venerdì 29 maggio 2009

IN TANTI PER DEBORA.
























In tanti per Debora. Mercoledì sera nel bel mezzo di un diluvio universale la sala del Buonarrivo si è riempita all'inverosimile per conoscere da vicino Debora Serracchiani.

Ci eravamo detti: si sostiene una candidatura almeno per tre fatti: le capacità, il merito e non da ultimo il mondo che rappresenta.
Del mondo che rappresentasse ne eravamo già sicuri: il nostro, quello della base, ma vorrei dire piuttosto quello del PD.
Non è retorica, è metodo: Debora è stata indicata direttamente dai circoli della sua regione (l'avremmo dovuto fare tutti quanti, e lo ha detto lo stesso Franceschini), Debora ha letto il codice etico che ha dovuto sottoscrivere per la candidatura dentro questo codice ci sta scritto il nostro dna e tutto il nostro metodo: una volta eletti i candidati si impegnano a mantenere un forte legame con i territori, lo devono fare con ogni strumento esistente o da inventare perché ci sia una sempre più stretta relazione tra la propria azione e le elaborazioni della base. Da ultimo: Debora è sottoposta ad una esposizione mediatica che nessun candidato alle europee ha, questo lo riconosciamo e le basterebbe forse per assicurarsi l’elezione, ciononostante setaccia i territori, passa di circolo in circolo, macina chilometri nel nord-est e non solo.




Delle capacità: ne dico una che mi è balzata agli occhi in modo chiaro: è la sintesi. Nei modi e nei concetti. A San Giuliano l'abbiamo sempre detto: in un PD che ha l'obiettivo di fare ponti tra mondi diversi e vuole risolvere le distanze non con le poltrone ma con la sintesi delle scelte, il minimo comun denominatore è l'unica via. Abbiamo dei valori comuni ampiamente espressi nel nostro statuto e codice etico, ma partiamo spesso da punti diversi: da qui facciamo un percorso che produca la sintesi, perchè poi dobbiamo scegliere.

Del merito: Ha il merito di rappresentare tutto quell’ottanta per cento del mondo e di cittadinanza attiva che va avanti indipendentemente dalla querelle politica e che - soprattutto - non si riconosce con quel 20% ben amministrato dai big. Alla domanda provocatoria “non andare in Europa perché da rivoluzionaria che sei diventi ortodossa” ha risposto quello che risponderei io: se mi costringi tra rivoluzione e ortodossia io sto nel mezzo, semplicemente perché è lì che c’è il pd. E’ la normalità che ci contraddistingue e che andiamo esprimendo nelle iniziative e nei concetti da oltre un anno anche nel circolo del PD di San Giuliano. Da qui: se la normalità diventa rivoluzionaria testimonia solo il livello (basso) a cui siamo arrivati.

Per me, votare Debora Serracchiani è mettere un ditino in più nella porta di questa nuova politica, per contribuire ad aprirla e liberarla. E' anche il modo per mandare un messaggio chiaro: allargare il campo e fare di un politico non un "arrivato", ma uno "al servizio" non vuol dire essere rivoluzionari ma essere persone normali.

In tanti potremmo essere Debora Serracchiani – dico questo non per fare di ogni erba un fascio o per sminuire il profilo politico di Debora, ma per costringerci a uscire dalla pigrizia mentale per cui c’è sempre qualcuno più in alto che ha le idee e le forze per indirizzare. Questo lo pratica sempre Berlusconi, ma anche molti nel nostro centro-sinistra.
Partiamo dalla normalità del fatto che siamo in tanti a poter metterci in gioco e che abbiamo le carte giuste per assumerci le nostre responsabilità e per ricoprire ruoli anche molto importanti come quello a cui Debora è candidata, anche se – per dirla con Debora – “Non siamo figli di - o rappresentanti di quella o questa corrente”.

Roberto

2 commenti:

  1. ciao roberto,
    un altro merito di debora serracchiani sta nel far luce, con l'esposizione mediatica a cui è sottoposta, anche su altre persone che lavorano con entusiasmo e che ci sarebbe difficile conoscere senza gli incontri che la vedono protagonista.
    ho macinato 350 chilometri, per venirvi a trovare da bergamo, ma ne è valsa la pena.
    grazie per l'accoglienza (e anche per lo scambio di vedute post-incontro, e per il materiale elettorale).
    santini e pieghevoli hanno invaso le strade di bologna!
    felice di avervi conosciuti.
    ciao,
    iride

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  2. Grande Iride!
    Questa è la rete che ci salverà. Tante ultime ruote del carro (a San Giuliano ci rappresentiamo così) che però macinano km e messe assieme sono una potenza.
    Un abbraccio,
    Roberto

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