lunedì 4 maggio 2009

8 settembre


Mentre è ancora in dubbio la collocazione europea dei futuri eletti del PD, pare che qualcuno sollevi anche il problema della collocazione italiana. E' la Stampa a titolare (qualche settimana fa): «Casini spera in Bersani per attirare i cattolici Pd». Nell'articolo si parla di Letta e Rutelli, reduci da quel convegno di Todi in cui si mostrarono parecchio interessati ai disegni di Casini e soci. Di Letta ormai si sa. E di Rutelli? Vabbè...

La declinazione riminese (in tutti i sensi) di queste manovre, che dà adito a tutte le illazioni possibili, sono le dimissioni del segretario cittadino del PD Luigi Bonadonna. A suo dire, rese necessarie dalle modalità (sovietiche, sempre a suo dire) con cui sono state designate le candidature dei consiglieri provinciali.

Non che crediamo che le modalità di selezione del gruppo dirigente del PD riminesi siano nè trasparenti nè tantomeno meritocratiche, proprio no. A noi piacciono le primarie, da sempre.

Ma questa guerra di correnti (di fazioni, per meglio dire), di capi bastone (parola non nostra), di ex-questo o ex-quello (Bonadonna esterna in rete senza nemmeno parafasare...), di camerieri e yes-man che eseguono gli ordini di padroni e padroncini per ritagliarsi il proprio angolo di futuro (?) potere, remando contro (questo si'!) in piena campagna elettorale, fanno davvero sperare che quel che di buono stanno creando i circoli riminesi del PD e le sue parti ancora sane, riesca a spazzare via questa concezione inqualificabile (qui stavolta siamo noi a parafrasare) di fare politica.


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