venerdì 9 marzo 2012

RETTIFICA

Vorrei fare una rettifica in merito ad alcune sintesi uscite sui quotidiani locali di oggi relativamente all'assemblea comunale di Mercoledì.

In questi articoli vengono riportate anche affermazioni o linee di pensiero a me attribuiti, ma che non corrispondono affatto al contenuto del mio intervento in assemblea.

Questa rettifica è inoltre utile perchè credo possa mettere in evidenza alcuni temi centrali del nostro imminente dibattito congressuale.


Primo: sul Corriere di oggi viene riportato che avrei "sottolineato uno scollamento tra l'amministrazione da un alto e il territorio dall'altra".
Ho invece parlato esclusivamente di un Partito (e non di un'amministrazione) che deve riprendere in mano il proprio percorso politico: guardare più al ruolo che gli compete nella società piuttosto che all'amministrazione, entrare con forza sui contenuti caldi che in questo “periodo tecnico” ci devono differenziare comunque dalla destra e che riguardano temi come l'equità, il lavoro, le politiche di partecipazione.
Lo spread che va ridotto oggi è quello tra i cittadini/la base e il Partito. A partire dai Circoli.
Conseguentemente a quest'affermazione ho chiesto che il percorso congressuale potesse avere un respiro più ampio, un coinvolgimento maggiore della base: cioè un'assemblea di tutti i circoli di Rimini. Proposta che, e lo scrivo con rammarico, è caduta per l'ennesima volta nel vuoto.


Secondo: sulla Voce invece prenderei di mira il sindaco perchè troppo "irascibile". Mentre il mio intervento in assemblea è stato molto chiaro ed esattamente l'opposto: non si giudica un amministratore per motivi caratteriali (vedi gli articoli di commento - ma direi più di gossip - successivi alla riunione tra circoli e giunta di Martedì), ma per le scelte amministrative che compie e che compirà, scelte che - come ho ribadito in assemblea - allo stato attuale delle cose e dei tagli draconiani al bilancio, io le giudico positivamente (dalla formazione della giunta nel modo più indipendente dal partito/i alla volontà di un cambio di rotta per quanto riguarda il consumo del territorio). In assemblea ho voluto anche ricordare come sembra iniziare a Rimini un copione (che giudico molto triste) già visto in altri comuni della nostra provincia come Riccione e Santarcangelo: devo dire che gli articoli successivi all'assemblea stessa e anche quelli successivi all'incontro di Martedì tra Coordinatori di Circolo e Giunta, sembrano dare una conferma di questo.


Terzo: all'assemblea di Mercoledì non mi risulta ci fossero giornalisti (eravamo così in pochi che non sarebbe stato difficile notarli) e così mi rammarica che questa disinformazione nasca direttamente dal nostro interno. Credo che anche di questo si dovrà parlare nel nostro congresso imminente, perchè guardate, questa rettifica è certamente su cosa di poco conto, ma investe un valore di principio fondamentale che è la correttezza dei rapporti e la capacità di fare sintesi dei contenuti politici in modo leale, guardandosi negli occhi.


