lunedì 3 agosto 2009

Metodo borbonico


Alberto Rossini intervine su una questione specifica come il trasporto pubblico.


Vorrei segnalare quanto, praticamente sotto silenzio, sta avvenendo nel settore del trasporto pubblico, che già non gode di buona salute. Lo faccio non tanto per evidenziare una questione che apparentemente interessa solo gli addetti ai lavori e quegli sciagurati degli utenti (o sudditi?), ma perché mi pare indicativo del metodo di governo della cosa pubblica di PDL e Lega. A parole si fanno roboanti dichiarazioni, nei fatti si seguono altri principi, clientelari e statalisti.
Il caso specifico riguarda l’approvazione del disegno di legge 1195 approvato dal Senato il 9 luglio. L’articolo 61 del provvedimento incide sulla regolazione della concorrenza nei Trasporti Pubblici Locali, prevedendo la possibilità di fare ricorso puramente e semplicemente alla normativa indicata dal Regolamento Europeo, in alternativa alla normativa nazionale del settore. Con l’introduzione di questo articolo, si avrà il paradosso che il trasporto pubblico verra' riportato nelle condizioni precedenti l’approvazione della Legge Burlando del ’97 che qualche effetto positivo l’ha prodotto.
In pratica i servizi del TPL potranno essere affidati ad un gestore “in house”, senza procedere ad alcuna gara. Quindi chi gestisce potrà continuare a farlo senza temere nessuna concorrenza e senza doversi preoccupare di introdurre alcun miglioramento: né nel servizio fornito, né nella gestione economica delle attività. Infatti almeno fino a tutto il 2019 gli attuali gestori potranno contare su una semplice e comoda proroga che consentirà la conservazione di ogni tipo di affidamento diretto e il mantenimento della concessione, qualunque sia il soggetto attualmente beneficiario, pubblico o privato. Anzi i gestori, buoni o cattivi che siano, potranno minacciare l’interruzione dei servizi se le loro condizioni per proseguire l’attività non verranno accettate.
I processi virtuosi introdotti da alcune Regioni, come la nostra, con la costituzione delle Agenzie e con l’indizione, per quanto contrastata, delle gare, vanno a ramengo. Alla faccia delle liberalizzazioni, del ruolo dei privati e del miglioramento del servizio, nonché del risparmio e della riduzione dei costi. E’ per un verso un regalo alla Lega che così potrà far gestire i servizi a chi vuole e senza gare, premiando gli operatori locali e dall’altro al Sud in cui imprese e aziende pubbliche scalcagnate avranno un futuro assicurato.
Questo è nei fatti il “metodo Berlusconi”. Un metodo borbonico, del resto molto evidente, visto quanto accaduto per i fondi al meridione, con un ignobile inconcludente balletto, utile solo allo show mediatico.
E’ questo il federalismo? E’ questa l’innovazione che serve per superare la crisi? E’ questo il nuovo che serve per introdurre competitività nei servizi pubblici?
Mi pare ci sia materia di discussione.

Alberto Rossini

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