giovedì 22 gennaio 2009

L’AGRIMENSORE K E LA PRIMAVERA RIMINESE




















I risultati delle primarie nei comuni della provincia riminese (riportati anche qui nel blog) hanno aperto una nuova stagione politica. Nuova sia per metodo che per merito.

Questa è il prima volta che chi viene candidato a ricoprire un ruolo amministrativo viene scelto, all’interno di un partito, con il metodo delle primarie. Mai, nessuna forza politica aveva selezionato la propria rappresentanza amministrativa con un metodo che, in quanto a democrazia, non ha pari. Sono stati oltre 15000 gli elettori che hanno contribuito al successo di questo moderno strumento di rappresentativita’ . Un’affluenza che ha messo in ridicolo l’ormai grottesco stereotipo della disaffezione della gente per la politica. Con le primarie le gente partecipa.

E veniamo al merito.
Come il Castello non concede udienze nè spiegazioni all’agrimensore K, cosi’ l’elettore del PD riminese non capisce (nè tantomeno condivide) le candidature che Direzione e Segreterie gli fanno piovere dall’alto e allora cosa fa’? Semplice: tra i due candidati alle primarie sceglie “l’altro”.
Quando la politica smette di essere percepita come un affare per pochi, quando gli spazi si aprono, quando gli elettori smettono di vedere nel candidato un mero cacciatore di poltrone, quando la logica delle candidature non lascia trasparire solamente una squallida spartizione correntizia allora il PD vive. E vince.

Fare delle amministrazioni locali dei castelli kafkiani non appartiene né alla cultura né alla storia delle amministrazioni di centro sinistra.
Quello che nei Circoli si percepiva da tempo come sensazione, oggi è suffragato dai numeri: le primarie sono lo strumento per garantire la partecipazione popolare e il rinnovamento.
I candidati usciti vincitori dalle primarie e i loro elettori hanno spalancato le porte a una stagione nuova, a un dato politico che lasciare inascoltato sarebbe suicida. La primavera del PD riminese è davvero arrivata. Ed è solo all’inizio

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