sabato 30 aprile 2011

SULLA MIA VITA SCELGO IO


Oggi sit-in in piazza Ferrari alle 10: SULLA MIA VITA SCELGO IO


"Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Costituzione, Articolo 32.


Noi associazioni aderenti al Coordinamento Laico Nazionale, siamo portatrici di diverse opzioni filosofiche, esistenziali e confessionali, eppure unite dai seguenti principi e intendimenti:


➔ la difesa e il rispetto dell'autodeterminazione terapeutica, diritto soggettivo e perfetto, garantito dall'articolo 32 della Costituzione;
➔ l'opposizione, con fermezza, al ddl Calabrò, che di questo nostro diritto fa strage;
➔ la difesa della laicità delle Istituzioni, nella consapevolezza che è questa la premessa ineludibile per il rispetto di tutte le molteplici diversità presenti nella società italiana, sempre più plurale: diversità politiche, religiose, etniche, di genere e di orientamento sessuale;
➔ la difesa dei principi della Costituzione e dello stato di diritto, consapevoli che la vita del diritto e il diritto a una vita e a un fine-vita autodeterminato s'intrecciano indissolubilmente.


L'articolo 32 della Costituzione riconosce ad ogni singola persona il diritto di non curarsi, anche se tale condotta può esporla al rischio della morte e, se alcune cautele sono necessarie, esse attengono unicamente alla verifica della reale volontà dell'individuo e alle garanzie che a questa devono essere prestate.


Il consenso espresso dall'individuo è l'unico presupposto per la liceità dell'attività del medico, al quale non è riconosciuto un generico diritto di curare a prescindere dalla volontà dell'ammalato.


Se tale diritto viene riconosciuto in maniera indiscutibile a chi è in grado di intendere e di volere, negarlo a chi ha perso queste capacità significa disconoscere il suo essere “una persona”. Significa negare la condizione di individuo a coloro che hanno perso le capacità intellettive e volitive. Significa spogliarli dei loro diritti, calpestare la loro dignità e la negare loro la libertà di coscienza.


Il solo pensiero che la violenza di un trattamento sanitario possa essere imposto ad una persona anche in presenza d'una esplicita volontà contraria dovrebbe giustamente spaventarci da un lato e, dall'altro, stimolarci alla ribellione civile. E senza dubbio questa violenza va definita come inutile e crudele.


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