giovedì 16 luglio 2009

La lesa maesta'


Edmondo Berselli da "L’espresso" in edicola domani:

«Era un’ottima notizia che Beppe Grillo fosse candidato, con le sue maniere scandalistiche, alle primarie del Pd. (…)
Ogni posizione va portata dentro la realtà vera. Cioè va misurata. Altrimenti rimane un bluff. La candidatura di Beppe Grillo inseriva un primo elemento di verità perché ha costretto a rivelare il bizantinismo dello statuto del Pd; ne avrebbe inserito un secondo, molto più forte, perché se effettivamente colui che i telegiornali di regime chiamano «il comico genovese» avesse partecipato alle primarie di ottobre, avremmo avuto la possibilità di conoscere la sua consistenza effettiva, numerica, quantificabile, tutta al di là dell’alone mediatico dei blog, dei Vaffa Day, del facile consenso degli “indignati”. (…)
Per questo non ci si può permettere di esorcizzare Grillo come ha fatto Piero Fassino, segnalando il rischio “Helzapoppin’”. La politica è la politica, chiunque entri in campo.
Dopo di che, chi ha qualcosa da dire, ma di reale e oggettivo, parli, discuta, convinca. Altrimenti c’è solo conformismo, convenzioni, politica politicante. Grillo non avrebbe vinto le primarie, ma la sua esclusione mostra la nudità del re».

Da Piovono rane, di Alessandro Gilioli.

Ecco, io la penso proprio cosi': in politica non esiste la lesa maesta' e il confronto e' l'anima del successo, specie nel PD che vorrei.
E' da ieri che mi sento dire dal mio giro di amici: "Eh, ve la siete fatta sotto (voi PD da apparato!) all'idea che Grillo facesse le primarie...".

6 commenti:

  1. pure io sulla faccenda "Grillo" la penso esattamente come Edmondo Berselli e ritengo che anche in quest’occasione (purtroppo) il partito democratico si sia mosso goffamente e male.
    Sulla faccenda specifica della tessera poi si è sfiorato l’assurdo. Sono convinto che prendere la tessera di un partito sia una faccenda molto seria. Ma che possa esserci una commissione di garanzia deputata al processo alle intenzioni, ossia a ricostruire le buone o cattive intenzioni pur sempre presunte degli aspiranti tesserati, mi sembra del tutto surreale. Viene poi da chiedersi perché Grillo sia stato “vagliato” e non ad esempio mia moglie... e come mai la commissione di probi viri sia stata così risoluta e tranchant con Grillo e così distratta rispetto all’inquietante fenomeno del tesseramento campano dove pare figurino, fra i tesserati al PD, prestanome, cadaveri e numerosi iscritti all’anagrafe canina. Preferisco trovarmi a discutere con Grillo piuttosto che con un dobermann.
    Che prenda la tessera il Grillo e dimostri cosa sa fare al di là degli slogan.
    Rossanto ti faccio notare :) che l’unico candidato che ha preso una posizione logicamente sensata sulla questione Grillo è I. Marino: "Seguendo le regole della democrazia, chiunque ha le carte e le firme lo può fare. Io non giudico le persone, se Grillo arriverà con una mozione strutturata e risposte concrete sui temi che preoccupano le persone che vivono nel Paese, non vedo perché debba essere escluso"

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  2. ERRATA CORRIGE: Rossanto è Rossano

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  3. Marino, come è logico che sia, agisce da catalizzatore di ogni possibile dissenso verso il palazzo. Come anche per l'invocata "questione morale" per l'indagato per sturpo che era coordinatore di circolo PD, Marino va cercare quella visibilità che è il suo vero tallone d'Achille.
    Cavalca un pò quello che passa il convento:)... Resta il fatto che meglio andrà Marino (e soprattutto Civati) e meglio sarà anche per tutti quelli che votano Franceschini...

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  4. Ma scusa, Rossano, io credo che, sulla faccenda di Grillo, Marino abbia detto semplicemente quello che pensava anche perché, a rigore, un'eventuale candidatura del comico alla segreteria del PD porterebbe via voti soprattutto a lui (non certo a Franceschini o Bersani) e il terzo candidato non ne ricaverebbe alcun vantaggio(si direbbe semmai il contrario).
    Dal mio punto di vista Marino ha invece interesse a mostrare alla gente (questo sì) una visione del PD più democratica e aperta (tanto aperta da poter incorporare un caso limite come Grillo senza soffrirne).
    Nietzsche scriveva che la grandezza di un mare è la sua capacità di accogliere un fiume immondo senza diventare esso stesso immondo. Il PD sul caso Grillo ha mostrato d’essere una pozzanghera. E questo mi fa molto dispiacere.

    Sulla ricerca della visibilità forse hai in parte ragione e certo molte delle “uscite” di Ignazio Marino hanno anche la finalità comprensibilissima di rendersi visibile in mezzo a due titani. Ma questo non significa che tutto quel che esce dalla sua bocca sia volto unicamente a tale scopo propagandistico o in qualche modo pretestuoso. Direi anzi che il terzo candidato, e lo dico con un certo rammarico, manchi proprio di quella spregiudicatezza da politico di lungo corso che riesce a “sfruttare” ogni vento a suo favore. Ignazio Marino sta cercando di portare avanti un suo discorso generale sul PD e sulla società italiana senza preoccuparsi per ora troppo dei numeri (se non di quelli strettamente indispensabili al sostentamento della sua candidatura).
    Questa almeno è la mia impressione.
    ciao
    filo

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  5. L'unica via alternativa (alternativa a una certa dose di "alzo zero") per Marino per giungere rapidamente a una soglia critica di notorieta' funalizzata al congresso (ovvero le tessere) sarebbero, secondo me, quella degli "endorsment eminenti". Cioe' avere intellettuali (noti..., se ce ne sono...), attori, giovani di qual si voglia specie, sportivi, artisti e chi-piu'-ne-ha-piu'-ne'metta di un certa notorieta' che si schierino apertamente per lui. Allora forse il gap congressuale potrebbe davvero ridursi molto rapidamente.

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  6. beh intanto c'è rodotà (e non è poco) gli altri arriveranno. :)

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