lunedì 7 settembre 2009

Non lineare


Per tutto l'altro giorno, si è parlato di questa cosa a cui ha dato voce Giannini su Repubblica, il presunto piano della Chiesa per portare a palazzo Chigi un Casini o un Montezemolo, tutti contenti con una Dc 2.0 e andate in pace.
Ho impressione tuttavia che le cose oggi siano un filo più complicate e più pericolose.
Perché lo scenario del Grande Centro Tranquillo e Cattolico che si sostituisce all’impresentabile premier furioso non tiene conto di un paio elementi.
Primo, Berlusconi è un uomo che si arrenderà solo di fronte alla sua fine biologica: mai, mai, mai accetterà di concludere la sua parabola con una messa da parte pilotata e pacifica.
Secondo, le divisioni armate e i missili balistici ancora nelle sue mani sono enormi. Uomini, soldi, media, servizi e anche consenso in una fascia importante dell’opinione pubblica.

Ormai il premier ascolta solo un consigliere - Ghedini - e di qui gli errori a ripetizione, le aggressioni maldestre, l’isolamento crescente.
In altre parole: a Palazzo Chigi c’è un uomo ancora molto potente, con un blocco sociale e culturale alle spalle e con una pletora di mass media armati. Per carattere pronto a battersi fino all’ultimo come Hitler nel bunker. In preda a una progressiva patologia che gli fa sbagliare ogni mossa. Detestato in Europa, nella Chiesa e a Washington. Che non dà più retta ai suoi uomini più savi e prudenti, come Letta.
Temo che sia sbagliato illudersi in un passaggio di velluto, come quello ideato Oltre Tevere. D'Alema lo aveva detto che l'uscita di scena di Berlusconi non sarebbe stata "non lineare" (con tutti i sinistri sottintesi impliciti...). Sarà invece una caduta lunga, deflagrante, combattuta e dolorosa per tutti, anche per noi che lo detestiamo.
Prepariamoci, se non altro.

I contrasti tra Segreteria di Stato vaticana e Cei, di cui all'articolo di Giannini, lanciano nel firmamento della politica italiana l'unica (ahimè) vera organizzazione che oggi sposa uniformità culturale, politica, organizzazione popolare e trasversalita' generazionale: ovviamente parlo di Comunione e Liberazione. I suoi rappresentanti già sono arci-presenti nella politica italiana, certo, ma i loro ruoli non escono dal periferico (per quanto potenti). Formigoni o Lupi che sia, dall'uscita di scena di Berlusconi nascerà forse qualcosa di non troppo diverso da quello che era, per collocazione politica e sociale, la DC, ma che sarà sicuramente un nuovo modello di organizzazione partitica.

Se sarà un modello egemone dipenderà in larga parte da quale PD uscirà da questo congresso (ad esempio, quando le prospettive per l'UDC sono le suddette, come puo' il PD pensare a un'allenza a programmatica con l'UDC? L'alveo per cosi' dire "naturale" per l'UDC è un'alleanza con il PD o con un nuovo blocco cattolico à la Dc 2.0? Fate un po' voi...)

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