venerdì 17 luglio 2009

E se Obama avesse davvero letto Gramsci?



Sarà il caldo, saranno le vicende personali, sarà l’età, ma non ce la faccio più a vedere e sentire l’imperante retorica delle dichiarazioni a mezzo stampa e televisione dei governati a tutti i livelli. Un Paese che ha raggiunto il 118% del rapporto Pil e debito pubblico, si permette un Ministro dell’Economia che dichiara che non c’è da preoccuparsi e che siamo ormai fuori dalla crisi, cosa che peraltro va ripetendo da quando la crisi è iniziata. Un Ministro della Giustizia che dichiara che se la giustizia non funziona la colpa è dei magistrati, perché non tutte le procure sono uguali e per esempio cita Bolzano, sì dico Bolzano, per dire che lì i tempi di attesa sono molto inferiori che a Palermo nel mandare a processo gli indagati. Del resto la lezione l’ha imparata anche lui. Se qualcosa non funziona, il problema sono coloro che lavorano in quel settore. L’esempio eccellente è la scuola. la grandissima Gelmini l’ha dimostrato: se la scuola fà schifo la colpa è degli insegnanti. Non della carenza di finanziamenti, non nelle modalità di reclutamento, non della scarsità delle attrezzature e delle sedi, non del ruolo socialmente insignificante dei docenti, non di un sistema in cui mancano incentivi, ma dei docenti per l’appunto. Con la corresponsabilità degli studenti che non vogliono studiare nonostante gli appelli a farlo che ogni giorno attraverso l’esempio vengono dalla Tv e dai media con la De Filippi in testa.
Insomma in un paese che dichiara che finalmente sono tramontate le ideologie, l’ideologia vera è quella delle forze che governano che risolvono i problemi trovando i responsabili tra coloro che lavorano. Brunetta docet. Il più bello è l’introduzione del reato di clandestinità con il quale si vuole combattere l’immigrazione e con il quale si creerà solo un esercito di schiavi pronti a tutto pur di avere uno straccio di lavoro ed un letto in cui dormire.
Ma di fronte a tutto questo l’opposizione che fà? Lascio stare il leader massimo Di Pietro che invoca giustizialismo a ogni piè sospinto, il PD affronta l’elezione del segretario : a) con un regolamento che definire bizantino è un eufemismo (vedi le considerazioni di Diamanti su Repubblica e su questo blog); b) schierando due candidati che sono due ex, alla faccia del nuovo partito, in cui un nuovo tesserato non si vede neppure a pagarlo a peso d’oro. Marino è bravo ma non è credibile. Gli appartiene un solo tema e ha zero radicamento.
Su tutto il resto mi pare si taccia. Cosa vuole fare questo partito, non si sa, come lo voglia fare, non è dato sapere, con chi, ci sono vaghe ipotesi. Basta il buongoverno di alcune amministrazioni e di certe regioni? Secondo me no. Serve quello che una volta avremmo chiamato un progetto, un programma. Serve un racconto che indichi un obiettivo da raggiungere, un racconto che contenga una visione del mondo. Si è una mia fissazione ma senza, non si va da nessuna parte. Gramsci diceva che prima di vincere bisogna convincere. Obama non ha letto Gramsci, ma l’ha applicato benissimo. Non serve la ricerca del consenso basata sui sondaggi. Così vincerà sempre Berlusconi ed i suoi epigoni.
Noi dobbiamo partire dalla politica, affrontando e discutendo, studiano i problemi. La prima cosa è capire e per capire bisogna studiare, chi non ha voglia dovrebbe andare al mare…
Infine ricordarsi che fare politica non vuol dire solo amministrare per cui anche le critiche a chi amministra possono anzi sono utili e possono, anzi debbono venire dal partito e dai suoi militanti.
Il riferimento, ovviamente, è anche e forse soprattutto al livello locale.
Ma questa è un’altra storia…

Alberto Rossini

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