, mettersi in macchina o fare il check-in, merita questa lettura, pochi minuti sul post di oggi di Civati:

Così e ora


Sono in treno, verso Pisa, per l'ultima festa democratica di questo mese di luglio (la 'Z' di Zambra, frazione di Cascina).

Fuori dal finestrino, un mare bello, «'na tavoletta», dice la signora napoletana seduta qui davanti, in una giornata che lo è anche di più.

Niente FrecciaStronzi, questa volta: è un Intercity, il treno, va più piano, si ferma spesso. Che a me piacciono molto le stazioni intermedie. E poi siamo passati da «G. Quarto». Sapete com'è.

C'è lo scompartimento a sei, quello di una volta. E anche il viaggio è quello di sempre, dalla città al mare. Una tratta familiare per ogni milanese, per ciascun lombardo, che ha un ricordo a ogni fermata. Siamo levantini anche noi, del resto.

Un incontro, un saluto, un gruppo di amici, un momento che non dimenticherà, in quei posti davanti al mare, con le spalle coperte dagli ulivi. E dalla macchia. Che è una bella parola, macchia.

C'è una strana nostalgia, anche un po' impaziente, forse perché sto per fermarmi e sto per compiere gli anni, e mi sembrano così tanti, e che gli anni li compie anche Zapatero, lo stesso giorno, che ha detto che poi smette. E ne compie cinquantuno. Che di solito in Italia uno a cinquantuno inizia. E l'aveva spiegata così, questa cosa che smette: «C'è chi crede si possa essere il miglior centravanti per sempre. Io no».

Ho appena finito di leggere Storia della mia gente di Edoardo Nesi, che avevo acquistato, anche per portargli fortuna, il giorno in cui hanno assegnato lo Strega. La sera. A Nesi.

Se non lo avete ancora letto, fatelo. Parla di noi. Parla della generazione di cui facciamo parte. E della sostanza delle cose. Proprio.

Nel frattempo, mentre scorre il mare e frusciano i tessuti del Nesi, le persone vanno in vacanza. Non so, sarà retorica, ma mi sembrano weekend da bagaglio leggero, perché la crisi colpisce, non ce n'è.

Una coppia di americani chiede informazioni e gli risponde un signore, che va a Chiavari, e parla un inglese un po' problematico. Però ha voglia di fare relazione: e attacca un button spropositato alla giovane coppia.

L'inglese è così così, l'aria condizionata è così così, i ferrovieri trattano le persone così così. Perché è sempre colpa di qualcosa d'altro (nel caso di specie, dell'incendio a Roma Tiburtina).

L'Italia è così così. E forse, però, ora se ne rende conto. E forse capisce che è venuto il momento di fare qualcosa, non solo di lamentarsene da mattina a sera. Forse ora sappiamo che non si può più andare avanti così. E che non è un modo di dire. E che il tempo stringe.

Perché non è colpa dell'incendio di Roma se non sappiamo l'inglese. Per dire. E perché stiamo peggio di qualche tempo fa, in cui sembrava che tutto sommato le cose poi si sarebbero sistemate. E invece.

In ogni caso, da qualche giorno, per colpa di un sms nella bottiglia che mi è arrivato mentre eravamo ad Albinea, mi chiedo se non sia colma la misura. E insomma se non sia venuto il momento di agire, che detto mentre tutti vanno in vacanza, fa un po' sorridere. Ma è così.

La domanda è semplice e la formulo prima di tutto a me stesso, che qualche piccola responsabilità ce l'ho anch'io, anche se sembra perfettamente incredibile anche a me.

E la domanda è: lo liberiamo questo Paese? Dico anche da noi stessi, quando non ci piacciamo? E quando non convinciamo nemmeno noi stessi, appunto, che sembra paradossale poi cercare di convincere gli altri? Ci mettiamo un po' di impegno, di rigore, di entusiasmo? Lo facciamo noi, però, questa volta?

