venerdì 16 luglio 2010

Laicità o intolleranza?


Francia, Assemblea nazionale approva bando del velo integrale.
Il testo, fortemente voluto da Sarkozy, vieta burqa e niqab in tutti gli spazi pubblici. Approvato con 335 voti a favore e un solo contrario. Socialisti, comunisti e verdi non hanno partecipato al voto.


PARIGI - L'Assemblea nazionale francese ha approvato oggi in prima lettura il progetto di legge per mettere al bando il velo integrale islamico 1 su tutto il territorio della Francia. Il testo, fortemente voluto dal presidente Nicolas Sarkozy e osteggiato dalla comunità islamica, è stato approvato dalla schiacciante maggioranza dei deputati, con 335 voti a favore e un solo contrario. I socialisti, comunisti e verdi hanno deciso di non partecipare al voto. La Francia, che conta la più grande comunità musulmana d'Europa (tra i 5 e i 6 milioni di persone), punta a un divieto generale del burqa e del niqab in tutto lo spazio pubblico, incluse strade e piazze. Il Belgio è stato il primo Paese in Europa a varare, lo scorso aprile, una legge che prevede il divieto assoluto 2 di indossare il velo islamico. Nel corso del voto all'Assemblea nazionale, il partito della maggioranza di destra (Ump) e i centristi del Nouveau centre si sono espressi a favore della messa al bando. Mentre oltre ai socialisti (Ps) e ai comunisti (Pcf), non ha partecipato al voto nemmeno il gruppo dei Verdi, che in un primo tempo aveva annunciato di voler votare contro. L'unico esponente del partito comunista ad aver partecipato alle votazioni è stato André Gerin, presidente della Commissione di inchiesta sul velo integrale, che si è espresso a favore della norma. Il Senato francese esaminerà il progetto di legge sulla messa al bando del burqa e del niqab dopo la pausa estiva, il prossimo settembre, e non dovrebbero esserci ostacoli per la sua approvazione finale.Il testo votato oggi, presentato dal ministro della Giustizia, Michele Alliot-Marie, prevede il divieto di indossare il velo integrale in tutti i luoghi pubblici. La normativa prevede una multa di 150 euro e/o l'obbligo di corso di educazione civica per le donne che portino il velo integrale in pubblico, e 30mila euro di multa per gli uomini che obblighino donne a indossare l'indumento. La sanzione può salire a 60.000 euro se le vittime dell'imposizione sono minorenni. Mariti o conviventi che obbligano le loro compagne a indossare il velo saranno inoltre suscettibili di arresto fino a un massimo di un anno e potrebbero essere condannati a pagare un'ammenda di 15mila euro. Non mancano problemi, però, soprattutto dal punto di vista giuridico. Sono in molti a dubitare che questa legge possa superare il vaglio della Consiglio Costituzionale (l'organismo che veglia sulla congruità delle legge con la Costituzione). Del resto, in un parere non vincolante, il Consiglio di Stato (la più alta corte amministrativa del paese) ha espresso forti riserve sul divieto generalizzato, raccomandando di limitarlo solo ad alcuni luoghi pubblici (amministrazione, trasporti, negozi). Non a caso il capogruppo della stessa Ump, Jean-Francois Copé, ha avvertito di voler egli stesso rivolgersi al Consiglio Costituzionale per verificare che la normativa sia conforme alla carta fondamentale francese. L'opposizione socialista critica duramente la legge per la sua incertezza giuridica, e avverte che una bocciatura del Consiglio costituzionale sarebbe un "regalo inestimabile agli integralisti che tutti combattiamo". Molti inoltre ricordano che a portare il velo integrale sono al massimo 2.000 persone su una popolazione francese complessiva di 65 milioni e giudicano la legge "fatica sprecata".

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