venerdì 9 aprile 2010

La patata geneticamente modificata


Siccome questo e' un altro argomento vero e visto che se ne e' sentito parlare molto poco e visto anche che un settore irrinunciabile come l'agricoltura e' in seria crisi (anche in provincia di Rimini), riportiamo la notizia come la riporto' il Corriere della Sera sul cediemento della UE di fronte alle pressioni per l'introduzione di organismi geniticamente modificati in Europa.


Ogm: Ue decreta fine dell'embargo


MILANO - È la fine di un embargo durato anni. La Commissione europea ha deciso l’autorizzazione alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora, prodotta dalla multinazionale Basf. La decisione mette fine all’embargo sulle nuove colture geneticamente modificate, che resisteva nell’Ue dall’ottobre 1998. La Commissione europea ha annunciato il via libera alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora «per uso industriale», nonché l'utilizzo dei prodotti dell'amido della stessa Amflora come mangime.
CONTROVERSIA - La patata Amflora, modificata in modo da avere un maggior contenuto di amido, è stata a lungo al centro di una controversia fra l’Efsa (autorità Ue di sicurezza alimentare), con sede a Parma, che ha dato il suo via libera tecnico, e le due autorità sanitarie, europea e mondiale, l’Emea (agenzia Ue del farmaco) e l’Oms. La controversia riguardava la presenza nell’organismo geneticamente modificato (ogm) di un gene «marker» che conferisce resistenza a un antibiotico importante per la salute umana. L’Efsa ha dato il suo via libera nonostante il fatto che la direttiva Ue 2001/18, relativa al rilascio deliberato di ogm nell’ambiente, proibisca espressamente l’autorizzazione agli Ogm contenenti geni di resistenza ad antibiotici importanti per la salute umana. A più riprese, negli anni scorsi, la Commissione aveva cercato di ottenere il sostegno degli Stati membri nel comitato di regolamentazione degli ogm e in Consiglio Ue, senza mai ottenere la maggioranza richiesta per l’autorizzazione alla coltura. Le norme Ue, tuttavia, danno all’esecutivo comunitario il potere di assumere da solo la decisione sull’autorizzazione, se non si esprime contro almeno la maggioranza qualificata degli Stati membri. Dopo che il precedente commissario all’Ambiente, Staros Dimas, aveva bloccato la proposta, il suo successore, il maltese John Dalli, ha creduto bene di marcare con questa decisione il suo primo atto pubblico. Oltre alla patata Amflora, sono state approvate anche altri tre nuove varietà di mais ogm, tutte destinate all’importazione e la commercializzazione per l’alimentazione degli animali.
CLAUSOLA SALVAGUARDIA - I Paesi membri contrari alla coltivazione della patata transgenica o di un altro qualsiasi ogm possono fare appello alla «clausola di salvaguardia» per impedire la coltivazione all'interno del territorio nazionale. Lo si apprende da fonti comunitarie, che hanno ricordato che tale strumento è già stato utilizzato da Francia, Germania, Austria, Lussemburgo, Ungheria e Grecia per impedire la coltivazione del mais ogm Monsanto 810, la cui coltura è stata approvata dall'Ue nel 1998.
ZAIA - Critico contro l'introduzione della nuova coltura il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia: «La decisione della Commissione europea ci vede contrari. Il fatto di rompere una consuetudine prudenziale che veniva rispettata dal 1998 è un atto che rischia di modificare profondamente il settore primario europeo. Non solo non ci riconosciamo in questa decisione - commenta ancora il ministro - ma ci teniamo a ribadire che non permetteremo che questo metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia. Proseguiremo nella politica di difesa e salvaguardia dell'agricoltura tradizionale e della salute dei cittadini. Non consentiremo che un simile provvedimento, calato dall'alto, comprometta la nostra agricoltura. Valuteremo la possibilità di promuovere un fronte comune di tutti i Paesi che vorranno unirsi a noi nella difesa della salute dei cittadini e delle agricolture identitarie europee».
REALACCI - Negativa anche l'opinione di Ermete Realacci, responsabile ambiente del Pd: «Quella dell'Unione Europea sugli ogm è una decisione molto grave. Lo è in assoluto, ma per l'Italia, oltre alle ragioni legate alla sicurezza alimentare, se ne aggiungono molte altre. Il futuro dell'agricoltura del nostro Paese non è certo nelle coltivazioni ogm, ma nell'agricoltura di qualità, legata al territorio e alle produzioni tipiche».
VERDI: DECISIONE GRAVISSIMA - Molto critici anche i Verdi. «La decisione della Commissione europea è gravissima e inaccettabile - sottolineano in una nota -. Siamo pronti a presentare un referendum già dalla prossima settimana per evitare che gli ogm vengano coltivati in Italia. Non solo è stato violato il principio di precauzione nei confronti delle colture geneticamente modificate, ma anche la direttiva Ue 2001/18 che proibisce l’autorizzazione agli ogm che contengono geni di resistenza ad antibiotici importanti per la salute umana. I Verdi si mobiliteranno per difendere la tradizione agroalimentare del nostro Paese e la salute dei cittadini».
AGRONOMI: PRUDENZA - Andrea Sisti, presidente del Conaf (Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali), invita alla prudenza: «Come ogni cambiamento epocale è necessaria la massima prudenza, anche se bisogna prendere in considerazione che la scienza non può essere fermata. Auspico che la ricerca scientifica in Europa non si appiattisca sulle logiche di solo mercato, della produttività esasperata, e che in Italia la diversità biologica delle nostre produzioni possa ancora rappresentare il presupposto per uno sviluppo economico delle aree rurali dei nostri territori».
VATICANO: OK A OGM CONTRO LA FAME NEL MONDO - Il Vaticano, invece, ribadisce la sua approvazione agli ogm, se servono per combattere la fame nel mondo. Il cancelliere della Pontificia accademia per le scienze, monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, a Cuba per un vertice sui problemi dell'economia nella globalizzazione, nel suo intervento ha difeso la trasformazione transgenica in agricoltura purché contribuisca ad alleviare la fame nel mondo e non si trasformi in attività speculativa che colpisce la giustizia. Sanchez Sorondo ha affermato che lo sviluppo di sementi transgeniche per combattere la fame è un «fatto positivo», e può aiutare a far affermare «la giustizia tra i beni e le persone».

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