Pensateci, vi concedo giusto due settimane. Poi si parte. Chi ci sta, ci sta. Chi non ci sta, poi, però, non si lamenti. Si tenga quello che c'è. Il debito pubblico, la retorica del declino, una politica che fa specie (in ogni senso). E quella cosa che noi italiani, si sa, non ce la si fa.

Giuseppe, dalla Puglia, mi ha mandato una cosa di Lorenzo che introduce Ora. Che è semplice. Non banale. Semplice.

Ecco. Proprio così. E ora.

(se ci siete anche voi, ve lo dico subito, è meglio)

venerdì 29 luglio 2011

GIOVENTU' RIBELLE

Riceviamo e pubblichiamo questo invito di Chiara Luisè

"
Gioventù Ribelle"

Sabato 30 Luglio ore 18,30 Palazzo del Podestà

Gioventù Ribelle è una mostra itinerante del Ministero della Gioventù in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Da sabato 30 luglio al 28 agosto 2011 farà tappa nella città di Rimini, in Piazza Cavour nel Palazzo del Podestà.

“Ci hanno tacciato di essere facinorosi, pazzi, gente che non ha nulla da perdere, adesso che tutto è riuscito battono le mani e plaudono ai “giovani eroi”. In verità abbiam vissuto fatti che sembrano usciti dalla fantasia di un romanziere…”
La mostra racconta la vita di alcuni personaggi che hanno combattuto per veder realizzato il proprio ideale: da Goffredo Mameli a Luciano Manara, dalla contessa di Castiglione a Maria Sofia di Borbone, da Carlo Pisacane ai fratelli Cairoli.
Il periodo storico di riferimento è il Risorgimento un momento denso di passioni, ricerca, inquietudini e irrequietezza che sono riscontrabili anche oggi. L’esistenza di queste figure fu molto avventurosa e errabonda guidata da pensieri che anche se non furono compiuti si impressero profondamente nella storia della nostra nazione. La mostra celebra proprio questo: la vita di questi personaggi e le loro idee rappresentata da un’esposizione di immagini, cimeli, brani dei loro scritti, video che legano le esperienze di allora a quelle di oggi. “Una galleria di ritratti e di parole interagire con filmati storici e appositi contributi video che legheranno le vicende di 150 anni fa con la vita di oggi nella ricerca di recuperare le radici della nostra patria. Una parola che fu molto piu’ che una espressione banale sulla labbra di questi giovani che furono pronti al sacrificio della propria vita per una idea ”moderna” e antiretorica dell’esistenza.
E’ prevista una itineranza del progetto espositivo in varie localita’.”

Inaugurazione: sabato 30 luglio alle ore 18.30
Periodo di svolgimento : 30 luglio – 28 agosto 2011
Località : Rimini, Palazzo del Podestà, piazza Cavour

mercoledì 27 luglio 2011

OMOFOBIA DI STATO

Il comunicato dell'Arcigay di Rimini:

La comunità gay, lesbica e trans è sconcertata. Non ci sentiamo rappresentanti da quella parte di parlamento senza vergogna, fatto di onorevoli-ipocriti del Pdl, Lega e Udc, che per la seconda volta hanno votato per l'incostituzionalità della legge contro l'omofobia sostenendo che introdurre protezioni specifiche avrebbe creato disuguaglianza e discriminazioni. Con i vostri privilegi e i vostri soldi ora compratevi una coscienza!

Onorevoli ignoranti, che mascherate la vostra omofobia dietro a cavilli legali, sappiate che per la definizione del reato di omofobia è ininfluente l’orientamento sessuale o l’identità di genere di chi lo subisce, ma bensì il movente. Tutti i cittadini e le cittadine di questo paese possono quindi essere vittime di un’aggressione a sfondo omofobico. Lo stato ha il compito di colpire e sanzionare il movente dell’aggressore.

