martedì 18 agosto 2009

Pietro Ichino


Mi ero riproposto di raccogliere i suggerimnti di Giuseppe Civati che, nella serata riminese a sostegno della mozione Marino, suggeriva di guardarsi le proposte di Pietro Ichino sul diritto del lavoro. Le proposte di Ichino spaziano su vari fronti, io mi sono limitato, appunto, al diritto del lavoro. Tutto il resto lo si trova nel suo sito http://www.pietroichino.it

Siccome Ichino non e' una scheggia impazzita, ma un tecnico del diritto del lavoro ed e' un uomo del PD, credo che sia paricolamente importatante, in un periodo di profonda crisi economica (che solo un'informazione servile verso Berlusconi riesce ancora, ma sempre meno, a occultare), che temi di questa portata siano sul tavolo di discussione del congresso a venire.


Per la riforma del diritto del lavoro: tutti a tempo indeterminato, con un contratto più flessibile e meno costoso, ma con maggiore sicurezza nel caso di perdita del posto.

Propongo di promuovere una grande intesa tra lavoratori e imprenditori, nella quale questi ultimi rinunciano al lavoro precario in cambio di un contratto di lavoro a tempo indeterminato reso più flessibile con l’applicazione di una tecnica di protezione della stabilità diversa da quella attuale per i licenziamenti dettati da motivo economico-organizzativo. La cosa può funzionare così:- d’ora in poi tutti i nuovi rapporti di lavoro, esclusi soltanto quelli stagionali o puramente occasionali, si costituiscono con un contratto a tempo indeterminato, che si apre con un periodo di prova di sei mesi;- la contribuzione previdenziale viene rideterminata in misura uguale per tutti i nuovi rapporti, sulla base della media ponderata della contribuzione attuale di subordinati e parasubordinati; una fiscalizzazione del contributo nel primo anno per i giovani, le donne e gli anziani determina la riduzione del costo al livello di un rapporto di lavoro a progetto attuale; la semplificazione degli adempimenti riduce drasticamente i costi di transazione;- dopo il periodo di prova, si applica la protezione prevista dall’articolo 18 dello Statuto per il licenziamento disciplinare e contro il licenziamento discriminatorio, per rappresaglia, o comunque per motivo illecito;- in caso di licenziamento per motivi economici od organizzativi, invece, il lavoratore riceve dall’impresa un congruo indennizzo che cresce con l’anzianità di servizio;- viene inoltre attivata un’assicurazione contro la disoccupazione, di livello scandinavo: durata pari al rapporto intercorso con limite massimo di quattro anni, con copertura iniziale del 90% dell’ultima retribuzione, decrescente di anno in anno fino al 60%), condizionata alla disponibilità effettiva del lavoratore per le attività mirate alla riqualificazione professionale e alla rioccupazione;- l’assicurazione e i servizi collegati, affidati ad enti bilaterali, sono finanziati interamente a carico delle imprese, con un contributo determinato secondo il criterio bonus/malus (il cui costo iniziale è stimato intorno allo 0,5% del monte salari): l’imprenditore che ricorre con maggiore frequenza al licenziamento per motivi economici od organizzativi vede lievitare il contributo; quello che non vi ricorre lo vede scendere;- il compito del giudice è limitato a controllare, su eventuale denuncia del lavoratore, che il licenziamento non sia in realtà dettato da motivi illeciti (per esempio: licenziamento squilibrato a danno di persone disabili, donne, lavoratori sindacalizzati, ecc.); il “filtro” dei licenziamenti per motivo economico è costituito invece essenzialmente dal suo costo per l’impresa; costo che la legge o il contratto collettivo stabiliscono in misura tanto più alta quanto maggiore è il livello di stabilità che si vuol garantire.
Ho tradotto questo progetto per la transizione alla flexsecurity in un saggio pubblicato a ottobre sulla rivista ItalianiEuropei (quella di D'Alema, ndr) e in un disegno di legge presentato, insieme ad altri 30 senatori del PD, il 25 marzo 2009 (n. 1481/2009). Nel dicembre scorso il progetto ha avuto il sostegno esplicito del Segretario del Partito Walter Veltroni e del Coordinatore del Governo-ombra Enrico Morando. Il testo del disegno di legge e tutti gli altri documenti disponibili nel sito relativi al progetto sono agevolmente accessibili attraverso il Portale della flexsecurity. Sul terreno della riforma della disciplina del rapporto individuale di lavoro, il 9 luglio 2008 ho presentato - insieme ai senatori Treu, Roilo, Nerozzi, Passoni e alcuni altri - il disegno di legge n. 884 sulle dimissioni del lavoratore mirato a introdurre una nuova disciplina efficace, senza costi per le imprese e i lavoratori, contro il fenomeno delle “dimissioni in bianco”, dopo l’abrogazione della legge del 2007.-




2 commenti:

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  2. http://jobtalk.blog.ilsole24ore.com/jobtalk/2009/02/flexecurity-un-nuovo-contratto-per-tutti-la-flexsecurity-proposta-da-ichino-parte-da-quii.html

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