domenica 6 dicembre 2009

Il primo errore del segretario


C'è tanta gente. Mezzo milione. Moltissimi elettori del Pd. Qualche suo leader. Nessun cappello sopra la manifestazione, qualche sciarpa, qualche maglione, al massimo, colorati di viola. Bersani, se fosse venuto, si sarebbe trovato benissimo. Un corteo poderoso e mite, quasi tenero, con tanti giovani (anzi, giovanissimi), e slogan condivisibili: «Fuori la mafia dallo Stato», «B, fatti processare» e il mitico striscione «il miglior corteo degli ultimi 150 anni». Qualche stratega diceva che avrebbero attaccato Napolitano. La novità che un cartello, all'inizio della manifestazione, così diceva: «Grazie a Napolitano, grazie a Fini, le persone oneste e giuste stanno con voi». E più di un manifestante inneggiava anche al presidente della Camera (il vero anti-berlusconiano). Una manifestazione spontanea che riempie la piazza storica della Sinistra non può passare inosservata. Personalmente, più che da 'politico', ho partecipato da elettore e da cittadino. E tutte queste distinzioni, tra politici e non, inizio a non sopportarle più. Perché una cosa è certa: noi non possiamo essere separati dai nostri elettori. E, in molti, qui e non solo, a cominciare da un appassionato Giorgio Bocca, ci chiedono, con precisione, di fare opposizione. Uno slogan naturale, per una manifestazione naturale. Solo il governo B non lo è.

Dal Civati

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