Roberto Maldini
Coordinatore del Circolo PD San Giuliano - Rimini

lunedì 12 dicembre 2011

LA RETORICA NON AIUTA A PENSARE

Bisognerà analizzare bene quali cambiamenti profondi porteranno nel tessuto sociale i provvedimenti che il Parlamento sta per approvare. Nella speranza, più o meno fondata che le misure contribuiscano in tutta fretta a salvare l’Italia dalle manovre della speculazione finanziaria che ci sta(va) per mettere in ginocchio. Sarebbe peraltro interessante approfondire la questione chi e da dove si manovrano le transazioni finanziarie contro l’euro. Non c’entra nulla la finanza made in Usa? E i fondi cinesi? Ma questo è un altro discorso e quindi lasciamo stare.
Prendiamo il tema delle pensioni. Allungare l’età lavorativa per risparmiare risorse, vuol dire , al di là dello stato di necessità in cui si agisce, non tenere conto che le persone subiranno un colpo alla loro vita. Pensavano di poter cambiare passo, cedere a qualcun altro il testimone delle responsabilità economiche sia sul lavoro ma soprattutto in famiglia ed invece gli viene detto che debbono rimanere lì dove sono e non pensare a fare un passo indietro. Le donne che pensavano di poter aiutare le figlie, accudendo i nipoti, non possono smettere di lavorare e forse le figlie dovranno lasciare il lavoro, perché pagare un asilo non conviene, visto che i tagli ai comuni per la spesa sociale ribaltano i costi sulle famiglie.
Cambia tutto e con una velocità che lascia senza parole e che costringe ad adeguarci in fretta, senza mediazioni e ripensamenti.
I giovani vedranno i posti bloccati dai padri e dalle madri che non escono dal lavoro, seppure ormai stanchi e disillusi.
E’ questo, in simili condizioni, un Paese che può crescere?
Come e in quali settori sviluppare la crescita? Ammesso che questa parola abbia ancora un senso.
Visti i danni che fin qui ha provocato l’idea di svilupparsi crescendo.
E’ un modello di sviluppo, l’assetto sociale complessivo che non tiene più.
Tentare di rimettere insieme i pezzi dopo che il sistema è esploso, non mi pare né che serva né che sia una grande idea.
Vedremo come cambierà, non immaginare verso dove e a vantaggio di chi, di solito non aiuta.
Non è che gli effetti saranno neutri…qualcuno ci guadagnerà e altri ci rimetteranno.
Ecco perché, a mio avviso la retorica del salvare il Paese, non aiuta, perché è come una notte in cui tutte le vacche sono nere….ma sappiamo per esperienza che non è così.

Alberto Rossini

venerdì 2 dicembre 2011

Sull'amministrazione di rimini

Sono sempre stato convinto che Rimini sia stata governata negli ultimi decenni,complice un progressivo allontanarsi dei cittadini dalla partecipazione alla vita politica,da un sistema di potere costituito da politici (centrosinistra e cosiddetta opposizione di centrodestra) e da forze economiche che hanno individuato nella crescita edilizia senza limiti il motore della nostra economia.Un perfetto sistema consociativo, efficiente e funzionale.

I risultati sono evidenti a tutti i riminesi:una citta’ cementificata fino all’inverosimile,un traffico caotico e fuori controllo,una qualita’ dell’aria sulla quale e’ meglio soprassedere,una quantita’ di verde per abitante al di sotto della decenza e un circondario che prima era una campagna fertile e produttiva e ora e’ un ininterrotto susseguirsi di casette a schiera,condomini e capannoni,per lo piu’ vuoti e improduttivi.

A conferma di cio’ leggo sul Corriere l’intervista a Ravaglioli capogruppo pdl al Comune dove l’ “oppositore” ,con una ingenuita’ fin troppo sospetta, rimpiange i bei tempi in cui in Comune vi era (testuale) “un rapporto sinergico con l’opposizione (che) facilitava l’attivita’ amministrativa”,dove si confessa vedovo inconsolabile di Melucci che “sulle grandi scelte coinvolgeva” e non era cattivo e dispotico come Gnassi che ha messo nel cestino dei rifiuti il project per il lungomare lanciando (sono sempre parole del fiero oppositore) un messaggio devastante.

Sempre sul Corriere leggo che vi sarebbe attrito nel PD fra Gnassi,che vorrebbe dire basta allo sviluppo quantitativo della citta’ e al consumo del territorio(come promesso agli elettori in campagna elettorale) e quella parte del partito che vuole continuare a governare come negli ultimi decenni a riprova che nel mondo della politica la corrente del mattone gode di buona salute e di robusto appetito.

A questo punto io,che ho dato il mio voto a Gnassi fra dubbi e incertezze perche’ scottato da precedenti esperienze negative, mi gratto la testa sconcertato:oddio,non sara’ mica che stavolta ho votato la persona giusta?

Gilberto Mangianti

venerdì 18 novembre 2011

IL 26 NOVEMBRE A RIMINI: ITALY LOVE IT OR LEAVE IT!

SABATO 26 NOVEMBRE ORE 17.00
CINETECA COMUNALE
VIA GAMBALUNGA 27 | RIMINI


ANTEPRIMA RIMINESE E INCONTRO CON I REGISTI DI
ITALY LOVE IT OR LEAVE IT
di e con Gustav Hofer e Luca Ragazzi

Andarsene o rimanere per combattere?
Dopo il successo di Improvvisamente l’inverno scorso Gustav e Luca tornano a Rimini ospiti del Circolo PD di San Giuliano e del Circolo ARCIGAY Alan Turing Rimini per raccontarci il loro viaggio nell’Italia della crisi non solo quella economica, ma quella etica, quella politica, quella di intere generazioni ferme a un bivio.


