mercoledì 19 maggio 2010

DICESI [sìn-te-si]


















Venerdì 21 Maggio 2010
ore 21
SEDE PD VICOLO BECCARI
Centro storico / Rimini

DICESI [sìn-te-si]

Dicesi Sintesi: Operazione mentale che compendia una quantità di dati conoscitivi in una conclusione manifesta unitaria ed essenziale

...a proposito di sintesi: presenteremo e discuteremo assieme i contributi proposti per il PD nei nostri territori. Come base di un progetto "di base" da portare al confronto nei congressi di Giugno.

... PASSAPAROLA!

Intanto continuate a inviare i vostri contributi a: partiamodanoi@libero.it

http://www.partiamodanoi-rn.blogspot.com/
Il blog per mettere nero su bianco il PD che ti piace e le idee per farlo funzionare al meglio al servizio del nostro territorio





SEMPRE A PROPOSITO DI SINTESI:
LINO GOBBI - CANDIDATO AL CONGRESSO PROVINCIALE


Nella lettera con cui Lino Gobbi si candida ci sono indubbiamente forti aperture ai temi che sono da sempre stati cari al nostro Circolo e al movimento che in questi anni ha saputo sviluppare. Che, anzi, vengono indicati (drammaticamente per la prima volta) come strategici e vitali al futuro dell'azione del PD.
Dice Gobbi: "Non serve la politica se non sa arrivare al cuore ed al cervello delle persone in carne ed ossa che si guadagnano faticosamente la vita, se non sa produrre quel qualcosa di più in termini di idee e persone capaci e disinteressate al servizio del bene comune, se non sa nutrirsi di una partecipazione ampia e libera. Io penso che sia arrivato il tempo per coinvolgere in ruoli di massima responsabilità, a tutti i livelli, una generazione di giovani che ha iniziato ad impegnarsi nella politica e nella società ben dopo la caduta del muro di Berlino. Abbiamo bisogno della loro freschezza e delle loro qualità. Ne abbiamo bisogno per ricercare un'identità laica, fondata su principi saldi, valori forti e programmi chiari e che possa mescolare culture e provenienze non attraverso la distribuzione di posti e incarichi senza i quali qualcuno si sente discriminato ma con la pratica di un incontro vero, sulle cose, che si accompagni ad una selezione della classe dirigente fondata sulle capacità e sul merito."

C'è - però - il solito problema del dire e del fare, perchè in mezzo ci sta quella cosa: il mare aperto della volontà e della possibilità.
Qui, invece, il suo intervento al "Bar Camp" di Partiamo da noi del 7 Maggio.

Scrive Lino (lettera integrale):
In queste ore ho valutato attentamente e deciso di accettare la proposta di candidarmi a segretario provinciale del Partito Democratico avanzatami da diversi amici e compagni.

Non era una scelta che avevo minimamente previsto in questa fase della mia vita dove, accanto agli impegni di lavoro, ho avuto l'opportunità di svolgere un compito pubblico più che motivante in qualità di Presidente del Consiglio Provinciale.

Una carica che, nel massimo rispetto del Consiglio che mi ha onorato della propria fiducia, ritengo fin dalle prossime settimane debba essere messa a disposizione di uno dei diversi consiglieri provinciali in grado di ricoprire più che adeguatamente il ruolo e sostenuto dal necessario consenso.

Faccio questa scelta mosso dagli unici principi che hanno sempre guidato il mio impegno pubblico e politico: il senso di responsabilità e lo spirito di servizio.

Un senso di responsabilità che mi spinge fin da subito a cercare di tenere assieme il massimo di unità e di innovazione necessarie a garantire un futuro adeguato ad un partito giovane che non può permettersi di tradire e disperdere la tanta fiducia di cui ha goduto, e gode ancora oggi, da una larga parte dei cittadini del nostro territorio.

E' il tempo del coraggio, è il tempo di lavorare per la nostra comunità e di favorire la nascita di una nuova classe dirigente al servizio del PD e del territorio.

Il Partito Democratico detiene grande parte delle responsabilità di governo a livello locale ed è il perno di alleanze che hanno il compito di assicurare una guida sicura e stabile ad una società che sta affrontando un passaggio difficile, quello della crisi, senza tirare i remi in barca.

E' alla parte più debole ed esposta della nostra società che il PD deve in primo luogo dedicare attenzione, ascolto e sostegno.

