lunedì 8 marzo 2010

It's a beautiful day


Nella primavera della politica riminese avevamo creduto e avevamo detto gia' da molto tempo. E in queste giornate grigie per la nostra democrazia nazionale, ci avevamo sperato ancora di piu'. E sabato si e' compiuta. Lorenzo Certelli e' stato eletto Coordinatore della Giovanile Democratica riminese con larghissima maggioranza. Era l'unico candidato e solo 3 schede bianche hanno sancito il larghissimo consenso che ha sostenuto prima la convocazione del congresso stesso, poi la candidatura di Lorenzo. E' stata la vittoria di un gruppo che ha avuto in Lorenzo il suo naturale candidato e in Giovanni Carghini, insieme alla commissione elettorale da lui coordinatata, la maturità e la capacità di svolgere appieno questo riuscitissimo congresso. Riuscitissimo prima di tutto perche' straordinariamente partecipato: sono stati una cinquantina i ragazzi (under 30) presenti e votanti, la stra-grande maggiorianza dei quali ha condiviso il percorso che ha portato a questo congresso. Il Coordinatore Regionale delle Giovanile Democratica ha sottolineato, in un intervento molto applauito, come la convocazione di un congresso "dal basso" come quello che si e' verificato ieri a Rimini sia un fatto doppiamente straordinario. Lo e' una prima volta visto che si tratta del sintomo di un attivismo politico d'altri tempi (vista anche la sua burrascosa gestazione), lo e' poi una seconda volta visto che cio' avviene a Rimini, in una piazza che per lungo tempo e' stata ritenuta (insieme a Piacenza, citiamo testualmente) la "periferia"dell'Emila Romagna, cioe' meno incline a spontanee manifestazioni di entusisiasmo politico e piu' bisognose di "sollecitazioni" da parte del partito centrale. Piu' chiaro di cosi'. Anche il segetario provinciale Andrea Gnassi ha voluto portare un saluto a questo spettacolare segnale di vitalita' politica di Rimini.

A questi ragazzi l'augurio di saper gestire lo spazio che hanno saputo conquistarsi con metodo e coraggio, tenendosi quanto piu' possibile lontani dagli errori degli "adulti" del PD. A proposito di adulti, speriamo che il "loro" (il nostro...) congresso porti a compimento la primavera inaugurata da quello di questi promettentissimi ragazzi.

Concludiamo con una breve intervista a Lorenzo, che vuole fungere da presentazione per un sicuro protagonista del Partito Democratico riminese. Noi del Circolo PD di San Giuliano, che abbiamo scelto la traccia dell'intervista, abbiamo cercato di toccare quei punti che, secondo noi, sono i nervi scoperti (e quindi decisivi) non solo del PD nazionale, ma anche locale. La domanda sulle primarie in Puglia (la sesta) puo' risultare fatalmente datata visto che si riferisce a fatti di piu' di un mese fa, ma la riteniamo comunque importante non nel merito, ma nel metodo. Le primarie, per quanto incredibile, hanno ancora feroci detrattori nelle schiere piu' conservatrici e autoreferenziali del PD (nazionale e locale).

1) Perche' ti impegni (e uso la parola impegni) nel PD?

Penso che siano varie le motivazioni che spingono una persona a impegnarsi in politica, nel mio caso una forte spinta è data dal fatto che per me la politica sia sempre stata qualcosa di entusiasmante, adrenalinico: l'idea di poter plasmare la realtà, la complessità di dover relazionarsi con altri soggetti per poter portare avanti le proprie idee è qualcosa che mi ha sempre affascinato.
Poi col tempo mi sono nati qualcosa come degli imperativi morali: mi ricordo che alle superiori lessi "La tavola periodica" dove Primo Levi tra le altre cose descriveva il suo incontro con un nazista che era stato nel suo lager e dopo tanti anni voleva chiedergli scusa. Quel nazista faceva solo il suo dovere, non era un fanatico, cercava il quieto vivere, ma Levi lo accusa lo stesso perchè di certo non sono persone come lui a creare le dittature, ma sono persone come lui che nell'ignavia permettono l'instaurarsi di dittature o il perpetuarsi dell'ingiustizia. Quando lo lessi mi sentii come se l'indice della storia fosse puntato verso di me, per accusarmi della mia inattività. Quindi conciliai il mio dovere in quanto essere umano con la mia naturale passione, la partecipazione nel PD era ed è la più logica maniera di farlo.

