Giovani e lavoro: le idee forti cerchiamole qui
di Paolo Nerozzi
Il banco di prova del nuovo riformismo italiano, come ha scritto ieri Alfredo Reichlin, è nel trovare giovani che espongano «idee forti» e non solo il «certificato di nascita». La prima idea forte del Pd deve essere, a mio avviso, rivolta al mondo del lavoro poiché, dopo le ultime lezioni, è evidente il mancato incontro tra le idee, le istanze del Pd e del centrosinistra in generale con ampi settori del mondo del lavoro, lavoratori dipendenti e piccole imprese, che costituivano da sempre la base sociale di riferimento delle forze progressiste. Elettori sempre più attratti dal richiamo della Lega e meno disponibili a investire nel centrosinistra spesso assente da quei territori dove l’incertezza delle condizioni di lavoro e di vita, fatte di disoccupazione e precarietà e quartieri insicuri, poveri di servizi sociali diventano terreno fertile per la costruzione di un blocco sociale di destra fondato sulla paura e l’incertezza. A fronte del disagio che attraversano questi ampi strati della società italiana il messaggio della Lega e delle destre appare spesso rassicurante, seppure rozzo e pericoloso. Ma a esso il Pd non è riuscito a contrapporre una diversa idea di società e di politica. In questi mesi il tema del lavoro e della crisi è stato al centro dell’agenda del Pd. Ma non è stata prefigurata un’idea unificante del mondo del lavoro e uno sviluppo possibile per il Paese. Un progetto di politica industriale, un’idea di accesso unitario al mondo del lavoro, di superamento della precarietà, di sostegno ai redditi, un’iniziativa a favore della rappresentanza e della democrazia nei luoghi di lavoro potrebbero rappresentare una base solida di dialogo con il mondo del lavoro. Insieme a nuove modalità di accesso al credito per le imprese e una Pubblica amministrazione efficiente e trasparente. Bisogna ripartire da qui contro la delusione per la politica. Disagio avvertito nella lontananza dei giovani dalla politica e nel voto di protesta per le “liste Grillo”. Dobbiamo esprimere un cambio di passo capace di presentare agli elettori una classe politica capace di coniugare progetto politico e prassi di governo basata su rigore e trasparenza. Troppo spesso anche il Pd rischia di risultare troppo simile ai suoi avversari. Abbiamo bisogno di messaggi nuovi e di comportamenti coerenti. Per far questo è indispensabile aprire il Pd alle nuove generazioni. L’età, di certo, non è l’unico elemento di rinnovamento. Servono contenuti, progetti in grado di cogliere le trasformazioni della società e trovare le risposte più opportune. Sarà vitale, per il Pd,investire su ragazze e ragazzi portatori di idee, linguaggi in sintonia con le nuove istanze della società e di pratiche che ci riconnettano a un universo giovanile estraneo dal nostro agire politico quotidiano. Inoltre, il Pd deve guardare all’esperienza Puglia dove si è espresso un sentimento politico che dovrebbe trovare spazio anche nello stesso Pd allargandolo a nuove istanze e nuove culture.
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