martedì 23 giugno 2009

IL FERRO QUAND'E' CALDO



















Con il 53,6% a Vitali, Rimini ricaccia indietro l’onda d’urto del centro-destra.
B. anche nella nostra Provincia ha ricevuto il segnale di rosso.
Càpitano anche poi sorprese: come nel nostro collegio, una delle roccaforti riminesi del centrodestra, in cui Vitali va in vantaggio superando la soglia fatidica del 50% (chissà se la Voce ne darà notizia… ma forse, e comprensibilmente, le sarà venuta un po' di raucedine).

Alla festa, ieri sera in piazza Cavour per la vittoria, Vitali ha detto una cosa essenziale, credo sia stata una delle prime frasi: questa campagna elettorale ha portato il nostro partito e il centro-sinistra molto più a contatto con la gente e con le persone in carne ed ossa.


Incoraggiare e fortificare questo rapporto di vicinanza e di fiducia, a partire ora dal PD, ci darà una doppia vittoria: perchè è quello per cui siamo nati. Chi nei circoli come il nostro ha battuto strada per strada e porta per porta i quartieri e i territori sa bene come possiamo portare a casa questi risultati: è vero, fatichiamo un po’ di più, ma loro senza le tivvù non passano, noi si.
La gente e le persone hanno risposto a quel “darci una mano”, a quel sentirsi coinvolti in prima persona, già invocato dallo stesso Franceschini. E così è stato che anche qui B. e i suoi peones non passano. Ora queste stesse persone che ci hanno rinnovato la loro fiducia andranno ancora più coinvolte. Più delle alleanze di scacchiere contano le persone: quelle che ci mettono la faccia (ad ogni livello) e quelle che ci mettono il voto (qualsiasi sia la loro provenienza).

Anche il quadro nazionale si tinge di tinte meno fosche. Milano purtroppo non ce la fa – ma si ferma un tanto così dal risultato, a Firenze Renzi sfonda – sarà spocchioso e talvolta poco simpatico – ma ha convinto anche i “rossi” che al primo turno gli avevano remato contro, Torino resiste come avamposto della gallia cisalpina in pieno stile-asterix contro le legioni romane, a Bologna e a Bari si supera o si sfiora il 60%.

Troppo presto per parlare di declino del berlusconismo. B. è ancora lì, ma scricchiola. Ci mette del suo, certo, ma la fiducia incondizionata comincia a condizionarsi, sarà per l’estate che arriva e per gli italiani che accendono i loro pinguini domestici. E’ un po’ che ci fumano, effettivamente.

Quindi, in tutto ciò: sbagliato sperare che B. si rovini con le sue mani, importante invece decidersi a battere il ferro quand’è caldo. A Firenze come a Bologna, a Torino come a Rimini e così via.

Come diceva bene Rossini dal nostro blog (ma parafraso rozzamente) potremo sentirci al sicuro dal berlusconismo solo quando avremo un’idea alternativa forte e chiaramente identificabile - al nostro interno e al nostro esterno - di ciò che siamo (forma-partito) e di ciò che vogliamo (temi-scelte). Zingaretti parla di una fiducia che oggi può riaccendendersi grazie a una miriade di realtà come la nostra, di eccellenze sul territorio, ancora scarsamente incidenti perché frammentate e municipalizzate, ma destinate a rappresentare la risposta più viva al bisogno di speranza e di cambiamento.

Inizia l’estate è vero, ma quantomeno tra un bagno e l’altro, dobbiamo trovare tempi e luoghi per riprendere il cammino iniziato, di cui il PD deve essere forza trainante e ispiratrice.
Dobbiamo battere il ferro finchè è caldo.
Magari lo faremo all’aperto, per sfuggire all’afa delle stanze chiuse, sedie comode e ghiaccio per tutti per refrigerarsi: ma dobbiamo battere il ferro finchè è caldo.
Slacciatevi pure le cinture, gonfiate i canotti o i muscoletti durante la prova-costume, cominciate pure a mettervi comodi, ma iniziate anche a spremervi le meningi.
Idee e capacità d’azione non ci mancano.


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