2)La tua percezione della provincia di Rimini intesa come territorio socio/culturale/economico?

Credo che Rimini sia un territorio ricco (Lorenzo e' di Santarcangelo, n.d.r.), con grosse potenzialità, però è evidente che ci sono anche forti problemi come ad esempio la cementificazione selvaggia, che produce nella società un sentimento di sfiducia verso le istituzioni, ed in particolare verso il nostro partito. Tutto sommato però la società rimane viva, anche se è reale un spostamento a destra delle persone, perchè non trovano risposte adeguate ai problemi sia reali che immaginari da parte nostra. Quindi credo che come partito, ma in particolare come giovanile dovremmo saper raccogliere queste parti dinamiche creando delle forme di cooperazione per andare a riformulare le soluzioni necessarie alla società. Proprio perchè credo sia nostro compito tornare a difendere il territorio e soprattutto tutte qulle categorie di perssone che sono più disagiate, ad esempio i lavoratori precari e stagionali che da noi sono una parte importante.
Perciò se oggi a Rimini noi siamo in difficoltà perchè fatichiamo a trovare una sintonia con la società allo stesso tempo lavorando bene possiamo anche raggiungere ottimi risultati visto che molti cittadini hanno voglia di partecipare e contare, serve solo che noi gliene diamo la possibilità.

3) Essere della generazione nata con la nascita del PD è un dettaglio o un tratto fondamentale (i DS e la Margherita quasi non sai cosa fossero...)?

Credo che sia un tratto fondamentale; cerco di spiegarmi: noi non abbiamo strutture ideologiche al quale aderire o da rifiutare, e questo senza dubbio può essere un fattore che favorisce la laicità di pensiero.
Inoltre il doversi ridefinire, per creare una nostra base culturale ci porta inevitabilmente a dover analizzare la realtà del nostro paese e a dover dare soluzioni ai problemi con visioni per il progresso civile ed umano del paese. Allo stesso tempo però rende più complessa la ricerca di cosa è giusto in politica, cosa è bene per le persone e cosa no, perché il tutto rimane una elaborazione individuale, quasi intimistica, come se la politica non fosse più un esperienza collettiva. Forse questo è dovuto ad un generale sbandamento di guida culturale del nostro partito, che non riesce a delineare le proprie idee su tanti temi per poi comunicarle. Dunque sento di aderire pienamente al mio tempo e di essere integralmente il frutto delle potenzialità e degli errori di questo partito; e sinceramente ne sono anche orgoglioso, perchè tutto questo mi fa sentire partecipe di una “missione” storica, o il PD si realizzerà appieno per diventare lo strumento del progresso di questo paese o rimarremo per decenni in balie della moderna dittatura Berlusconiana: il nostro compito è abbastanza importante credo.


4) Condividi la formula secondo cui nel PD riminese stia fiorendo una "primavera politica"?

In generale sono restio a dare queste definizioni sul futuro che poi inesorabilmente rimangono belle speranze inattuate, meglio non cercare di dare troppe etichette. Detto questo, vedo che sicuramente nel PD riminese c'è una forte richiesta di rinnovamento, e che la giovanile oggi possa rispondere a questa che è una richiesta di contemporaneità al partito.

5) Il segretario provinciale Gnassi alla presentazione della Conferenza Programmatica richiamava tutti a tener ben presente che dobbiamo ricordarci che "siamo (noi PD) SOLO UN PEZZO della dirigenza di questo paese/citta'/provincia": vedi anche tu il rischio di una ulteriore deriva autoreferenziale della politica?

