venerdì 12 giugno 2009

Tutti a casa


E adesso parliamo del vero dato importante per chi vota a sinistra e non ha le fette di salame sugli occhi: la catastrofica sconfitta del Pd.
Trovo ridicolo - ma è invece pazzesco - che con una perdita secca di sette punti percentuali in un solo anno, oltre che di decine di province e comuni, Franceschini abbia la faccia tosta di parlare di «una base di partenza per andare avanti». E subito partono le consuete lotte di corridoio, con Fioroni che chiede la riconferma del segretario e Bersani che spintona per prenderne il posto.
Intanto qui non c’è nessuna base di partenza: c’è un partito abbandonato in un anno da un quinto dei suoi elettori, quasi sparito dalla Lombardia e costretto alla difensiva perfino nelle sue riserve indiane.
Base di partenza? Certo, ma è la partenza del corteo funebre.
Alla dirigenza del Pd evidentemente il caso Serracchiani - 144.558 preferenze - non dice nulla. Pensano di aver fatto bella figura candidandola e mandandola a Strasburgo: ora però ragazzina lasciaci lavorare che dobbiamo scannarci tra Franceschini e Bersani.
L’idea di farsi da parte tutti e di lasciare spazio a mille Serracchiani, ai cuori contenti del meno sette per cento non viene neppure in mente.

Da "Piovono rane" di Alessandro Gilioli

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