Qui il trailer del film: http://www.youtube.com/watch?v=NnyFhSi5tPc
E qui: il link al sito www.italyloveitorleave.it

Andarsene o rimanere per combattere? Dopo il successo di Improvvisamente l’inverno scorso Gustav e Luca tornano a Rimini ospiti del Circolo PD di San Giuliano e del Circolo ARCIGAY Alan Turing Rimini per raccontarci il loro viaggio nell’Italia della crisi non solo quella economica, ma quella etica, quella politica, quella di intere generazioni ferme a un bivio.

...per farvi un pò di curtura:

Qui trovate il trailer del film.
E qui: il link al sito di Italy Love it or leave it


Dopo la visione ci confronteremo con i registi: parleremo del film certo, ma soprattutto di noi, di come dalla crisi ne vogliamo uscire, di come cambiare o – come detto nel film - di come combattere per un'Italia migliore.


Ovviamente INGRESSO LIBERO


A sabato!

Un evento di PD di San Giuliano Circolo ARCIGAY Alan Turing Rimini

lunedì 7 novembre 2011

IL COMUNE DI SANTARCANGELO ADERISCE ALL'APPELLO DI EMERGENCY e ANCI


Il 14 agosto, alle ore 17.00 locali, un operatore di EMERGENCY è stato prelevato a Nyala, capitale del sud Darfur, mentre si trovava in auto diretto all’aeroporto della città. Francesco Azzarà, 34 anni, è alla sua seconda missione a Nyala come logista del Centro Pediatrico che EMERGENCY ha aperto in città nel luglio 2010.

EMERGENCY ha immediatamente attivato in Darfur e a Karthoum tutti i contatti a sua disposizione e ha altresì informato il ministero degli Affari Esteri italiano.

Un team di EMERGENCY sta seguendo gli sviluppi della situazione ed è in costante contatto con al famiglia, le autorità sudanesi e quelle italiane.

EMERGENCY chiede la liberazione immediata di Francesco Azzarà e auspica piena collaborazione di tutti coloro che possono aiutare ad arrivare a un esito positivo di questa vicenda.

EMERGENCY chiede aiuto ai cittadini, ai media e alle istituzioni di mobilitarsi per la sua liberazione, esponendo la foto di Francesco sui palazzi delle istituzioni, partecipando e rilanciando le iniziative che EMERGENCY organizzerà.



“L’appello - promosso da Emergency e dall’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) - è indirizzato alle maggiori Autorità dello Stato italiano e della nostra Regione perché intervengano presso il governo sudanese e le rappresentanze politiche e della società civile sudanese in Italia, affinché si adoperino pienamente - scrive il sindaco Morri - quali intermediari con il loro Paese per la liberazione di Francesco Azzarà”. Il sindaco di Santarcangelo, a nome dell’Amministrazione comunale, ha ribadito la vicinanza della città a Francesco Azzarà, alla sua famiglia e ad Emergency, da anni impegnata ad offrire cure mediche gratuite alle vittime civili delle guerre di tutto il mondo.

Il silenzio stampa necessario a tutelare la famiglia – prosegue il sindaco Morri nella sua lettera - non deve tradursi in silenzio istituzionale. Proprio per mantenere alta l’attenzione sulla vita di un giovane che ha scelto di operare in modo diretto per diffondere pace e solidarietà, la foto di Azzarà con la scritta “Liberate Francesco” comparirà sul sito del Comune fino al giorno della sua liberazione.

domenica 23 ottobre 2011

PIAZZA ANTIFASCISTA!

giovedì 13 ottobre 2011

IL PD SANGIULIANO PER L'ITALIA SONO ANCH'IO




Sabato dalle 9.00 alle 13.00 al Ponte di Tiberio il PD San Giuliano inizia la raccolta di firme a sostegno delle 2 leggi di iniziativa popolare: per la nuova cittadinanza e il voto alle amministrative ai cittadini migranti residenti da oltre 5 anni in Italia.



La campagna nazionale è promossa da 19 organizzazioni della società civile: Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, Comitato 1° Marzo, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 - Seconde Generazioni, Tavola della Pace e Coordinamento nazionale degli enti per la pace e i diritti umani, Terra del Fuoco, Ugl Sei e dall’editore Carlo Feltrinelli. Presidente del Comitato promotore è il Sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio.

mercoledì 5 ottobre 2011

ANDATE SU WIKIPEDIA, E INDIGNATEVI...

