lunedì 23 febbraio 2009

Cosa c'e' di piu' politicamente innovativo nella Rimini del cemento e dei grandi affari del parlar di rospi e porcospini?

















Chiedo nuovamente ospitalità al blog del PD di S.Giuliano che già ha pubblicato un mio intervento.


In esso io criticavo il modo con cui a Rimini viene “curato” il verde pubblico (quel poco che e' rimasto) con particolare riferimento agli argini del deviatore e del parco Marecchia: un trattamento aggressivo,costoso e contro natura che finisce per distruggere tutta la flora spontanea e ogni forma di vita animale. Poiche' ho constatato che molti cittadini concordano con quanto ho scritto e sono convinto che una trasparente gestione della cosa pubblica necessiti del diritto dei cittadini di chiedere spiegazioni e del dovere degli amministratori di dare chiarimenti,non avendo ottenuto risposte mi permetto di insistere e di riformulare alcune domande in modo piu' diretto.


Signor Assessore alle politiche ambientali ed energetiche del Comune di Rimini e' Lei a conoscenza della tipologia di interventi che si eseguono sugli argini del deviatore e in genere nei parchi di Rimini? Se ne e' a conoscenza li condivide oppure no? Se non li condivide, o non sono di sua diretta competenza, cosa intende fare perche' non vengano ripetuti? Cosa ne pensa della qualita' delle acque del nostro fiume e davvero crede che le morie di carpe e cavedani siano dovute a “cause naturali”? Cosa ne pensa della mia proposta di lasciare spazi adeguati di verde pubblico per la crescita della flora spontanea e per la vita degli animali, di creare piccole zone umide per gli anfibi e per la vegetazione palustre,di limitare al massimo l'uso di veleni chimici a favore della lotta biologica,di favorire la biodiversita' collocando in siti idonei nidi artificiali per uccelli e pipistrelli, di creare brevi percorsi didattici con cartelli esplicativi e magari una guida ambientale per scolaresche e cittadini curiosi?


Questo e tanto altro, se solo ci fosse la volonta' di fare, renderebbe secondo me il verde riminese piu' interessante, piu' utile all'ecosistema e piu' invitante per i riminesi che ora vi trovano troppo spesso solo degrado e noiosa piattezza.

Ma un altro aspetto mi preme mettere in evidenza.Quando nel mio scritto precedente parlo della necessita' di salvare le lucciole e le farfalle non faccio del facile lirismo o una zoofilia in stile disneyano ma pongo una fondamentale questione politica. Anche qui saro' piu' chiaro.


Io penso che a Rimini (non solo a Rimini ovviamente, ma noi qui siamo e qui dobbiamo operare) serva una decisa svolta politica e amministrativa. Ogni rinnovamento della politica (se mai ci sara') deve necessariamente passare dallo smantellamento di quel sistema di potere che ha governato la nostra citta' dai primi anni 80 ed e' costituito da un intreccio perverso fra mondo della politica (maggioranza e cosidetta opposizione), mondo dell'economia e mondo degli affari e della speculazione. Per fare questo occorrono persone nuove e credibili e programmi di governo radicalmente opposti agli attuali. Mentre oggi si e' scelto di privilegiare come motore dell'economia locale la cementificazione senza limiti e il saccheggio del territorio occorre compiere una rivoluzione copernicana e mettere al centro la qualita' di vita dei cittadini, a cominciare dai piu' fragili,i bambini,gli anziani,i soggetti economicamente svantaggiati e anche riconoscere i diritti (primo fra tutti quello di esistere) dell'ambiente, delle piante e degli animali.


Se riusciremo a far crescere questa nuova sensibilita' umana, culturale, politica allora sara' naturale conseguenza stilare un programma di governo che dica basta alla cementificazione e al consumo del territorio, basta alla sciagurata politica dei motori immobiliari,si alla tutela del paesaggio che e' espressione della nostra storia e della nostra cultura,capire che la campagna (quella poca rimasta) non serve per costruire quegli squallidi villaggetti residenziali che tanto piacciono ai nostri amministratori ma per produrre, nel rispetto dell'ambiente e dei consumatori, olio, miele, vino, grano, formaggio e ricchezza con il turismo,che prima di costruire nuovi appartamenti occorre ristrutturare e utilizzare diversamente gli edifici esistenti,che occorre investire in cultura per creare centri di aggregazione e di socialita', cinema e quant'altro nei nostri alienanti quartieri - dormitori, puntare con decisione sulle fonti energetiche rinnovabili ed eco compatibili, razionalizzare e migliorare un viabilita' convulsa e caotica non all'altezza di una citta' civile, ecc. ecc.

Mentre una parte del mondo politico riminese e' ancora ferma al palleggio di responsabilita' fra amministratori vecchi e nuovi (ma come,non siete orgogliosi di questa Rimini?) convincendomi sempre piu' che i veri responsabili sono quelli come me che li hanno votati, noto con una certa curiosita' e speranza che qualcosa forse si sta muovendo fuori e dentro i partiti. Mi auguro che sia l'inizio di un profondo e vasto ripensamento sugli errori commessi per delineare un futuro che veda un diverso rapporto fra uomo,sviluppo economico e ambiente.


Insomma, mes citoyens, cosa c'e' di piu' politicamente innovativo nella Rimini del cemento e dei grandi affari del parlar di rospi e porcospini?


Gilberto Mangianti

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