mercoledì 31 marzo 2010

Un'analisi del voto a livello nazionale


Visto che i commenti dei politici come al solito non sono fondati su dati reali e visto che i giornali non si preoccupano di farlo notare, ho fatto una piccola analisi del voto che spero serva a riflettere seriamente su quello che è successo.

Il primo dato macroscopico è l'astensionismo. Ma colpisce tutti indistintamente? Tutti parlano di lega inarrestabile, ma è vero? Se le tendenze di questi dati si riproponessero alle politiche cosa succederebbe?

I confronti con le regionali del 2005 servono a poco perchè il quadro politico è troppo cambiato. Confrontiamo i dati allora con le Europee di meno di un anno fa.

Prima sorpresa: l'astensione è solo al Nord, al centro-sud invece i votanti sono stabili o in aumento. Lì il centrosinistra prende pochi voti in più in Campania e in Basilicata, molti voti in più in Puglia e molti in meno in Calabria. Gli stessi nel Lazio. Il centro-destra prende gli stessi voti in Campania e Lazio, cala in Basilicata e Puglia, cresce in Calabria.

Ma veniamo al Nord, dove i fatti sono molto più significativi.

Lavorando sui numeri e non sulle percentuali possiamo capire chi è stato colpito dall'astensionismo. Purtroppo non si possono fare confronti per lista, perchè alle regionali si può votare solo per il presidente della regione e alle europee no, perciò, volendo essere seri, tralasciamo i dati di lista e confrontiamo i dati di coalizione.

Il centro-destra, con la Lega, perde 1.000.000 di voti; il centro-sinistra ne perde 470.000; i grillini ne prendono 475.000 e i radicali ne perdono 345.000.

Dando un'occhiata ai dati di lista, sapendo, come detto, che sono un po' sottodimensionati e quindi hanno valore solo indicativo, la Lega perde 140.000 voti e l'Udc ne perde 200.000. Volendo provare a correggere questi dati possiamo dire che la perdita della Lega è minore, forse 50.000; ma il trascinamento leghista francamente non lo vedo, e l'astensione colpisce anche la Lega, se pur in misura molto minore del Pdl.
L'Udc perde di più dove è coalizzata col centrosinistra.

A livello nazionale sembra di poter dire che, rispetto a Giugno scorso, l'astensione colpisce esclusivamente la destra; gli insoddisfatti di destra non si sono spostati verso sinistra o verso il centro, ma nemmeno sulla Lega. Sono stati a casa. Il Pd e il centrosinistra sembrano crescere un po', poco. L'affermazione dei grillini va considerata seriamente, non è fiammata. L'Udc non è così determinante, lo è ivece la capacità di creare alleanze ampie, con partiti e movimenti.

Comunque, ci sono motivi di speranza; mi avessero dato questi risultati in Novembre non ci avrei creduto. Evidentemente le cose possono cambiare.

Dando un'occhiata all'elezione del Senato, se si riproponesse una situazione simile a questa, basterebbe vincere in Puglia e Liguria, che è possibile, e in Lazio e Piemonte, difficile ma non impossibile e al Senato si configurerebbe un pareggio.

Speriamo che sia una inversione di tendenza.

Enrico

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