Sono le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, i giovani per cui oggi è ancora più difficile trovare lavoro e quando lo trovano (o lo si conserva a fatica) è sempre più spesso sotto il marchio di una precarietà senza orizzonte, le donne che sempre più spesso rinunciano alla possibilità di ricercare un'occupazione che non sia quella della condanna a caricarsi sulle spalle tutto il lavoro domestico.

Ma sono anche le tante piccole imprese dell'artigianato, del commercio, dell'agricoltura e dei servizi che cercano di rimanere in piedi e di superare una fase difficile per riuscire a rialzare la testa e garantire sviluppo e occupazione.

E sono gli immigrati da cui dipende tanta parte del nostro presente, ad iniziare dall'impegno indispensabile nel lavoro di cura di tanti anziani e persone non autosufficienti, e che qualcuno vorrebbe come "fantasmi" a tempo determinato: privati di diritti di cittadinanza e portatori solo di doveri.

Un partito che non riesco ad immaginare senza un profilo forte di impegno civile e di assunzione di responsabilità.

Spetta a noi, prima di tutto, dare fiducia alla stessa economia locale che se si ripiega su se stessa e rinuncia a scommettere sul futuro e ad innovare, condanna tutti ad una prospettiva ben poco promettente.

Una fiducia fatta di scelte concrete e che deve contare su un governo locale impegnato, pur nella ristrettezza delle risorse, a rendere effettiva una programmazione che migliori le infrastrutture (ad iniziare dall'impegnativa sfida della mobilità) e favorisca quel clima di civiltà dove sia garantita la sicurezza e la certezza delle regole senza le quali non è possibile immaginare alcuno sviluppo.

Il Partito Democratico o è al servizio della nostra comunità o, semplicemente, non ha un senso.

Un progetto che ha come presupposto l'apertura e un'idea libera della politica capace di mettere in discussione conservatorismi e rendite di posizione che finiscono per danneggiare la stessa società locale.

Non ci serve una palestra politica che si consumi in interminabili riflessioni interne o che ricerchi equilibri interni sempre più bizantini e complicati.

Non serve la politica se non sa arrivare al cuore ed al cervello delle persone in carne ed ossa che si guadagnano faticosamente la vita, se non sa produrre quel qualcosa di più in termini di idee e persone capaci e disinteressate al servizio del bene comune, se non sa nutrirsi di una partecipazione ampia e libera.

Io penso che sia arrivato il tempo per coinvolgere in ruoli di massima responsabilità, a tutti i livelli, una generazione di giovani che ha iniziato ad impegnarsi nella politica e nella società ben dopo la caduta del muro di Berlino.

Abbiamo bisogno della loro freschezza e delle loro qualità.

Ne abbiamo bisogno per ricercare un'identità laica, fondata su principi saldi, valori forti e programmi chiari e che possa mescolare culture e provenienze non attraverso la distribuzione di posti e incarichi senza i quali qualcuno si sente discriminato ma con la pratica di un incontro vero, sulle cose, che si accompagni ad una selezione della classe dirigente fondata sulle capacità e sul merito.

Questo è lo spirito di servizio con il quale intendo propormi ad un ruolo così impegnativo di responsabilità politica.

Come esponente di una generazione che non deve abbandonare il campo ma che deve vivere con crescente generosità il proprio compito: mettendosi a disposizione di idee e persone più giovani, chiamandole allo sforzo dell'impegno e della responsabilità.

Siamo il Paese più vecchio del mondo.

La gerontocrazia affligge qualsiasi livello della vita politica, economica e sociale della nostra nazione.

Viviamo immersi in una società caratterizzata da un welfare che toglie ai giovani ogni giorno uno spicchio di speranza sul futuro e che costringe le famiglie e le generazioni più anziane a farsi carico di scampoli di una assurda compressione di intelligenze e di energie.

Non possiamo criticare questo, denunciare l'assurda vecchiezza (anche mentale) del nostro Paese se non sappiamo nemmeno iniziare a pensare tragitti diversi dove - almeno in Emilia Romagna, almeno nella nostra provincia, almeno nel Partito Democratico- si possa mettere alla prova una nuova classe dirigente.

Questo non è un proposito ma, in totale franchezza, l'unico motivo che sento possa dare un senso all'impegno che mi propongo di assolvere al servizio del Partito Democratico.

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