giovedì 1 luglio 2010

Cacciari e il totosindaco di Bologna


"Il Pd ha voglia di perdere"
L'intervista all'ex sindaco di Venezia: "Se c'è un candidato forte e condiviso da tutti, le primarie non si fanno. Cosa c'è da discutere?"

di SILVIA BIGNAMI da Repubblica


«Al Pd di Bologna servirebbe uno sfidante leghista per Palazzo D' Accursio. Uno che si muova alla selvaggia pescando anche tra gli scandali. Così forse i vostri dirigenti si sveglierebbero». L' ex sindaco "filosofo" di Venezia Massimo Cacciari, che per la sua successione ha sostenuto alle primarie Giorgio Orsoni, calca la mano sul Pd bolognese. «Dopo una serie di mostruosi errori, mi sembra abbia solo tanta voglia di perdere».


Non le piace proprio la discussione sulle primarie in atto sotto le Due Torri. «No, perché questi pazzi del Pd continuano a suicidarsi in questo modo. La questione è lapalissiana: se c' è un candidato forte e condiviso da tutti, le primarie non si fanno. Se c' è una minoranza che non è d' accordo, le primarie si fanno. Che c' è da discutere?».


Alcuni temono che le primarie non siano vere. Che il Pd si metta d' accordo su un candidato e poi faccia primarie "blindate". Come fu con Flavio Delbono. «Ma chi l' ha detto che le primarie di Delbono non furono vere? Furono verissime, c' era una maggioranza schierata con lui, e lui ha vinto. Che si vuole fare: impedire a chi ha la maggioranza di candidarsi perché poi vince? Non esistono primarie vere o false. Esistono primarie, punto. O si fanno o non si fanno. Il Pd si divide sulle primarie perché è diviso sui temi politici di fondo. Discuta di quelli, non di metodologie. E cerchi di recuperare voti».


Lei pensa che il Pd rischi di perdere di nuovo, come nel ' 99? «Se ci fosse un Guazzaloca il rischio sarebbe grande. La vittoria del Pd comunque dipenderà molto da chi candideranno. Se sarà una personalità forte, credibile, riuscirà a far dimenticare il Cinzia-gate. Se invece sarà un candidato debole, come era debole Delbono nonostante le primarie, rischiano di non scrollarsi di dosso quell' ombra. E poi ovviamente dipende anche da chi candida il centrodestra».


La Lega Nord potrebbe presentare un proprio pretendente per Palazzo D' Accursio. «Questa sarebbe una mossa intelligente. Un leghista a Bologna non vincerebbe, ma la sua candidatura avrebbe comunque un grande significato nello scacchiere politico nazionale. E anche per il Pd sarebbe utile».


In che senso? «Nel senso che un leghista "di lotta più che di governo" potrebbe dare una scossa anche al Pd. Potrebbe cavalcare gli scandali giudiziari in maniera più spregiudicata di un "moderato" del Pdl, e questo potrebbe dare ai Democratici la sveglia di cui hanno bisogno, se comprendessero il significato politico nazionale di questa mossa. C' è però anche il rischio opposto,e cioè che contro un leghista il Pd pensi di avere già vinto. Che si sieda sugli allori. Bisogna vedere se saprebbero capire la situazione».


Chi vedrebbe bene come sindaco? «Quelli che conosco io sono un po' datati . Qualche anno fa avrei detto senz' altro Fabio Roversi Monaco. In ogni caso credo si debba cercare un candidato trasversale, di prestigio, credibile. Un altro che vedrei benissimo è Ivano Dionigi. Ma credo sia impossibile, visto che è diventato rettore da appena un anno».


Per ora l' unico ad aver alzato la mano è l' italianista Gian Mario Anselmi. «Lo conosco. E' bravo e simpatico».


E Romano Prodi? Il Pd non ha perso ogni speranza con lui. «Quella di Prodi è una candidatura del tutto scontata. Con lui si andrebbe sul sicuro, anche se candidarlo vorrebbe dire che il Pd non è stato capace di attuare un ricambio della classe dirigente. In ogni caso, se fosse disponibile, nessuno potrebbe dirgli di no».

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