martedì 8 giugno 2010

«Noi a Firenze facciamo così». La sfida di Renzi sul suo blog.


Per noi il pezzo che segue, che e' del sindaco di Firenze Matteo Renzi, e' un esempio di un linguaggio nuovo che la politica e il Partito Democratico deve darsi. Il paradosso e' che lo fa' parafrasando il "discorso di Gettysburg" pronunciato da Lincoln niente meno che nel 1863, quindi non proprio una novita'...

Mi hanno chiesto di scrivere un testo per “L’Ambasciata teatrale”, sulla falsariga di un celeberrimo discorso del passato. Graditi, commenti, critiche e integrazioni a sindaco@comune.fi.it.

Noi a Firenze facciamo così.
Noi a Firenze pensiamo che la politica sia una sfida e non un problema, un sogno e non un incubo, un servizio e non un carrierificio.
Noi a Firenze facciamo così. Noi a Firenze pensiamo che la felicità non venga dal successo, ma che l’unico successo sia essere veramente felici. E poniamo il nostro onore nel meritare la fiducia di chi ci vuole bene. Noi a Firenze facciamo così.

Noi a Firenze pensiamo che i medici debbano curare le persone, non denunciarle. E crediamo che l’altro sia una miniera di suggestioni, non un coacervo di ossessioni. E vogliamo vivere a viso aperto, non asserragliati nelle paure. Noi a Firenze facciamo così.

Noi a Firenze pensiamo che i musei e le biblioteche debbano stare aperti fino a mezzanotte e offrire un’alternativa alla prima, alla seconda e anche alla terza serata televisiva. Pensiamo che sia commovente far declamare Dante da mille persone in mezzo alla strada, nei vicoli, negli angoli bui della nostra quotidianità. E pensiamo che la musica educhi il cuore al bello: e quando possiamo apriamo i nostri teatri e mettiamo i maxischermi col Maggio Musicale nelle nostre piazze. Noi a Firenze facciamo così Noi a Firenze facciamo così.

Noi a Firenze pensiamo che una piazza di mestiere debba fare la piazza, non l’incrocio autostradale, per cui dove possiamo pedonalizziamo, senza indugio. E quando c’è da decidere si decide: non si fa una commissione per decidere fino a quando si rinvia la decisione. E vogliamo che ogni cittadino abbia una piazza, un parco, un giardino a meno di dieci minuti a piedi da casa: perché l’urbanistica si fa occupandosi degli spazi da tenere vuoti, non solo degli spazi da riempire, di cemento e di banalità. Noi a Firenze facciamo così.

Noi a Firenze vogliamo vincere, altro che partecipare. Ma sappiamo da molto tempo, per esperienza diretta, che è meglio secondi che ladri… Noi a Firenze facciamo così. Noi a Firenze facciamo così. Noi a Firenze dobbiamo tutto alle donne. È per l’intelligenza di una donna che è stato salvato il cuore della città. E’ per la nostalgia di due donne che c’è molta Firenze a Parigi. È per gli occhi di una donna che è stato scritto il più grande capolavoro della letteratura mondiale. Noi a Firenze combattiamo la mercificazione della donna, la sua umiliazione, la costrizione a ruolo di portatrice sana di lato B che tanta parte del mondo (anche politico) di oggi vorrebbe. Noi a Firenze facciamo così.

Noi a Firenze facciamo così. Ci piace il Palazzo Vecchio, ma vogliamo le facce nuove. E pensiamo che il ricambio generazionale non sia un tema da convegni, ma una possibilità da osare, una risorsa da usare. E pensiamo che chi fa politica debba rischiare, senza avarizia, mettendosi in gioco fino in fondo. Noi a Firenze facciamo così.

Noi a Firenze facciamo così. Quando c’è un grande architetto gli facciamo fare la Cupola del Duomo, ma anche il Salone degli Innocenti: il luogo di Dio, ma anche il luogo degli ultimi. Perché noi a Firenze pensiamo che si può essere solidi solo se si è solidali. E che si può custodire la bellezza solo se si è capaci di regalarla. Noi a Firenze facciamo così…

1 commento:

  1. Renzi, sembra aver capito cosa vuol dire comunicare

    http://www.youtube.com/watch?v=qKndI5ovn8I

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