lunedì 22 marzo 2010

Intervista a Filippo Pecci


Tra i tanti ragazzi della Giovanile Democratica riminese che si sono distinti, Filippo Pecci (quello nella foto, a sinistra) ha svolto un ruolo particolarmente attivo nella riuscitissima manifestazione del 1 marzo scorso. Ovviamente la gestione della manifestazione e' stata completamente condivisa con molti altri gruppi attivi sul fronte dell'immigrazione, ma ci e' parso da subito estremanente positivo che ragazzi attivi all'interno del PD, fossero altrettanto attivi "all'esterno". L'intervista che vi proponiamo (cosi' come era successo in occasione di quella con Lorenzo Certelli) da' un'idea davvero entusiasmante della qualita' di questi ragazzi.

1)Perché ti impegni (e sottolineo la parola impegni) nel PD?
Perché non riesco ad accettare che ciò che non funziona non si possa cambiare e migliorare. Il PD, al contrario di quanto pensano tanti miei coetanei, è il vero veicolo del cambiamento possibile. Per questo mi impegno in questo partito, perchè penso che sia la miglior occasione che la sinistra ha per cercare di cambiare davvero qualcosa.

2) La tua percezione della provincia di Rimini intesa come territorio socio/culturale/economico?
Penso che molti aspetti della nostra provincia siano migliori rispetto ad altre zone di Italia. Chiaramente però non mancano alcune ombre. Ad esempio: io abito a Montescudo, quindi nell'entroterra. La sensazione qui, ai confini della provincia, è che le amministrazioni ed i partiti concentrino tutti i loro sforzi e le loro attenzioni verso il mare ed il turismo, lasciando questi territori a sé stessi. In più mi sembra evidente che il malcontento per gli ultimi anni di amministrazione del territorio sia abbastanza diffuso, quindi penso che sia necessario un vero e proprio colpo di reni, per far ripartire la tanto conclamata politica del buongoverno.

3)Essere della generazione nata con la nascita del PD e' un dettaglio o un tratto fondamentale (i DS e la Margherita quasi non sai cosa fossero...)?
Penso sia una nostra caratteristica fondamentale. La nostra generazione è la vera generazione PD, siamo slegati da tutte le logiche che appartengo al passato, e abbiamo ben chiaro cosa il PD debba essere : un partito riformista, laico, che sappia interpretare la realtà, rispondere ai problemi del nostro tempo.

4)Cosa ti ha spinto a impegnarti nel co-coordinamento della manifestazione del 1 marzo? E da uomo-PD (anche se non in veste ufficiale) come sono stati i rapporti con le altre organizzazioni?
Lo scorso inverno, grazie alle attività del gruppo Diritti e Libertà(gruppo di lavoro della conferenza programmatica), ho iniziato ad interessarmi alle problematiche legate all'immigrazione, ho letto qualche libro, ho ascoltato molto. Poi quando si è presentata l'occasione di partecipare a Rimini all'iniziativa del Primo Marzo, ho subito deciso di impegnarmi in questo comitato. Il Primo Marzo è stata davvero la grande novità dell'inverno, dal punto di vista politico e sociale. Per la prima volta cittadini italiani e stranieri si sono uniti, per una battaglia di civiltà, pacifica ed antirazzista.
E' stata per me una fantastica “scuola” ho imparato a confrontarmi con tante diverse realtà, a conoscere i diversi punti di vista di tutte le organizzazioni che hanno partecipato. I rapporti con le altre associazioni sono stati buoni. Grazie all'apporto dato dagli altri ragazzi della giovanile, abbiamo dimostrato che il PD sa essere presente in prima fila su temi importanti, che siamo capaci di mobilitarci e che non risparmiamo testa e gambe.

5) L'esperienza dell'organizzazione della manifestazione del 1 marzo ti ha sicuramente dato la possibilita' di farti un'idea piu' precisa del mondo dell'immigrazione: quali sono le sue declinazioni riminesi?
Rimini non è Verona o Treviso, ma anche qui ci sono diversi problemi legati all'immigrazione.
Tanto per cominciare i luoghi dell'integrazione. A Rimini, ci sono tante associazioni che svolgono un lavoro di assistenza fondamentale per tanti immigrati, sostituendosi, di fatto, ai vuoti lasciati dallo Stato e dalle amministrazioni. Fin'ora la sede di tante di esse è stata la Casa della Pace, un luogo purtroppo fatiscente, ma comunque sufficiente ad accogliere tante attività importanti per quanto riguarda l'integrazione. Ora è sotto sfratto, e non è ancora stato trovato una nuova sede adatta ad ospitare tutto ciò che prima si faceva alla Casa della Pace. Il primo passo deve essere la riqualificazione dei luoghi destinati alle attività di integrazione e di assistenza ai migranti.
In secondo luogo, una delle cose che mi ha più colpito è il fatto che, purtroppo, le comunità di migranti sono a volte troppo isolate tra loro, e tendono a essere molto chiuse, rendendo difficile anche il passaggio delle informazioni a tutti i membri. Ad esempio a noi del comitato Primo Marzo, è risultato difficile contattare il singolo cittadino migrante e coinvolgerlo, molte informazioni troppo spesso si sono fermate ai presidenti delle associazioni o a pochi intimi.

6)Eri gia' parte della Giovanile Democratica e hai condiviso gran parte del percorso ad ostacoli che ha portato al vostro congresso: cosa speri che scaturisca da questo gruppo?
Ho grandi aspettative per questo gruppo. Da qui deve partire il cambiamento, da questa Giovanile deve nascere una classe dirigente che possa prendere per mano il partito e trascinarlo fuori dall'empasse nella quale si trova, anche a Rimini. Dobbiamo riuscire a coinvolgere tanti ragazzi e mostrare loro che c'è un luogo nel quale possono esprimere il loro pensiero e confrontarsi con tante tematiche interessanti ed importanti.

7) Per completare il quadro vorremmo che ci indicassi un uomo politico, un libro e un tuo "luogo dell'anima" (non che ce ne sia solo uno per categoria, ovvio, ma ne vorremmo sapere uno...)da tenere come punti di riferimento?
Un libro
: non è un libro che parla di politica ma ha segnato il mio percorso di vita fin'ora. L'ultimo Teorema di Fermat di Simon Sight, che ho letto per la prima volta qualche anno fa, restando affascinato dalla matematica. Adesso studio matematica, sono al secondo anno, e quel libro ha segnato l'inizio della mia passione. Il libro racconta di come il matematico Andrew Wiles abbia dimostrato uno dei teoremi più misteriosi della storia, restato senza soluzione per secoli. Ad ogni esame non superato, ne rileggo alcune parti, giusto per ricordarmi perchè studio matematica.
Un luogo importante per me, è una città: Padova, ci vivo da un anno e mezzo ed è lì che trascorro la maggior parte della mia vita.
E' difficile trovare un uomo politico a cui io sia particolarmente legato, perchè in realtà non ce n'è davvero uno: più che gli uomini politici tengo come punti di riferimento alcuni principi come la laicità, la giustizia sociale, il diritto di ciascuno a ricercare la propria felicità.
Dal mio punto di vista credo che Zapatero abbia rappresentato e rappresenti tutt'ora il mio ideale di riformismo: lucido, capace di rispondere ai problemi della società e di innovarla.

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