Da ieri notte vi sarà magari già capitato di cercare qualsiasi termine su wikipedia in italiano, ma il browser vi ridà sempre e solo il documento che segue. Se cercate in qualsiasi altra lingua invece nessun problema. Del resto solo in Italia - tra i paesi occidentali - si sta per discutere in parlamento il ddl intercettazioni.

Cara lettrice, caro lettore,

in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.

Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.

Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.

Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.

Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato.

Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l'introduzione di una "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.

In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l'intera pagina è stata rimossa.

L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell'Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l'abbiamo conosciuta fino a oggi.

Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell'onore e dell'immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall'articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.

Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".

Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?

Gli utenti di Wikipedia

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Il Disegno di legge - Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., p. 24, alla lettera a) del comma 29 recita:
«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»

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Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Articolo 27

«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»

sabato 1 ottobre 2011

Dalla periferia dei partiti al centro della politica



“Non dobbiamo pensare, tuttavia, a una deriva inevitabile. La crisi dei partiti personali ha, infatti, sollecitato la reazione di molte "persone", che agiscono nella società civile e sul territorio, ma anche alla periferia dei partiti. Ne abbiamo avuto esempio in occasione delle amministrative e dei referendum. Da ciò la speranza - e qualcosa di più. Che le persone di buona volontà e i mille segmenti del movimento invisibile cresciuto in questi mesi non si rassegnino”.
Ilvo Diamanti

In un momento di crisi non soltanto economica, il Partito Democratico, soprattutto nelle sue realtà periferiche (federazioni territoriali e circoli) può realizzare azioni reali di cambiamento a costo zero proponendo non solo enunciati, ma comportamenti concreti.

1. Rapporto partito e Amministrazioni


La crisi e le manovre del governo mordono principalmente su due fronti: quello delle famiglie e quello delle amministrazioni.

In questi anni di opposizione parlamentare le amministrazioni locali sono state giocoforza l'elemento più significativo della nostra vicinanza alla comunità di cui facciamo parte: sia per la concreta visibilità delle nostre scelte, sia per l'immagine a livello nazionale di un PD diviso e indeciso a causa di correnti e fazioni in perenne contrasto tra loro.

Sul nostro territorio – nonostante ciò – abbiamo assistito e stiamo assistendo a notevoli criticità che non sono riconducibili soltanto alle difficoltà che già i nostri sindaci devono affrontare per problemi di bilancio, ma difficoltà che nascono dal nostro interno e che dunque si aggiungono fino a segnare la fine di esperienze amministrative, difficoltà che nascono da una mancanza di unità che non riguarda solo la normale dialettica politica interna, ma che riguarda piuttosto uno schema di rivalsa costruito su fazioni e che si scarica sistematicamente sulle amministrazioni.

E se il PD non può essere visto come un comitato elettorale è anche vero che un partito non è fatto per tenere in scacco un'amministrazione. Non si tratta di liberare chi ci amministra dal confronto leale sia col proprio partito, sia con la propria maggioranza (anzi meno yes-man e yes-woman meglio è) ma dalla navigazione a vista a cui spesso sono costretti. In gioco c’è il rapporto, anzi la correttezza del rapporto tra partiti ed istituzioni. La confusione può andare solo a danno delle seconde e, quindi, del sistema democratico.

Sinteticamente: fare o voler fare l'amministratore degli amministratori non è un ruolo naturale di un partito, così come non lo è quello di essere impegnati prevalentemente a tessere legami con i piccoli partiti di cui si finisce per stare sotto ricatto se, come ancora prevalentemente avviene, le relazioni non si basano sugli obiettivi programmatici, ma su di un consenso ottenuto in cambio spesso di nomine.

Le amministrazioni locali sono il primo strumento per realizzare l'alleanza con i cittadini – quel nuovo civismo che sta tanto a cuore al PD – prima che un'alleanza e un equilibrio tra coalizioni, partiti o correnti interne.

Liberiamo le istituzioni restituendo al Partito il suo ruolo di elaborazione dei valori, di sintesi del dibattito, di formazione politica e culturale, di ricerca del confronto nella società e non solo nelle stanze.

Comportamento:
C'è un processo di selezione della leadership ampiamente codificato (le primarie aperte) che ci impegniamo a perseguire e poi un processo di costruzione del progetto politico in cui riconosciamo in primo luogo i contenuti per costruire l'alleanza con i cittadini. Sotto quest'ottica va ripensata la strategia: tutto ciò che riguarda le alleanze e le coalizioni vanno discusse apertamente nei circoli, tutto ciò che compete per ruolo, regolamenti e facoltà agli amministratori è materia degli amministratori. Il PD fa un passo indietro su tutto ciò che non gli compete (es. le nomine) per fare un passo avanti su ciò che è propria prerogativa: la costruzione chiara del progetto politico per avere più coraggio nelle decisioni chiave (vedi punto 3).

