venerdì 14 agosto 2009

ORDINARIA MANUTENZIONE?

Lasciamo stare i moralismi che non servono a niente e caso mai inducono ad una visione deformata della realtà, ma doveva succedere. Era scritto che il sistema andasse in crisi. Non il sistema generale, non lo “spirito del capitalismo”, quello ha davanti altri secoli, ma il sistema della pianificata e indisturbata evasione fiscale. Se persino la famiglia Agnelli viene messa sotto accertamento per non aver dichiarato, seppure per questioni ereditarie, qualcosa come un miliardo di euro, allora siamo veramente all’inizio della fine. Se sono i piccoli indizi che bisogna cogliere, allora è vero che qualcosa si è rotto. Non è un caso se i nostrani potenti bagnini per la prima volta vengono additati quali untori dell’evasione sulle pagine dei prudenti quotidiani locali. Peraltro anche qualche discoteca finisce nel mirino.
E’ la crisi che non consente più che venga tollerato un sistema che per anni accontentava tutti e tutti faceva felici. Ieri un commercialista mi confessava che non è più disposto a fare ricorsi all’Agenzia delle Entrate per giustificare clienti che dichiarano utili di qualche migliaio di euro a fronte di fatturati che superano il milione. Non è il sussulto della morale è il sentire che il corpo sociale, la sua pancia, non può più permettersi che vi siano categorie che da un lato evadono e dall’altro chiedono e ottengono sconti per l’iscrizione dei figli agli asili comunali o per il pagamento delle tasse universitarie. Finchè ce n’era per tutti si poteva tollerare, ma oggi non si può più sopportare che quello che non paghi tu alla fine mi venga caricato sul mio conto, perché sono onesto o perché sono un lavoratore dipendente. Sui territori, nelle comunità locali, a partire dall’autunno sarà una battaglia dura. Chi viveva attraverso il sommerso dovrà fare i conti con una situazione nuova. Alcune regole non scritte dell’economia saranno per forza di cose riviste. Vecchie tacite alleanze andranno in soffitta. Alcuni poteri forti di questa o quella lobby andranno in frantumi. Anche Tremonti e qualche altro, compresi i partiti di maggioranza ed opposizione, se ne dovranno accorgere. Non è che il mondo improvvisamente sarà più buono, certamente si definiranno nuovi assetti. Ma una parte dell’ipocrisia economica e sociale salterà.
Il patto di origine democristiana e governativa, valido ovunque, tu evadi ed io ti proteggo purché sia salva la pace sociale deve essere riscritto. Mi pare che al di là di ogni altra considerazione la questione dei bagnini e della lotta sindacale dei lavoratori sulle torrette sia da iscrivere in questo contesto. Del resto, ripeto al di là di ogni moralismo, c’è un problema di rapporti economici. Perché un’impresa deve pagare così poco occupando uno spazio pubblico quando chi occupa uno spazio privato paga decine di volte in più? Quanto paga al demanio un bar in spiaggia e quanto un bar sulla passeggiata?
C’è una concorrenza sleale tra imprese. La crisi ridefinisce i rapporti di forza. Mi sembrerebbe utile che i partiti e chi governa, ai diversi livelli, affrontassero con cognizione di causa il tema. Ci serve una fotografia aggiornata della società, del tessuto economico, dei malesseri che sta affrontando e di quelli che ancora dovrà affrontare. Una foto che sia la premessa di un ragionamento su come uscire e superare la crisi, non soltanto girando lo sguardo all’indietro. Concretamente bisognerebbe riflettere su cosa vuol dire innovazione e sviluppo qui ed ora, nella nostra provincia e nelle nostre imprese, per preparare una piccola o grande svolta. Sapendo che non partiamo da zero, però anche con la consapevolezza che non basta quello che già sappiamo e quello che è già in campo. Il PD che intende guardare e guidare il cambiamento dovrebbe attrezzarsi per poter rispondere a queste ed altre domande, altrimenti si dovrà limitare all’ordinaria manutenzione con la quale non credo si possa andare lontano né a livello locale né nazionale. Quale è il luogo, quale il metodo e quali sono gli strumenti messi a disposizione per la discussione?
Alberto Rossini

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