sabato 20 giugno 2009

Nessuno si senta assolto





Partendo dalle posizioni espresse nel dibattito sull'imminente congresso all' interno al Circolo PD di San Giuliano, riportiamo un botta e risposta apparso su Micromega. Le posizioni di Paolo Flores d'Arcais e Luca Sofri rispecchiano, con le debite distanze, quelle di alcuni di noi.


Il Partito democratico e i notabili nel formaggio - A -
di Paolo Flores d'Arcais

Un avvocato di 38 anni non è un “giovane”. Se poi entra in politica, e raccoglie una mole di preferenze che quasi doppia il risultato del capolista, l’avvocato in questione è già potenzialmente un leader. A 36 anni Zapatero era segretario del Psoe e John Fitzgerald Kennedy a 35 viene eletto senatore (diventerà presidente appena un po’ “meno giovane” della nostro avvocato). Debora Serracchiani, perché di lei si tratta, deve solo decidere di rischiare come leader, o ripiegare – già ora, così “giovane”! - sul tranquillo tran-tran della carriera di notabile. Debora Serracchiani ha deciso, non correrà da leader, non si candiderà alla segreteria del Partito democratico. Sarà uno dei notabili di Franceschini. Per i media continuerà a passare per “giovane”, ma ha già fatto la scelta più vecchia e di sempre, nella partitocrazia di destra, di centro, di sinistra: la cooptazione. David Sassoli, giornalista, di anni ne ha 53, non lo si può far passare per giovane nemmeno con gli argani (bisognerebbe assumere come metro della vita umana quello delle promesse del dott. Scapagnini al suo più illustre paziente, e anche così sarebbe ormai di mezza età), e avendo preso 400 mila voti, uno strabotto, è ipso facto un candidato alla leadership del Pd. Ma anche lui ha preferito un futuro di rassicurante carriera “nel formaggio” della cooptazione di nomenklatura. Prosit. Se questo è il “nuovo” del Pd, resta solo l’’abusato “si stava meglio quando si stava peggio”, ma risalendo assai indietro, ad Occhetto e anche prima. Al possibile rinnovamento del Partito democratico ho personalmente smesso di credere, definitivamente, dopo le prime dichiarazioni/invocazioni di Veltroni sconfitto: “dialogo, dialogo, dialogo, Berlusconi non respinga la nostra preghiera di dialogo!”. Ma altri cittadini democratici (nel senso che, come noi, stanno con la Costituzione repubblicana, senza se e senza ma), assai autorevoli nel mondo della cultura e/o del giornalismo, continuano a ritenere che “extra Pd nulla spes”: se vogliono poter continuare a sostenere l’ipotesi del rinnovamento di tale partito, sarà il caso che riescano a convincere qualcuno di veramente estraneo alla vecchia combriccola dei cooptatori-cooptati-cooptandi (l’intero vecchio gruppo dirigente, insomma), a farsi avanti, perché nessuno crederà a un partito nuovo con segretari “sempre quelli”, e se un nome fuori dai giochi non correrà alle primarie, finiranno per dover dar ragione a girotondini, giustizialisti e altri pericolosi estremisti, perché nel Pd l’emorragia diventerà esodo biblico.

Il Partito democratico e i notabili nel formaggio - B -
di Luca Sofri

Ci sono due errori nelle considerazioni di Paolo Flores d'Arcais. Il primo è strano da parte di un navigato frequentatore dei giornali come lui: ed è il suo fondare un ragionamento sulle chiacchiere delle pagine politiche, che soprattutto in questi tre mesi di pre congresso del PD ospiteranno tutto e il contrario di tutto, dettando la linea loro stesse alla politica.Io invece non credo abbia alcun senso dibattere dell'ipotesi che "Debora Serracchiani sarà uno dei notabili di Franceschini", perché al momento non risulta nulla del genere. E partecipare alla bolla delle speculazioni balneari mi pare complice del peggio della politica italiana, oltre che tempo perso. Solo tre giorni fa pareva che il nuovo leader del PD dovesse essere Nicola Zingaretti, per fare un esempio qualunque. Poi lui si è chiamato fuori, e via a parlare d'altro. Vedrete che tra un mese o due risalterà fuori Zingaretti. L'altro errore non è di metodo, ma di merito. Ed è l'uso strumentale e retorico del termine "cooptazione", buono ormai per lo svilimento di qualunque valorizzazione. Invece la cooptazione è semplicemente il meccanismo attraverso cui funzionano gruppi e istituzioni efficienti, siano privati o pubblici. I ministri della Repubblica, per fare l'esempio più ovvio, lo divengono per cooptazione: e lo sancisce la Costituzione. Lo stesso vale per gli assessori, i giornalisti, i calciatori, gi operai, i manager, e tutti i ruoli non elettivi o concorsuali. Lo stesso Paolo Flores d'Arcais sarà stato di certo cooptato da qualcuno nella storia delle sue appartenenze politiche o delle sue collaborazioni giornalistiche. Il punto sono piuttosto i criteri della cooptazione, e di questo dovremmo più assennatamente parlare: che sono spesso tuttaltro che meritocratici o legati alle competenze e credibilità. Ma i centotrentamila voti raccolti da Debora Serracchiani alle europee difficilmente possono essere trascurati da chi abbia il dovere di investire su forze nuove e credibili nel PD. Se non venisse cooptata lei, sarebbe una spettacolare dimostrazione di cecità nei confronti di un'opportunità e del desiderio degli elettori. Ma fatte queste due rilevanti obiezioni, sulle conclusioni di Flores D'Arcais siamo d'accordo in molti: cambiare il gruppo dirigente del PD, cercare di costruire un'alternativa per le primarie, e magari di costruire un'alternativa anche alla politica di sinistra di questi anni, che si è rivelata assai perdente, e nessuno si senta assolto.

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