venerdì 26 marzo 2010

«Voglio un Pd popolare più della Lega, a Errani chiedo novità in giunta»

A proposito del post LE REGOLE CHE NON CI SONO apparso sul sito del Circolo PD di Fontanelle di Riccione, riportiamo l'intervista di Stefano Bonaccini apparsa domenica sull'Unita' (segnalataci da Giovanni Carghini) che chiarisce l'importanza improcrastinabile della convocazione dei congressi provinciali di aprile e maggio (tra cui ovviamente anche quello riminese).

Più decisione nello sbugiardare una Lega «padana solo nei week-end», una giunta regionale «che dia segni di innovazione»,una nuova scuola di formazione per i giovani amministratori.
Questi gliobiettivi tracciati dal segretario regionale Pd Stefano Bonaccini ormai alla vigilia del voto.
Segretario, un bilancio della campagna del Pdl? «Provo grande amarezza per l’atteggiamento di Pdl e Lega, che nel vuotopneumatico di idee e contenuti hanno preferito gettare fango: la mancanza di dibattito, anche aspro, non è mai positiva per la politica prima che per i partiti. Peraltro il Pdl così haoscurato la propria candidata, Bernini, che mi ha trovato un sussulto di autonomia quando ha supplicato i suoi di smetterla con i veleni: anche lei capisce che possono essere un boomerang».
E la Lega? Come si è mossa?
«Sono sorpreso dalla sua scarsa autonomia dal Pdl in Emilia, rispetto ad altre regioni. Come Pd peraltro da troppo tempo siamo timidi, nei confronti di un partito che raccoglie consensi solo perché parla alla pancia e alle paure della gente, con promesse roboanti a cui non seguono risultati. Annunciano più sicurezza e tagliano 10 mila poliziotti e carabinieri in tre anni; parlano di federalismo ma impediscono ai nostri comuni di spendere soldi che hanno nel cassetto, frutto delle nostre tasse, per opere pubbliche che diano ossigeno alle imprese del territorio; non ammettono che vogliono il nucleare, anche a Caorso».
Come deve “contraccare” il Pd?
«Svelando che qui i leghisti fanno i padani nei week-end ma durante la settimana sono in più romano centrici di tutti - da due anni sono la vera stampella di Berlusconi e del governo.
Senza inseguirli sul loro terreno, dobbiamo avere sempre un nostro punto di vista ed essere un partito popolare e riformista, con un linguaggio semplice, pragmatico, senza puzza sotto al naso».
Come giudica Udc e grillini, che annunciano ricorso contro il terzo mandato di Errani?
«Rosy Bindi ha chiarito efficacemente che il problema non esiste. E io sono veramente sorpreso dalla debolezza delle proposte di Favia sui problemi veri dei cittadini: lavoro, imprese, scuola, welfare. Vorrei che venisse con me nei tanti incontri fatti con cassintegrati, precari, insegnanti per vedere se sono più interessati al terzo mandato di Errani o invece al fatto che la Regione non li abbandoni. L’Udc? Galletti è uno dei pochi che non ama la rissa e con cui ci si può sempre confrontare sul merito. Anche quando non siamo d’accordo».
Errani parla di innovazione. Gli avversari ribattono: governa da troppo, è un limite intrinseco. Quale segnale dare, dopo il voto, in questa direzione?
«Mi aspetto che anche la futura squadra di governo regionale dia segni di innovazione. Quanto al Pd, entro l’estate terremo 7 congressi territoriali (Bologna compresa), in cui proseguiremo nel rinnovamento della classe dirigente. Nei prossimi mesi poi apriremo una scuola di formazione politica: una struttura flessibile, che non guardi a modelli pur gloriosi del passato, ma collabori con gli istituti già esistenti per dare ai nostri amministratori e dirigenti la possibilità di un'adeguata formazione».

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