sabato 2 aprile 2011

SANGUE BLU E TENDE BLU



















Il no alle tendopoli da parte delle regioni - a parte qualche affermazione fuoriluogo da parte dei presidenti leghisti - è un no di responsabilità che ancora una volta segna il passo su un governo ideologico e bloccato.

Cosa dicono le regioni (da sinistra a destra seppur con più o meno sfumature di senso)? Affermano di fatto questo:
a) che l'emergenza non può essere affrontata - nè da un punto di vista tecnico nè da un punto di vista "estetico" - con una strategia di tipo militare ivi comprese - se non per prime - dunque le tendopoli (Vendola)
b) che l'emergenza non può trovare soluzioni calate dall'alto e men che meno utilizzare formule (le tendopoli) che sono di fatto ghetti (che facilmente scivolano nel dimenticatoio) ad alta pressione esplosiva (Polverini)
c)che l'emergenza è umanitaria e che quindi si deve operare a 360° mettendo a frutto tutte le leggi e gli accordi europei e internazionali validi per tali tipi di emergenze: ergo uscire dall'angolo in cui la nostra politica estera è finita (Errani).

Detto ciò, perchè le tendopoli invece vanno bene al governo?
Vanno bene a certa propaganda che non punta a risolvere le situazioni dolorose e spinose come l'emergenza umanitaria che dobbiamo affrontare, ma piuttosto a fare azioni di marketing politico. Le abbiamo già viste sui tg le panoramiche sulle ordinate tende blu col logo del ministero degli interni, e contemporaneamente abbiamo visto i recinti da cantiere che le delimitano e le dita dei ragazzi magrebini aggrappate - un po'come dei confinati.

Risolvere la situazione oggi necessita di operare con serietà a 360°: applicare ad esempio le leggi europee per il ricongiungimento familiare (per cui gran parte delle persone migranti si ricongiuggerebbe con le proprie famiglie spesso oltralpe), operare di concerto con le associazioni di volontariato per distribuire sul territorio nazionale i profughi dando loro un'accoglienza più umana e meno impattante sulle piccole comunità locali, operare politicamente sui paesi di provenienza (questo sembra averlo però finalmente capito il premier che lunedì volerà a Tusini). Insomma gestire l'emergenza oggi significa farsi carico di un grosso problema e non di un'ennesima operazione di marketing politico (ma del resto l'han già fatto sulla pelle degli italiani - L'Aquila docet) o - peggio - non mettere in piedi un programma efficiente perchè la tensione può far comodo a qualcuno (perchè si è permesso di concentrare per settimane 15.000 migranti a lampedusa su una popolazione di 8.000 lampedusani?).

Ma questo il governo non lo fa, non lo può fare o non lo vuole fare, almeno per ora. Perchè? Una risposta c'è, ed è che il governo - ostaggio della lega - ci vuol far credere maldestramente che da un lato è efficiente nel gestire l'improvvisa emergenza (anzi "invasione", per usare una terminologia leghista) impiantando alcune tendopoli sul territorio nazionale dalla sera alla mattina, dall'altro che queste persone che vengono dall'altra parte del mediterraneo stanno più che bene nelle tendopoli: perchè non sono proprio come noi (e questo evidentemente con gran godimento della lega).
Insomma, non hanno il sangue blu, ma solo tende blu.

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