lunedì 5 aprile 2010

Due sintetici ma sferzanti giudizi sul Pd nel dopo voto.



















Marco Revelli , Il Manifesto, 4 Aprile ‘10

…”Bersani che in diretta TV rivendica il merito di aver «invertito la tendenza», alludendo a una sorta di vittoria, mentre tutto il suo popolo, quello che l'ha votato, è piegato in due dalla sofferenza e dalla consapevolezza della sconfitta storica, è l'emblema dell'abisso scavato tra il ceto politico e il suo popolo. Dell'incapacità di parlare la stessa lingua e di condividere lo stesso universo di senso. Ci dice di una dirigenza di partito capace solo di guardare all'interno (e di guardarsi alle spalle), preoccupata più di parare i colpi degli avversari nel partito che di vedere ciò che avviene nel mondo esterno, simbolo vivente di un esodo, drammatico, della politica di sinistra dai luoghi della vita quotidiana”

Nadia Urbinati, L’Unità, 4 Aprile ‘10

…. «Il grande problema è avere una classe dirigente solo istituzionale, parlamentare. Sarebbe una buona cosa che il leader dello schieramento non fosse un uomo delle istituzioni. Chi è nella condizione di difendere la sua posizione non è fino in fondo libero. Vivere di politica significa che non si può vivere per la politica. È Weber. Ci vogliono personalità libere di progettare un disegno comune fuori dagli schemi delle convenienze e delle appartenenze. Sarà chi saprà trovare un minimo comune denominatore alle forze della sinistra colui che saprà renderla forte abbastanza da consentirle di governare il Paese». «Sì, c'è anche una questione di leadership. Dobbiamo consentire di far crescere un'altra generazione, non usarla solo come simbolo senza dargli potere. Se no è il rapporto che c'è tra genitori e figli: i genitori hanno la borsa, tengono i cordoni. I figli hanno bisogno del loro conto in banca. Non hanno lavoro, non hanno autonomia, non hanno peso». «Berlusconi occuperà anche il web. Ha grande istinto, è capace di arrivare alla gente. Per il Pd il web è burocrazia, un lavoro come il resto. Non rispondono. Io lo uso a volte. Non mi rispondono. Non vedono, non capiscono. Obama ha vinto le elezioni grazie alla rete. Un dollaro a testa, in milioni e milioni lo hanno finanziato. Qui vai a cene elettorali dove paghi cento euro e il leader non viene. Certo bisogna fare le due cose: ma farle bene, entrambe». «Infine direi solo: bisogna andare a riprendere le persone e tirarle fuori da casa, dar loro qualcosa di più interessante della tv. Berlusconi ha costruito il suo potere isolando gli italiani davanti alle sue tv. Ma la Lega non ha tv, usa il modello del Pci di antica memoria. Uno stile premoderno, il camioncino e il megafono, bussano e ti compilano i moduli, ti aiutano a risolvere i problemi minimi che per le persone sono fondamentali. Noi non facciamo né l'uno né l'altro. Vogliamo cominciare a parlarne?»…


Alberto Rossini

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