L’iniziativa del Circolo PD di San Giuliano era in cantiere da molto prima che scoppiasse il “caso Englaro”. E questo perchè i temi etici o bioetici, più complessivamente, si rifanno al tema di fondo dei diritti civili (e questo aggettivo non è casuale ovvero si tratta di diritti che attengono alla civiltà), al tema della laicità, che non è l’alternativa all’essere cattolico anzi è la garanzia del rispetto per ogni persona, quale che sia il suo credo e, conseguentemente, per i ruoli, stato/ gerarchie ecclesiastiche. In questo senso è stata davvero clamorosa la risposta del consigliere regionale di FI, Lombardi ad una precedente, accorata critica di don Renzo Gradara (direttore Caritas Rimini) che si era espresso contro le “ronde”. Dice Lombardi: lo Stato non è la Chiesa!
Da incorniciare. Poi è vero che su questi temi gli approcci sono diversi, le sensibilità pure ed è per questo che il confronto deve passare dai Circoli. I “valori”, che costituiscono i tratti identitari di ogni partito, non si trasmettono per decreto o per circolare e neanche con le dichiarazioni dei leaders. Bisogna parlare e discutere con le persone, ma senza strumentalizzazioni laddove, invece, troppo spesso questi temi sono stati usati dai capicordata per redigere steccati ed alzare il prezzo delle trattative e dei ricatti (il PD dei laici, quello dei cattolici, quello della famiglia, quello che vorrebbe il testamento biologico, quello della libertà di coscienza...).
E allora è vero, come sosteneva Cosentino, che bisogna stare attenti a non rompere i fili che, ai vertici, tengono unito il PD, non “abboccare” all’amo di chi spera nella frantumazione dell’unica forza politica ancora in grado di contrastare il centro destra, di non tornare all’infatilismo gruppettaro che oltre la carenza di un vero progetto, sconta anche la mancanza dei luoghi di discussione, che riesuma “giovani antichi” in cerca di un po’ di spazio da ricavarsi sulle disgrazie politiche, che ripete i difetti della politica (incarichi, visibilità) senza una vera meta. Ma per mandarlo avanti, questo progetto, non possiamo aspettarci o aspettare la fusione ai vertici, tra gli ex di una parte e dell’altra, ma dobbiamo perseguire quella tra i cittadini, perché c’è tanta gente orfana di rappresentanza, priva di un punto di riferimento credibile capace di porsi in alternativa a PDL. Sono quei 10 punti di cui parlava ieri Diamanti su La repubblica, sono i 10 punti che ci hanno fatto perdere la Sardegna con un galantuomo di candidato. Ed il problema non si apre solo sui temi etici, ma non diversamente sui rapporti coi sindacati, sul conflitto d’interessi…
Perché tra la gente, fondere le speranze è possibile senza distinzioni pregiudiziali tra cattolici, riformisti o atei. Ed è proprio perché veniamo da esperienze diverse, il rispetto della persona, (quindi della sua dignità, quindi della sua libertà) è il punto d’incontro che deve risultare più facile, se no su cosa possiamo intenderci? Su cosa possiamo costruire un sistema valoriale in antitesti coi disvalori berlusconiani? Ed è oramai evidente che i temi etici non configurano interessi snobistici ed intellettuali. Attorno questi valori ruota un modello di società sulla quale la chiarezza non è rinviabile. E questa affermazione va in risposta a quanti (anche dentro il PD) sostengono che i problemi veri sono altri: la crisi economica, la precarietà del lavoro, la casa…Vero! Ma il fatto è che il riconoscimento e l’attuazione dei diritti civili non hanno costi! Ed è ancora vero che in gioco c’è non un oggetto, il testamento biologico, ma il senso vero della libertà di ognuno di noi! Convengo che su temi che coinvolgono indistintamente tutti i cittadini di destra e di sinistra occorrerebbe attivare un dialogo anche con la maggioranza, ma qui sta la mistificazione nella quale, questa è la mia invocazione, il PD non deve cadere: la legge che dovrà essere votata, deve colmare un vuoto storico, dare la possibilità di decidere della propria vita (non della morte che, per dirla con Epicuro, quando c’è lei non ci siamo noi e viceversa), ferma restando la libertà per chi crede che la vita non sia la sua, di decidere diversamente. La proposta attualmente in commissione, è la negazione di questo principio di scelta e di libertà, soprattutto all’art. 5 dove si fa comunque divieto di interrompere l’alimentazione cosiddetta (non a caso) forzata. Dunque il dialogo si interrompe in partenza, anzi la proposta di legge lungi dall’ammettere la scelta, impedisce, obbliga tutti a seguire un’unica, eventuale, sorte.
Ecco i cittadini laici, ovvero rispettosi, non possono accettare questo né da uno Stato, che, peraltro, la nostra Costituzione subordina al valore primario della persona, né da un Partito cui nessuno (al di là della passione che può animarci) delega la propria vita. Che senso ha invocare la “libertà di coscienza” dei parlamentari cui abbiamo affidato le prospettive del nostro futuro? La libertà scatta nel momento in cui ognuno di noi (parlamentari compresi) dovrà decidere se adottare o meno il testamento biologico e non nel riconoscimento del diritto, qui non ci sono deroghe altrimenti si può legittimare tutto, anche le ronde o le classi separate per i bambini immigrati. L’invito è ai Circoli, ai nostri rappresentanti nazionali e locali perché prendano esplicitamente posizione e facciano arrivare la loro voce al nostro nuovo Segretario nazionale.
Franceschini, con atto di grande valore, appena nominato, ha giurato sulla Costituzione che, all’art. 32 sancisce l’autodeterminazione di ogni persona in merito al trattamento sanitario. Senza il testamento biologico, quel principio non potrà mai dirsi attuato.
Grazia Nardi
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