A me, quando sento parlare di Berlusconi come "grande comunicatore", viene da ridere. Con 5 televisioni (che sono quelle con cui si infoma circa il 90% degli italiani, la stampa e Internet sono
per pochi) a disposizione (e Mentana papabile per il TG3...) in grado di enfatizzare o sminuire, secondo opportunita', qualsiasi envento, anche il mio cane (che non ho...) diventa un grande comunicatore. La prova sta proprio negli effetti, come dire, collaterali. Le Tv di Mediaset (e la Rai a ruota, ca va sans dire...) non portano acqua al loro proprietario solo con la "politica" nei TG (cosa che, per carita', fa' eccome...), ma soprattutto con l'abbassamento della qualita' dell'offerta televisiva (con cui, tra l'altro, gli inserzionisti pubblicitari vanno a nozze). Uno degli effetti, per dirla con Eugenio Scalfari, e' la scomparsa di quell'elemento essenziale della vita democratica che e' l'opinione pubblica. Mattia Carzaniga, scrive due righe sul suo blog che riportiamo qui di seguito.
Ieri sera, dopo il tiggì, son capitato sul più bel programma della tv nazionale, che è Supervarietà. C’era Mina, ovviamente, che faceva la “bacianda” nelle braccia del “baciatore” Amedeo Nazzari. Poi Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, che erano due geni, e battibeccavano – in pieni anni ‘50 –perché lei aveva rifatto casa con tutte le diavolerie moderne, tipo pareti di vetro «che spezzano l’ipocrisia e ci uniscono in un abbraccio universale». Poi Lino Banfi cantava Quando quando quando in latino, ovverossia Usque usque usque. E poi Carlo Dapporto che raccontava barzellette, non bellissime per la verità, ma meglio di quelle di Totti; e Luciano Salce che provinava una scosciatissima Lory Del Santo e le affidava la parte di Otello; e Renato Pozzetto, altro genio assoluto, nei panni e negli scaldamuscoli di un aspirante ballerino che voleva essere Raffaella Carrà. E Nino Frassica il mio preferito, e Renato Zero in palandrina alla Barbra Streisand, e Simona Marchini, che non dovevamo dimenticare così. Oggi nessuno apprezzerebbe (per non dire: capirebbe) la maggior parte di quegli sketch. Non Lory che vuol fare il Moro di Venezia, né la “bacianda” Mina, figurarsi Quando quando in perifrastiche attive (ed era Lino Banfi!). Oggi il metro di misura è il didietro di Belén e il davanti dopato di Berlusconi. È quel film passato ieri a Venezia di cui chiunque in rete ha linkato il trailer. Leggo che l’Economist ha fermato le rotative per pubblicare la notizia delle dimissioni di Boffo, «vittima del premier italiano». Da noi a quell’ora c’era probabilmente Teo Mammucari. In tv, si capisce.
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