mercoledì 14 aprile 2010

Abbiamo perso anche Mantova


Il breve pezzo che segue sulla sconfitta di Mantova e' del Civati. Le analogie con tante altre realta' italiane (ivi inclusa emblematicamente Rimini) ci sembrano lampanti: ecco perche' e' un tema che e' parte integrante di questo nostro percorso congressuale riminese.
In calce al pezzo di Civati trovate il commento di un elettore mantovano. Ancora piu' emblematico, se possibile.


Abbiamo perso Mantova. Sorpresa sui giornali e nel gruppo dirigente del Pd. Peccato che a Mantova tutti lo sapessero o lo temessero. Peccato che il malumore verso la gestione politica e amministrativa fosse arrivato alle stelle mesi e mesi fa. Peccato che qualcuno avesse chiesto una riflessione un anno fa, perché oltre alla fuoriuscita di molti esponenti dell'ala cattolica, lo scontento fosse altissimo anche nella parte laica del Pd. Peccato che ora sia un po' troppo tardi per capire chi avesse ragione e chi torto. Peccato che si sia andati diritti, senza cambiare nulla. Peccato che non è vero che si sia perso, perché le Regionali, a Mantova, sono andate molto meglio delle Comunali (si parla di quasi 10 punti in più, e tutti a parlare di questione del Nord senza averne capito un accidenti). Peccato che nessuno sia intervenuto, nemmeno quelli che ora parlano degli errori degli altri: hanno ragione, perché gli errori si commettono quando si fa qualcosa, quando non si fa nulla è molto difficile anche sbagliare. Peccato che si siano tenute le primarie troppo tardi, di malavoglia, come al solito, e peccato che chi ha preso il 40% in quelle primarie non sia stato coinvolto successivamente. Peccato che a chi ha chiesto, sommessamente: «vi serve una mano?», sia stato risposto: «no, grazie, facciamo noi». Peccato che in Lombardia ci rimangano solo Lecco e Lodi (e Sondrio, mi correggono), che non sono esattamente i capoluoghi strategici della regione. Peccato.

Scrivo dalla campagna mantovana, quindi potrei sbagliare qualcosa sulla città. A me sembra che la tua analisi sia corretta. Però mi permetto di difendere Fiorenza (la candidata a sindaco). Nel 2005 vinse con un programma chiaro (lotta alla speculazione e all'affarismo a spese della città che nel frattempo è diventata patrimonio dell'Unesco) e lo ha perseguito fino in fondo. Lo scontento ? La guerra contro di lei (principalmente dall'interno) è iniziata il giorno dopo l'elezione, quanti consigli comunali deserti, ricatti continui, iniziative bloccate, ed è proseguita fino alla fine. Battaglie interne al gruppo dirigente del PD per la segreteria cittadina (non rispetto degli accordi con una parte della componente cattolica), nomina in gran segreto del segretario provinciale, guerre all'ultimo sangue per le candidature regionali, con una consultazione "ridicola" dei circoli, primarie in grande ritardo e non coinvolgimento della minoranza, quando la stessa Brioni le aveva chieste un anno prima, assessori e consiglieri passati all'ultimo alla concorrenza, sono il quadro completo. La battaglia finale "politica" lanciata da Dalema e gli altri dirigenti venuti a Mantova in massa ha "infastidito" molti, troppi. Dovevano fermare l'avanzata dei Lanzichenecchi ? Non ci riuscì nemmeno Giovanni de Medici (dalle bande nere) causa il tradimento del Marchese di Mantova.
Claudio Sala (Moglia - MN)

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