lunedì 9 novembre 2009

Back in the USSR


Anche Calearo lascia il Pd. Altro che ventennale della caduta del muro.

Anche Massimo Calearo starebbe per lasciare il Partito democratico. L'annuncio ufficiale dovrebbe arrivare a giorni. L'ex presidente di Federmeccanica avrebbe già annunciato la sua intenzione al segretario del Pd, Pierluigi Bersani, al quale avrebbe spiegato che il partito, dopo le primarie che hanno dato a Bersani la poltrona di segretario, non corrisponderebbe più alla sua storia personale e, soprattutto, al progetto di Veltroni di un partito moderato e riformatore. Calearo, schierato con Dario Franceschini al congresso, aveva più volte nelle scorse settimane definito quello di Bersani un progetto che «guarda al passato. Io di sinistra non lo sono mai stato».

«MI HANNO CHIAMATO LORO» - Calearo è entrato in Parlamento dopo essersi presentato alle ultime elezioni come capolista per il Partito democratico nella circoscrizione Veneto 1, fortemente voluto da Veltroni. È presidente del Gruppo Calearo, che produce antenne per auto e antenne mobili ad alta tecnologia per le telecomunicazioni. Dal 2003 al 2008 è stato presidente dell'Associazione industriali di Vicenza e dal 2004 al 2008 è stato anche presidente di Federmeccanica. Alla Camera aveva sempre mantenuto un profilo indipendente: «Essendo figlio di mio padre non ho un papà nel partito. Grazie a Dio faccio quello che voglio. Mi hanno chiamato loro, non ho chiesto io di andarci. Mi sento libero», aveva dichiarato.

COMMENTI - Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari: «Posso capire Calearo. Si vede che anche lui condivide le idee di Rutelli sul pericolo che il Pd sta correndo. Mi auguro di essere smentito nei prossimi mesi dalla politica di Bersani». «L'abbandono del Pd di Calearo era annunciato», ha commentato Giustina Destro, parlamentare del Pdl, ed ex sindaco di Padova. «In passato mi era sembrato più leghista che del Pd. Ora mi auguro che che possa entrare nel Pdl». Lorenzo Dellai, presidente della provincia di Trento e tra i promotori del Nuovo Centro: «Non è un segnale di crisi del Pd o un preannuncio di scissione, ma un'evoluzione del quadro politico. L'assetto bipolare mostra segni di stanchezza: ci sono persone che avvertono questa difficoltà e cercano vie di uscita».

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