venerdì 17 settembre 2010

Fassio candidato sindaco a Torino. Finalmente un uomo nuovo...



Da lo Spiffero di giovedì 16 Settembre 2010
Adunata di reclute e riservisti per lanciare la candidatura di Fassino. L’accordo su Quagliotti segretario provinciale sembrerebbe assicurare il sostegno di Chiamparino. Tra i supporter Salza, i vertici dell’Unione industriale e della Fiat. Piccolo problema: come vendere un usato sicuro senza che appaia la rottamazione di un politico in disarmo

È l’ora del presentat’arm. Tra i dirigenti del Pd che hanno vissuto la lunga stagione del Pci sembra di essere ritornati ai bei tempi. Nonostante la consegna del silenzio, gli esponenti più vicini a Piero Fassino scalpitano impazienti. Appare imminente l’ufficializzazione della candidatura dell’ex segretario diessino a sindaco di Torino, soprattutto dopo che il più temuto contendente, Francesco Profumo, avrebbe maturato la decisione di ritirarsi dalla competizione. Pur tra mille cautele, ieri sera, nell’accampamento fassiniano si respirava un’atmosfera degna delle elettriche vigilie di campagna elettorale in via Chiesa della Salute. Le verifiche sull’esito dell’incontro tra il rettore del Politecnico e Pier Luigi Bersani, hanno confermato le indiscrezioni trapelate nel tardo pomeriggio di ieri. Quindi, adelante Piero con juicio.

Fassino ha deciso di correre per conquistare la poltrona di Palazzo di Città rispettando per filo e per segno un copione ampiamente collaudato. Il primo atto è l’arruolamento di una vasta schiera di supporter nel partito e in questa direzione ha a sua disposizione munizioni eccellenti. La firma più importante sul libro dei sostenitori parrebbe quella di Sergio Chiamparino, il quale obtorto collo avrebbe siglato con il suo vecchio compagno di partito una sorta di patto di non belligeranza, ottenendo in cambio quelle “garanzie” che da mesi chiede ad ogni aspirante successore: valorizzare il patrimonio amministrativo dei suoi due mandati (magari evitando di aprire quei cassetti in cui sono contenuti imbarazzanti verità sui conti) e assicurare per sé un ruolo pubblico (politico o bancario). A suggellare l’avvenuta intesa sarebbe l’elezione di Giancarlo Quagliotti alla segreteria provinciale del Pd, al posto dell’imbarazzante Gioacchino Cuntrò. Un accordo in via di definizione proprio in queste ore e che vede un fedelissimo del sindaco, il capogruppo in Sala rossa Andrea Giorgis, nel ruolo di mezzano.

Tra i personaggi influenti su cui Fassino dovrebbe poter contare spicca il nome di Enrico Salza, l’ex presidente del Comitato di gestione di Intesa-Sanpaolo che ha deciso di sancire la sua rentrèe nell’agone politico e di gettare il suo peso nella competizione elettorale della prossima primavera. L’adesione del sindaco e del banchiere faranno da battistrada ad una nutrita pattuglia di dirigenti, quadri e militanti del Pd. Ma la partita più importante si giocherà fuori dal recinto del Pd e del vasto mondo del centrosinistra.

Fassino è politico troppo collaudato per non capire che il suo problema è quello di non apparire come un candidato d’apparato. Per sventare questo pericolo l’ex leader diessino ha già pronto un lungo elenco di sponsor eccellenti. Tra i primi ci sarà senza dubbio il presidente degli industriali torinesi Gianfranco Carbonato, che già deluso dal flirt estivo con il centrodestra e il governatore sub-iudice Roberto Cota, ha deciso di tornare alla tradizionale concretezza di via Fanti.

Non è difficile prevedere che anche la Fiat farà sentire la sua voce a supporto di Fassino che con i piani alti del Lingotto ha una lunga consuetudine di buoni rapporti, incominciati negli anni ’80 quando era il giovane responsabile della sezione fabbriche della federazione comunista. In quel periodo Fassino divenne l’artefice sotto la Mole della famosa proposta del “patto tra produttori” che gli spalancò le porte degli uffici di Luca Cordero di Montezemolo prima e di Cesare Romiti poi.

Anche nella Torino degli intellettuali e della cultura gli ambasciatori dell’ex ministro sono già al lavoro per dar vita ad un manifesto pro Fassino. Insomma, tutto è pronto per dare il via alla gioiosa macchina da guerra e c’è da scommettere che le altre candidature o si squaglieranno come neve al sole o assumeranno i contorni delle mosse per aprire fin da subito la trattativa sulla spartizione dell’eredità Chiamparino.

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