mercoledì 3 agosto 2011

L'AVENTINO AL CONTRARIO



I primi due interventi dei radioascoltatori di Prima Pagina Radio3, oggi sono quelli di un ragazzo e di una signora. Presumibilmente riascoltabili in pod-cast tra poche ore.

Sono semplici e riportabili così:
Il primo, è un ragazzo, semplicemente si chiede se sarà riammessa la preferenza per l'elezione dei parlamentari, perché questo lo farebbe stare - egli ritiene - più sicuro sulla qualità dell'offerta politica.
La seconda, una signora, allarmata dalla notizia che il parlamento resterà chiuso fino al 12 settembre "in questo difficile momento per tutti quanti", si domanda cosa "possiamo fare noi" per supplire a questa latenza?

Sono solo i due primi interventi, ne stanno scorrendo altri. Ma sono però la spia di cosa sta capitando attorno alla politica dei partiti in queste settimane. Sta capitando, evidentemente, un crescendo di insofferenza nei confronti delle organizzazioni partitiche e contemporaneamente però un crescendo di richiesta di politica, non un rifiuto.

Non è evidentemente antipolitica, ma piuttosto il contrario perché nell'ordine viene richiesto in questo momento: più qualità nella politica e nei suoi rappresentanti perchè evidentemente a questo viene collegata anche una maggiore efficienza e capacità di affrontare i nostri problemi e poi più presenza della politica nella soluzione delle crisi. Nel concreto dei due interventi: tornare a scegliere direttamente i propri rappresentanti e tenere aperti gli spazi della politica e delle decisioni.

IL PD su questi fronti può agire.

Sul primo è stata del resto presentata, la settimana scorsa, una proposta di riforma elettorale che reintroduce l'uninominale (con doppio turno e anche se solo per il 70% dei seggi). Va detto che difficilmente la proposta di riforma diventerà legge prima delle elezioni: ma è tuttavia un segnale. Per cui, proprio perché non resti una boutade archiviata velocemente in qualche cassetto del senato, il PD si attrezzi ad ammorbidire il porcellum almeno per quanto riguarda la sua parte di eletti preparandosi cioè a scegliere le proprie liste con primarie aperte ai cittadini.

Sul secondo fronte quello di tenere aperto comunque il Parlamento, a partire da un suo significato evidentemente simbolico, viene in mente una provocazione, ma neanche tanto. In barba agli svariati proclami della maggioranza (ultimo i "campus" estivi di Calderoli), perché non prepararsi ad un Aventino al contrario? Se la maggioranza va in vacanza (e in pellegrinaggio che però è stato annunciato come bipartisan) le opposizioni, la nostra opposizione, resti in sella, se non lo può fare fisicamente in parlamento (anche se dovrebbe essere così) lo faccia come se lo fosse.
Si percepisce forte il fatto che in queste ore il nostro paese non ha bisogno solo di una nuova fiducia dei mercati, ma anche quella dei suoi cittadini. In un momento di grave incertezza e con un capo del Governo quasi scomparso, i cittadini di questo paese in evidente difficoltà non sembrano tanto avviarsi all'ultima scena evocata ne Il Caimano (dove tutto va a fuoco e il palazzo di giustizia viene attaccato), al contrario chiedono di presidiare le proprie istituzioni (non a caso è al massimo la fiducia nel Capo dello Stato, e i referendum hanno segnato quella straordinaria partecipazione).

Insomma, è un ritorno alla politica e al presidio delle istituzioni, non una fuga da. E l'aria che si respira non è l'Aventino, ma il contrario. E per ora lo stanno facendo i cittadini.

P.s.
Ilvo Diamanti qualche giorno fa su Repubblica:
Non dobbiamo pensare, tuttavia, a una deriva inevitabile. La crisi dei partiti personali ha, infatti, sollecitato la reazione di molte "persone", che agiscono nella società civile e sul territorio, ma anche alla periferia dei partiti. Ne abbiamo avuto esempio in occasione delle amministrative e dei referendum. Da ciò la speranza - e qualcosa di più. Che le persone di buona volontà e i mille segmenti del movimento invisibile cresciuto in questi mesi non si rassegnino.

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