giovedì 3 dicembre 2009

Ci si diverte con poco


Ci mancava il «divertissement», nuovo (ennesimo?) décor di marca dalemiana, per animare l’asfittico dibattito sulla giustizia nel Pd. A parte il racconto che se ne dà sul pezzo del Corriere di oggi («il sarcasmo notorio dell’ex ministro degli Esteri»; «uno di quegli scherzi che [...] usa non solo per far divertire i suoi interlocutori, ma anche per spingerli a una riflessione»), la bagatella, per dirla con il lessico dell’avversario, suona più o meno: i giudici hanno ragione quando parlano di Berlusconi, ma anche (non era un veltronismo?) viceversa. Da qui la presunta adesione della Segreteria (Bersani via D’Alema) alla Linea Letta, secondo cui – sempre da intervista al Corsera – il premier avrebbe diritto di difendersi non solo «nel processo», ma anche «dal processo». Di Pietro, in crisi di consensi, si lecca i baffi. I nostri si mordono le mani, visto che ci sono le Regionali, e ogni elezione vuol dire «Quali alleanze?». Ma tanto conta solo il divertissement, è quello che piace ai giornali (leggete il pezzo in questione e vedrete quanto il Corriere ci tenga, mah, a precisare che il Massimo scherzava.)
Ieri, mentre facevo, letteralmente, telelavoro (ottima scusa da usare in società), ho rivisto dopo mesi il famigerato Paese Reale. La signora Daniela di Uomini e donne (a proposito di una esterna per altro meravigliosa) e la Santanchè che si confondeva tra i trans in un incredibile dibattito pomeridiano. A un certo punto c’era pure Alessandra Mussolini, per via di quella storia del suo video hard: «Feltri deve chiedermi scusa, credevo che Il Giornale fosse dalla mia parte!», gridava in macchina. D’Alema può stare tranquillo. Il Corriere non aspetta altro che i suoi prossimi scherzi. E il Paese Reale non saprà mai che il Silvio, tra la scusa di un consiglio dei ministri e una pacca sulla spalla al leader di uno stato col suffisso -kistan, nei nostri divertissement continuerà a sguazzare.

mattiacarzaniga

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