Credo che sia irreale parlare di rischio, visto che come un po' in tutto il paese, questo spesso è già un dato di fatto; concordo pienamente con Andrea dunque penso che il nostro obiettivo debba essere duplice da un lato cercare un dialogo con tutti gli altri soggetti, perchè visto che quasi ovunque governiamo noi, ascoltando le esigenze di tutti si ha una visione migliore delle necessità dei territori e quindi si amministra meglio. Allo stesso tempo bisognerà sforzarsi di essere più rappresentativi possibile, che non vuol dire imbarcare tutti o accondiscendere tutti i poteri economici del territorio, ma aumentare enormemente la partecipazione delle persone e diffondere i nostri valori, alternativi a quelli delle destre. Inoltre un impegno importante è anche quello di allacciare dei rapporti efficaci con le associazioni che lavorando nel sociale, suppliscono alla nostra mancanza di rappresentatività.

6) Non possiamo non fare una domanda di attualita': 192000 elettori hanno partecipato alle primarie in Puglia (e quasi 100000 in Calabria) e sancito la mostruosa vittoria di Vendola (e di Loiero) quando tutto il gruppo dirigente del PD prima era contro le primarie e poi era per Boccia. Cosa e' successo?

Sugli avvenimenti credo che ci sia stata una valutazione eccessiva sul potenziale personale da parte, ad esempio, di D'Alema; detto questo, il problema non è il singolo caso, ma più in generale di scarso ascolto verso gli iscritti e verso gli elettori che avevano un opinione opposta a quella della nostra dirigenza. Proprio Furio Colombo indicava nell'incapacità di essere in sintonia con il territorio da parte della dirigenza questo brutta figura del nostro partito. In ogni caso, credo che non sia qualcosa d'irrimediabile, si è fatto un errore di valutazione, l'importante è aver capito e cambiare velocemente strategia senza ostinarsi in una linea politica astratta che ha dimostrato di cozzare con le volontà dei nostri iscritti e degli elettori.

7) Per completare il quadro vorremmo che ci indicassi un uomo politico, un libro e un tuo "luogo dell'anima" (non che ce ne sia solo uno per categoria, ovvio, ma ne vorremmo sapere uno...) da tenere come punti di riferimento?

Beh allora, come politico mi ha sempre affascinato Gramsci, non in particolare per la sua elaborazione politica, che comunque è stata molto importante, ma perché credo sia il prototipo del politico, cioè uomo di grande cultura che è stato uno dei più grandi pensatori del novecento, ed allo stesso tempo ha sempre considerato fondamentale concretizzare le filosofie politiche nella realtà, impegnandosi attivamente. Inoltre era un uomo di grande empatia verso la causa degli ultimi e dei diseredati, dei quali aveva un forte seguito.

Un libro che veramente mi ha folgorato, e che posso considerare una tappa importante della mia formazione me lo ha consigliato mia mamma, mi pare in terza media, era un saggio di Gianini Belotti Elena, 'Dalla parte delle bambine', dove vengono analizzate tutte le discriminazioni e le differenze di educazione tra i maschi e le femmine, che se intrappolano entrambi in degli stereotipi, sicuramente sono più opprimenti per le prime. Mi è stato utile per cercare di osservare tutte le disuguaglianze nel trattare i maschi e le femmine, ed a estendere la cosa su tutti i pregiudizi dovuti agli stereotipi sociali; a volte dovevo anche litigare con degli amici su queste cose, e ahimè con amiche con effetti grotteschi: io a dover fare la parte della femminista e loro a difendere i buon vecchi costumi sociali spacciandoli per fisiologiche differenze.

Un luogo dell'anima: domanda difficile alla quale fatico a rispondere comunque un luogo rappresentativo per me è la stazione di Bologna. Facendo ogni fine settimana (e ultimamente anche durante la settimana) la spola tra casa e Bologna ci passo del tempo: e per me diventata uno di quei luoghi simbolo della storia italiana, in una città che più di tutte rappresenta, la lotta degli ultimi per la libertà e l'uguaglianza. Crocevia di storie e di uomini in partenza e arrivo, identifica il desiderio d'andare per conoscere ed esplorare, e quello di tornare per creare e contribuire al progresso della propria terra.

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