venerdì 4 giugno 2010

La Capra, i Cavoli e la Spiaggia Libera




Nell’ultima settimana abbiamo seguito da vicino la vicenda che coinvolge la spiaggia libera di marina centro e la sua possibile occupazione - per una parte – da parte di attività del Club Nautico.
La storia – che ancora non ha un finale certo – è stata trattata anche sui giornali.

Da un lato si sono espresse le posizioni dei consiglieri di minoranza del Q1 supportate da alcuni consiglieri comunali, non favorevoli a questa occupazione. Le motivazioni rimandano al principio di salvaguardia delle poche aree di spiaggia libera esistenti a Rimini (ricordando per altro quanto lontani si sia dalla fatidica soglia del 20% indicata dalla Regione come superficie minima in rapporto al totale dell’arenile comunale), all’importanza della spiaggia libera come luogo di fruizione della spiaggia e del mare pubblico e gratuito, per molti frequentatori un vero e proprio carattere identitario. In definitiva si tratta di promuovere e salvaguardare spazi per la collettività o comunque sia spazi che ne aumentino la qualità della vita.

Dall’altra le richieste avanzate all’amministrazione da parte di alcuni privati, fra cui in particolare il Club Nautico che intenderebbe – se possibile – procedere all’avvio di una scuola di vela. Un’attività di educazione sportiva dedicata – come si evince dalle motivazioni – alle famiglie, al rapporto tra i piccoli e il mare, alla socializzazione (e dunque riappropriazione) di questo elemento - e questo forse non a torto. In definitiva – ancora una volta - si tratta di promuovere e salvaguardare spazi per la collettività o comunque sia spazi che ne aumentino la qualità della vita.

In mezzo ci sta l’amministratore comunale, che - si deve supporre - ha a cuore essenzialmente il bene della collettività, e non da meno il fatto di promuovere e salvaguardare gli spazi che aumentano la qualità della vita di questa collettività. Così cosa deve fare questo amministratore comunale?

Nel vecchio giochino logico del barcaiolo che deve riuscire a transitare (uno alla volta) il lupo, la capra e i cavoli da una sponda all’altra del fiume impedendo al lupo di mangiarsi la capra e alla capra di mangiarsi i cavoli, la soluzione sembra impossibile. Invece c’è, ci vuole magari un po’ di sforzo in creatività e analisi del barcaiolo, un po’ di tempo in più (il barcaiolo dovrà fare infatti 7 viaggi), ma la soluzione si trova. Salvando capra e cavoli, appunto.

Tornando all’amministratore, quello che deve fare – un po’ come il barcaiolo – è fare in modo che le parti non confliggano. Soprattutto perché la questione non è se favorire il pubblico o il privato, ma è promuovere e salvaguardare spazi per la collettività o comunque sia spazi che ne aumentino la qualità della vita. E se ci sono due parti che – in parte – hanno il medesimo intento, le soluzioni devono essere altre. E con le parti vanno ricercate. Non ce la si può cavare solo con una mossa, eh no, al barcaiolo ne sono servite 7. E se adesso si pensa che non ci sia più tempo va rammentato che la fretta e il bisogno di decidere è un po’ la foglia di fico che blocca ogni processo partecipato. Il tempo c’è, perché non è un tempo “orario”, ma di volontà e di logica.


P.s.
E per completezza qui trovate come salvare Capra e Cavoli

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