domenica 28 febbraio 2010

ARGOMENTI DA DIBATTERE


Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Cari amici dei circoli PD,

Manuela Fabbri ha promosso incontri presso il nostro Circolo, ponendo un forte accento critico sui “parcheggi selvaggi” davanti al Duomo, e non solo. Penso che l'iniziativa sia condivisibile e meritoria. Per molte ragioni. Ma, soprattutto, perchè ha il pregio di indicare la via maestra al nostro attivismo partecipativo e propositivo.. Che non è certamente quello di tacitare i grandi e complessi temi dell'odierno vivere nella società nazionale e mondiale, ma di occuparsi , però, in via prioritaria e prevalente, dei problemi concreti, piccoli e meno piccoli, che assillano il territorio in cui viviamo e che tutti noi ben conosciamo. Insomma, credo fermamente che, a partire dalla denuncia di Manuela, numerosi siano gli argomenti di dibattito da mettere in lista, chiamando all'opera – al fine di trovare soluzioni pertinenti – gli amministratori locali, gli organi di decisione e orientamento culturale del PD, l'intera cittadinanza.

Per quanto personalmente mi riguarda, molte sono le voci che amerei vedere incluse in elenco: a partire da quelle relative ai tanti motivi di degrado del centro storico e delle periferie, più volte ricordati in precedenti occasioni. Ma è un ulteriore argomento che adesso vorrei proporre all'ordine del giorno: quello riguardante lo stato penoso del verde cittadino, ivi incluso il verde delle aree marine.

Nel dicembre del 2008, il Maestro Claudio Abbado subordinava il proprio ritorno alla Scala al conseguimento di un cachet “in natura”: la piantagione a Milano di 90.000 alberi. La richiesta – come noto – ebbe grande eco sulla stampa nazionale, incontrando l'entusiastico consenso dell'Architetto Renzo Piano . E oggi essa comincia a realizzarsi, mobilitando l'adesione dei privati cittadini, pronti ad “adottare” le nuove piante da collocare nelle vie e piazze milanesi (compresa Piazza Duomo).

Superfluo commentare che l'iniziativa Abbado mi ha aperto il cuore alla speranza: perchè non realizzarla anche nella nostra città? E, d'altronde: come non vedere che la “svolta” verde avrebbe un impatto favorevole non solo sull'estetica e sulla salubrità dell'ambiente cittadino, ma pure sulla qualità dell'offerta turistica di Rimini, non poco deprezzata dalla prolungata fama di “divertimentificio” e “riminizzazione”?

Mi piacerebbe che l'attesa e auspicabile “svolta” prendesse avvìo dai circoli PD. Ecco perchè mi permetto di rivolgere un pressante appello agli amici di Marina Centro e di S.Giuliano, affinchè il tema in questione sia sottoposto al dibattito dei notri tesserati.

Magda Succi, Rimini, 19 febbraio 2010

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