Questo qui sopra è Flavio Soriga (giovane e bravo scrittore sardo), è una clip di tre settimane fa in un intervento spassionato e divertente mentre presenta a modo suo il candidato Soru.
Da un mesetto seguo giorno per giorno la campagna di Soru, alla sera mi guardo i podcast video che quasi in tempo reale vengono messi online sul suo sito: Soru a Monastir, Soru a Capoterra, Soru a Santu Lussurgiu... tutte località con nomi via via sempre più improponibili, via via – m’immagino -sempre più piccole.
E mi ci sto affezionando. Alle sale piene di gente, a Soru che parla della Sardegna e di quelle località, delle loro conquiste e dei loro problemi. Attorno: pochi vip, poca tv, pochi spot.
Va al setaccio un modo di vivere la politica dove le parole sono persone e cose reali, calate in una realtà condivisa e non dall’alto. E’ un modo di vivere la politica che non ha mai accenti di arroganza (cosa che invece sento in tanti anche dei nostri politici - pd incluso - locali e nazionali), così quotidiano e scarno, dove le posizioni sono semplici e chiare che non lo ritrovo né nel piccolo della mia città né nel grande del Parlamento. E’ coinvolgente anche per me a centinaia di chilometri di distanza e - non so se esagero - ma non lo sento da nessuna altra parte.
Sarà che i sardi sono orgogliosi come tutti gli isolani (almeno così vuole il luogo comune), ma quello che mi sorprende è - almeno nella rappresentazione - l'assenza di distanza tra il politico e la gente, e tutto ciò fuori da accenti populistici. Tutto è reale e vicino. Umano. Umana la difesa della sanità pubblica, della scuola pubblica, dell'ambiente e della sostenibilità a partire dalla sfida dura di Soru alla sinistra immobiliarista della sua regione.
Se devo pensare a come vorrei un Partito Democratico, lo vorrei così, come questa bella campagna di Soru me lo sta facendo vivere.
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