domenica 4 luglio 2010

Giuliano Urbani presidente della SIPRA?



La concessionaria pubblicitaria della RAI potrebbe essere presto presieduta da uno storico amico e alleato di Berlusconi
I consiglieri di opposizione protestano, Garimberti rinvia le nuove nomine al 7 luglio
da il Post del 2 luglio 2010


La SIPRA è la società concessionaria che gestisce la pubblicità della RAI, su tutti i mezzi e le piattaforme: radio, televisione e internet. Il governo sembra intenzionato a nominare alla presidenza della SIPRA Giuliano Urbani, già co-fondatore di Forza Italia, ministro dei beni culturali durante il secondo governo Berlusconi e autore di una controversa legge sul diritto d’autore e il peer-to-peer. Il consiglio di amministrazione è però spaccato sulla sua nomina, tanto che il presidente della RAI Paolo Garimberti ha rinviato le nuove nomine al 7 luglio. I consiglieri di opposizione Giorgio van Straten e Nino Rizzo Nervo hanno lamentato infatti la scelta di nominare a capo della concessionaria pubblicitaria della RAI un uomo così vicino a Berlusconi, che nel settore pubblicitario e televisivo possiede enormi interessi economici. Tra l’altro, Urbani della RAI è già stato consigliere di amministrazione: e molti si ricordano le intercettazioni del 2007 che lo mostravano chiamare Agostino Saccà – allora presidente di RAI Fiction – per chiedere un trattamento di favore per la società di produzione della sua compagna.
Il pedigree di Urbani non è l’unica obiezione che viene mossa alla sua nomina e in generale al piano del direttore generale Masi sulla SIPRA. Un’altra viene rivolta con molta educazione da Paolo Conti sul Corriere della Sera di oggi.


Secondo lo schema Masi, per la prima volta la Sipra verrebbe guidata da un consiglio di amministrazione interamente composto da personaggi esterni a viale Mazzini (Mauro Miccio, Ugo Zanello e Gianni Galoppi). Non si tratta di un dettaglio secondario. Fino a oggi in quel cda sedevano dirigenti interni Rai proprio per assicurare una ovvia cinghia di trasmissione tra l’azienda di servizio pubblico e la consociata che l’alimenta per la metà (il resto è canone). Se il pacchetto di nomine fosse confermato, la Sipra potrebbe decidere qualsiasi rotta strategica all’insaputa della Rai. Il che è allarmante, per chi paga il canone.


La Sipra è la cassaforte di una Rai chiamata a competere duramente con l’avversaria Publitalia di Mediaset su ogni minima fetta di pubblicità in una stagione di dura crisi nel settore. Sono d’obbligo scelte che sgancino Sipra, nel nome del servizio pubblico, da qualsiasi possibile legame esterno all’azienda per battersi in piena libertà: e nel contempo assicurino solidi collegamenti strategici con la Rai. È vero, Urbani è stato anche consigliere di amministrazione e nessuno può dire che non si sia battuto per rendere la Rai competitiva. Ma la sua identità politica necessariamente lo collega a un ambito ben preciso, quello berlusconiano, e il cda Rai è un organismo collettivo.


Da autentico liberale qual è, Giuliano Urbani sicuramente capirà le sincere ragioni di chi spera che la sua straordinaria esperienza di studioso prestato alla politica possa essere al più presto messa a disposizione di un’altra esperienza. Diversa dalla Sipra.

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