lunedì 6 luglio 2009

MISCELLANEA: DAL BLOG DI IVAN E UN SOGNO

[ndr dicesi anche Nuovismo Ignorante, D'Alema docet]

LA TERZA VIA

L’incontro tra noi “piombini” e Ignazio Marino è avvenuto solo un paio di giorni fa, nel suo ospedale a Negrar, vicino Verona. Ci siamo visti in una stanzetta dell’ospedale, quella dove Marino abita quando lavora, con lui appena uscito dalla sala operatoria - cuffia verde in testa e ai piedi i sandali di gomma - e abbiamo parlato senza cerimoniali e nel modo più diretto che si possa immaginare del nostro Paese, del nostro Partito. Quello che volevamo capire era soprattutto se Marino, ben al di là dell’immagine di eroe della laicità che la pubblicistica gli ha cucito addosso, potesse essere davvero la persona con la quale condividere il percorso partito da Piombino e giunto al Lingotto il 27 giugno. Volevamo capire se avesse un senso affiancarci a Marino per mantenere la promessa di tenere vivo e forte il messaggio di innovazione e di apertura del partito e del paese che abbiamo sentito così forte e chiaro intorno a noi. Così abbiamo parlato di lavoro e di precarietà, di salute e di diritti, di legalità e di burocrazia, abbiamo parlato di cose da fare, di un’Italia più matura, competitiva ed europea. A vedere Ignazio Marino parlare con Pippo Civati, Pierfrancesco Majorino e Marta Meo mi è parso di avere davanti agli occhi l’Italia che vorrei: pragmatica e pulita, coraggiosa e responsabile. Semplice senza essere semplicistica; complessa senza essere complicata. L’Italia che possiamo ora provare concretamente a costruire insieme. La sfida è difficile e non va sottovalutata, soprattutto nella prima fase, quella in cui votano gli iscritti. Il messaggio è semplice: iscriviamoci. Iscriviamoci perché il Partito Democratico appartiene, come è giusto, prima di tutto ai suoi iscritti e per iscriversi basta soltanto la volontà di esserci, di impegnarsi e di sentire che il partito ci appartiene. Per qualche motivo in Italia una delle cose delle quali si va più orgogliosi è quella poter dire che non si è mai avuta la tessera di un partito. Ecco, in questo caso io credo che si possa essere orgogliosi di averla, la tessera del Pd: perché è una tessera che si prende per dare, non per ricevere. Questa volta si può prendere la tessera di un partito per dare un contributo tangibile alla crescita del nostro Paese; per sostenerne lo sviluppo, la legalità, la modernità, l’apertura, l’ambiente, il patrimonio di cultura e di civiltà. Basta andare nel circolo più vicino a voi del Partito Democratico, e iscriversi. E’ il momento.

dal blog di Ivan Scalfarotto

E ADESSO LA PIANIFICAZIONE E LA REALIZZAZIONE DI UN SOGNO...

[ndr: infondo all'inizio erano tutte particelle di sodio nell'acqua Lete...]

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