L’Europa sta osservando l’Italia, non solo per l’economia ma anche per il rispetto, più volte negato, dei diritti umani. Il commissario Thomas Hammarberg, dopo avere invitato giorni fa il Parlamento italiano a votare positivamente, ieri ha dichiarato all’Ansa che “l'aver votato contro una proposta di legge sull'omofobia rischia di inviare ad alcuni un segnale negativo” che potrebbe quindi alimentare ulteriori ondate di violenza. L’obiettivo di una legge contro l’omofobia non è solo punitivo, ma soprattutto dissuasivo e pedagogico, promuovendo la diffusione di una cultura inclusiva di ogni differenza.

Un anno fa a Rimini veniva aggredito e violentato un ragazzo. La sentenza esemplare del tribunale di Rimini sul caso ha riconosciuto Arcigay parte civile nel processo con movente omofobico condannando l’aggressore a 5 anni per violenza sessuale, furto e minacce ai danni di una persona omosessuale. L’occasionale riconoscimento da parte della magistratura della rilevanza giuridica del movente omofobico deve trovare al più presto estensione in una legge dello Stato.

Chiediamo alle amministrazioni riminesi di intervenire e vigilare sul territorio per evitare il ripetersi di tali fatti, e di intercedere presso il Governo e il Parlamento italiani per dar voce alla richiesta di Arcigay di estendere finalmente la legge Mancino in materia di discriminazione ai reati di odio omofobico e transfobico.

Ci appelliamo a tutti e a tutte, soprattutto a voi genitori di gay, lesbiche e trans: con un sussulto di dignità mandiamo a casa questa classe politica degenerata e scandalosa prima che la pericolosissima avanzata di omofobia, xenofobia e razzismo ci travolga. Ricostruiamo insieme la dignità di questo nostro paese.

Ufficio stampa Arcigay Rimini


giovedì 21 luglio 2011

Papa Tedesco


No, non parliamo del Papa Tedesco (ne abbiamo già uno ed è più che sufficiente), ma della votazione sui domicialiari a Papa (si) e Tedesco (no).

Claudio Sardo oggi sull'Unità spiega abbastanza bene quanto segue:
Le manette non sono un simbolo di progresso sociale. Tuttavia il sì della Camera all`arresto di Alfonso Papa è stato ieri una scelta giusta, mentre invece il rifiuto del Senato alla richiesta di custodia cautelare per Alberto Tedesco è diventato, al di là di ogni motivazione, una prova di opacità, persino di ostilità verso i sentimenti prevalenti dell`opinione pubblica. Si tratta di casi assai diversi tra loro. Le stesse accuse sono diverse. Ma le istituzioni erano chiamate ieri innanzitutto a smentire i privilegi legati al mandato parlamentare e a riaffermare il principio di uguaglianza di fronte alla legge. [...] La crisi, comunque, non riguarda solo l`esecutivo pro tempore. È una vera propria crisi di sistema, è il capolinea della cosiddetta Seconda Repubblica. In fondo, se oggi appare inaccettabile il residuo di immunità parlamentare che riguarda gli arresti, ciò dipende anche da una legge elettorale intollerabile come il Porcellum, che produce parlamentari nominati e che puntella i governi con un premio di maggioranza che non ha uguali in Occidente. Tedesco ha pronunciato ieri in Senato un discorso coraggioso: ma ora per coerenza dovrebbe sospendersi dalle funzioni (e dallo stipendio) di senatore finché i magistrati non rimuoveranno la richiesta cautelare. In ogni caso, compito di tutti i riformatori è gettare un ponte verso un nuovo, moderno sistema politico-istituzionale. Senza questa ambizione non si ritroverà né l`equilibrio tra i poteri dello Stato, né un sano rapporto con i cittadini e i corpi intermedi. Servono partiti rinnovati, aperti alle novità sociali e alla partecipazione attiva. Ma servono partiti, capaci di garantire un collegamento tra società e istituzioni. Sono invece assai dannosi quegli apparati a servizio di leadership personali, che poi inevitabilmente producono cricche. Il sì all`arresto di Papa e il no ai domiciliari per Tedesco avranno ancora code polemiche.