sabato 6 giugno 2009

«Insieme potremo fare molto»


Abbiamo iniziato il nostro giovane, ma intenso, percorso come Circolo PD di San Giuliano molto prima dell'inizio di questa campagna elettorale, meritando sul campo le simpatie e il seguito che ci hanno resi la realta' di gran lunga piu' vitale nella nostra citta'.
Abbiamo ospitato Debora Serracchiani che, in una infausta (in quanto piovosa...) serata, ha incontrato cittadini entusiasti come da tempo non si vedeva per una campagna elettorale.
Abbiamo lavorato per la candidatura di Roberto Maldini, nostro coordinatore, sicuro protagonista del futuro politico di Rimini nel segno di quel rinnovamento che non c'e' elettore che non ci indichi come prossima indispensabile tappa del PD.
Abbiamo sostenuto attivamente, senza se e senza ma, la campagna per Stefano Vitali alla Presidenza della Provincia di Rimini.
Per tutto questo, facciamo nostro l'intervento ormai comune a tanti giovani (non solo anagraficamente) esponenti del PD, che pubblichiamo qui di seguito, a conclusione della campagna elettorale.

Lo sappiamo, molti elettori sono esasperati, hanno vissuto male questo nuovo partito, lo hanno amato, in alcuni casi, senza essere ricambiati (dal Pd e dalla sua politica). Molti entusiasti della prima ora sono rimasti delusi, molti delusi in partenza sono rimasti entusiasti di essere delusi. Però, facendo questa campagna elettorale, una campagna elettorale difficile soprattutto dalle nostre parti, dove da molto tempo siamo al governo, ci rendiamo conto che da questo Paese sta scomparendo la politica.
Ed è pericoloso e preoccupante.
E tutto si gioca e si 'brucia' in poche battute, sulla sicurezza anche dove sono tutti sicuri, sulla casta anche dove il sindaco guadagna qualche centinaio di euro, sulla polemica e sul gossip, perché non abbiamo parole per descrivere la crisi, per interpretarla, per offrire quelle soluzioni che ci consentirebbero di farvi fronte e di uscirne. La politica non c'è più e, invece, sarebbe necessaria a ciascuno di noi, se solo fosse capace di parlarci, di dirci qualcosa, di permetterci di essere più forti e sereni. Per farlo, ci vuole una forza grande e autorevole, nel nostro campo, perché sia possibile lanciare la sfida a B e ai suoi. È un argomento semplice fino alla rozzezza, il nostro, ma è l'unica cosa che sentiamo davvero. Siamo preoccupati e siamo arrabbiati, come tanti di voi, per il tempo che abbiamo buttato via. Per il futuro che non sappiamo più raccontare. Per la cattiveria di questi tempi.
Vorrei che seguiste il nostro consiglio, anche e soprattutto se, come noi, volete cambiarlo, questo partito. Perché per cambiarlo, prima bisogna votarlo. Bisogna dargli forza, bisogna costruirlo. Fatelo e questa volta, ve lo promettiamo, non ve ne pentirete. Perché c'è qualcosa di nuovo, nell'aria cupa dei tempi nostri. Il nostro è un impegno preciso, non è una favola, anche se ci sentiamo un po' come il gatto con gli stivali: al giovane che lo riceve come unica eredità, rispondendo alla sua delusione fin troppo comprensibile, il gatto promette: «insieme potremo fare molto».
Incominciamo il 6 e il 7 giugno. Perché il Pd più lo voteremo, più lo cambieremo.

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