sabato 20 marzo 2010

E D'Alema fa pace con Vendola: è stato più bravo di noi


È Massimo che aspetta Nichi nell'atrio del vecchio teatro Kursaal (1927) e quando Nichi entra gli porge la mano, proprio sotto al manifesto ingiallito di Amarcord. Ma qui non si tratta di nostalgia, a parte il fatto che Nichi Vendola si iscrisse alla Federazione dei giovani comunisti nel 1972 e che Massimo D'Alema di lì a poco ne sarebbe diventato il segretario. C'è uno che ha vinto, Vendola, governatore della Puglia in carica e trionfatore alle primarie per scegliere il candidato governatore del centrosinistra e uno che ha perso, D'Alema, che voleva al suo posto Francesco Boccia, anche in nome di un accordo con l'Udc. Così, ieri è stato il lungo pomeriggio della pace fra il freddo stratega, 61 anni e il caldo sognatore, 52 anni, ottimi oratori entrambi.
Il giorno dopo la manifestazione di piazza del Popolo, con un barlume di nuova alleanza fra le forze del centrosinistra. «In questa regione — ha detto D'Alema — c'è un tasso di vivibilità e di creatività su cui si può costruire un progetto politico. In questo Vendola è stato più bravo di noi e io glielo riconosco». L'organizzazione del dibattito «Diritti al voto» era del Pd e il teatro si è riempito di applausi, perché non è facile ascoltare autocritiche da chi è ai vertici della politica. Ma D'Alema, più avanti, precisa: «Non mi pento di ciò che ho fatto. Come Don Giovanni non mi pento e mi faccio inghiottire dalle fiamme. Noto tuttavia che per un disegno della Provvidenza, qui si sono create le condizioni per stravincere». Già, dato che l'Udc non si è legato al centrosinistra, a causa del candidato Vendola, ma neanche al centrodestra e andrà a togliere voti da quella parte, con la sua candidata Poli Bortone. Sarà Vendola il candidato presidente del Consiglio per il centrosinistra?, chiede il moderatore Giuseppe De Tommaso, direttore della Gazzetta del Mezzogiorno. «Io spero che prima del 2013 l'Italia possa essersi liberata dell'ipoteca Berlusconi», risponde Vendola. Poi, ipotesi di ritiro: «Per quanto riguarda me, vorrei andarmene a vivere in santa pace. Ma voglio far nascere una nuova classe dirigente, come già in questa campagna elettorale, con le "Fabbriche di Nichi", centinaia di giovani al lavoro in tutta la Puglia». E D'Alema, tagliente: «Le discussioni sul leader del futuro lasciano il tempo che trovano. La politica è una direzione di marcia, non previsione di ciò che accadrà fra tre anni».
Poi, di nuovo conciliante: «In Puglia si tiene una sfida nazionale, e Nichi gioca qui una possibile affermazione di leadership meridionale nel centrosinistra». Quale centrosinistra? D'Alema immagina «una coalizione attorno a un grande partito», il Pd naturalmente. Vendola entrerà nel Pd? «Non è questo il problema», dice Nichi. «Casomai, è un'opportunità», punge col fioretto D'Alema. «Posso pensare che il Pd entri nel mio partito, Sinistra ecologia e libertà... In realtà nessuno di noi, piccoli e grandi, è in grado di uscire da solo dal tunnel, di affascinare le nuove generazioni», ribatte Vendola. Alla fine, si danno anche un timido bacio sulle guance, sotto gli occhi di Linda, moglie di Massimo e di Antonietta, mamma di Nichi. Assente invece il sindaco di Bari Emiliano, che era annunciato. Aspirava ad essere il candidato governatore e avrebbe da poco fatto pace anche lui con Nichi. «Adesso, con D'Alema, faremo campagna elettorale per Vendola pancia a terra — assicura Nicola Latorre —. La Puglia rischia di diventare l'unica regione meridionale governata dal centrosinistra».

Dal Corriere della Sera del 16 marzo

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