2. Referendum, Partecipazione, Primarie per i parlamentari

Al di là del merito dei quesiti, la stagione referendaria ci mostra come anche il principio su cui ci siamo costruiti – quello della partecipazione – si stia realizzando altrove. Con una risposta inizialmente tiepida da parte della dirigenza del PD (non invece quella dei circoli o di ciò che chiamiamo base ma che di fatto è il PD) salvo le adesioni personali, numerose ma a schema assai sparso. Correggere questa timidezza è l'impegno di una segreteria contemporanea, avendo il coraggio di posizioni anche originali e fuori dagli schemi, aprendo la discussione ai livelli superiori e – nel caso – compiere anche scelte non scontate.

Per molti circoli aver agito per l'abrogazione del porcellum con l'obiettivo di ridare voce al nostro elettorato è stato dunque un passaggio cruciale. Mettersi al servizio di questa iniziativa è stato e sarà innanzitutto un modo per cogliere le opinioni e le aspirazioni dei cittadini perchè dietro a quella firma apposta da gente di ogni ceto, età e formazione – e che magari non ha al primo posto dei propri problemi il sistema elettorale - c'è una voglia forte di cambiamento che il PD deve cogliere e interpretare, farlo senza distinguo e senza remore per liberare le energie che ha.

Comportamento:
Nonostante dunque le remore, riconosciamo come nel PD più che altrove si deve realizzare questo processo permanente di partecipazione, e farlo in chiave non populistica come invece avviene per altre formazioni partitiche. La partecipazione in massa alla raccolta firme di quest'ultimo referendum non è che l'ulteriore spia del cambiamento che chiediamo. Ci impegniamo sin da ora a sostenere – se ci sarà – la partecipazione al referendum per il raggiungimento del quorum, senza arrivare ad aderire all'ultimo.
Ma soprattutto per dimostrare ai cittadini la reale – e non demagogica - vocazione democratica del nostro partito, ci impegniamo ad andare oltre:
nel caso non si arrivasse a fine legislatura ad avere una nuova legge elettorale che torni a far scegliere i cittadini i propri referenti in parlamento, come PD ci impegniamo a sostenere iniziative concrete e cioè costituire le nostre liste attraverso le modalità delle primarie aperte, fosse anche come scelta territoriale.

3. Conquistare il consenso, uscire dalla difensiva

Ma la funzione del PD non è solo quella, pure essenziale, della scelta della leadership. A fronte di altre realtà politiche che di fatto si identificano con il leader (da Berlusconi a Di Pietro), il PD, per contro, non può essere il partito degli apparati, autoreferenziali dove il confronto viene sostituito da un gergo rituale sempre più distaccato dal sentire comune. A cosa serve avere una segreteria, una direzione, un insieme di circoli se poi non circolano le idee, le opinioni, non cresce una cultura politica di identità ed appartenenza, motivata e consapevole?

Il nostro obiettivo politico deve essere quello di riempire i circoli di persone, di quelle che vivono in quei territori che vogliono innanzitutto riconoscersi in un partito, soprattutto in un partito di centro sinistra, prima di votarlo.

Comportamento:
Spostiamo l’ambito del confronto, dalla irritante polemica mediatica, alimentata da esigenze di schieramento che men che mai può interessare i cittadini, passiamo alla “chiamata” dei cittadini che oggi chiedono meno partito e più partecipazione. Stabiliamo una tabella di marcia, un calendario con all’odg tutti i temi più difficili su cui il partito, la città, il Paese dovrà fare le sue scelte (solo per citarne alcuni a ruota libera: 1) province sì, no, forse? 2) lavoro, ha ragione la cgil, ha ragione confindustria, c'è una terza ragione? 3) tassa di soggiorno, utile, necessaria, dannosa? 4) testamento biologico, valore civile, coscienza individuale? 5) legge contro l'omofobia, una vergogna che non ci sia, un argomento non prioritario? 6) antifascismo, valore storico, esigenza attuale, connotato acquisito, a rischio, 7) I nuovi Italiani è un fatto di Integrazione o di sicurezza?..)

Documento congressuale del Circolo PD di San Giuliano
MIGLIORARE E' PARTECIPARE