sabato 14 marzo 2009

DI NUOVO SULLA CITTA' SENZA AUTO


In seguito agli stimoli di approfindimento sul sensibilissimo tema della pianificazione territoriale innescati dai "rospi e porcospini" di Gilberto Mangianti, proseguiamo la collaborazione con Alberto Rossini pubblicandone l'intervento qui di seguito.


A proposito di città senz’auto.
Il tema della qualità della vita e della bellezza delle città passa per forza di cose da come realizziamo il sistema della mobilità delle persone e delle merci nello spazio urbano. Ciò vale sia in relazione alle scelte da compiere qui e ora, sia nelle decisioni da prendere per il futuro. Per dirla molto concretamente la città che avremo domani sarà figlia di quanto facciamo oggi.
Tuttavia solo progettando un territorio in cui l’auto non sia più al centro di ogni esigenza di spostamento potremo pensare di avere una qualità urbana migliore, oltretutto più ricca di occasioni di incontro tra le persone. E’ questo il tema che pone Legambiente.

Sono convinto che ormai l’automobile sia un prodotto che ha esaurito storicamente il proprio ciclo di vita, lo dico senza attribuire a tale valutazione alcun valore ideologico. E’ sufficiente guardare una qualsiasi città italiana per capire che così non è più possibile continuare. Le auto sono troppe. Ci sono 754 veicoli ogni 1000 abitanti. I centri storici sono soffocati dalle auto e dai camion che ovunque trasportano e consegnano merce. L’inquinamento è un problema che genera costi sociali elevatissimi e incide sulla salute di tutti noi. Non possiamo più tappare il buco con una pezza. Dobbiamo radicalmente e velocemente mutare comportamenti e abitudini. Non basta produrre auto che inquinano meno. E’ il sistema della mobilità che va ripensato ripartendo da una nuova idea di città.

Abbiamo costruito città pensando che le persone potessero abitare lontano dai luoghi di lavoro e di offerta dei servizi tanto poi le auto le avrebbero trasportate da un luogo all’altro. Così abbiamo creato quartieri poveri di servizi e di spazi da vivere: quartieri dormitorio, luoghi insicuri, in cui mettiamo telecamere a circuito chiuso o peggio ancora mandiamo le ronde.

E’ la pianificazione territoriale che ha fallito.
Nel nostro territorio la situazione non è molto diversa. Ci sono 843 veicoli ogni mille abitanti, contro la media regionale di 804. Per ogni km di strade in provincia ci sono 118 auto. Nel comune di Rimini sono ben 180, se le mettessimo tutte in fila rimarrebbero appena 190 metri per circolare!
I dati del trasporto pubblico non sono migliori. Solo l’8% dei residenti lo usa abitualmente. Ma solo il 3% per andare al lavoro. Insomma il trasporto pubblico è in prevalenza utilizzato da studenti senza patente, pensionati ed extra comunitari. La ricerca di Legambiente informa che trascorriamo oltre 500 ore l’anno in macchina, più o meno fermi. La velocità media di percorrenza in città è intorno ai 20 km l’ora. E’ la stessa di un carro ai tempi dei romani.

C’è un dato ancora più importante e preoccupante. Un recente studio eseguito da T Bridge e Agenzia Mobilità stima che i costi dovuti a problemi di emissioni, di congestione, di incidenti e di rumori derivanti dal traffico siano nel comune di Rimini pari al 14% del PIL, insomma 490 milioni di euro della nostra ricchezza se ne vanno letteralmente in fumo.
Bisogna cambiare. Vi sono ragioni economiche, di tutela dell’ambiente e della qualità della vita che ci costringono a farlo. Ciò è ancora più vero in un territorio a vocazione turistica come il nostro.

Per guardare al futuro in modo diverso sono necessarie alcune cose:
· in primo luogo deve essere limitato, per non dire impedito, il fenomeno della dispersione insediativa. Non possiamo permettere che aumenti il numero delle abitazioni costruite in campagna, completamente fuori dalle zone urbanizzate. I piani strutturali in particolare quelli dei comuni delle vallate del Marecchia e del Conca debbono andare in questa direzione applicando, prima possibile, gli indirizzi e le norme del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale;
· occorre rilanciare e favorire il trasporto pubblico, migliorando e potenziando l’offerta mettendo in relazione tra loro tutti i poli funzionali che attraggono flussi. L’accordo triennale appena stipulato con la Regione, che prevede un finanziamento triennale dal 2008 al 2010 per oltre 12 milioni di euro per ciascun anno, con un incremento di un milione di euro nel giro di tre anni, va nella direzione giusta. Ci aspettiamo molto, inoltre, dall’introduzione del biglietto unico integrato (STIMER) che consentirà di viaggiare sia in autobus che in treno in tutta la Regione con un solo biglietto o abbonamento. Ciò vale già oggi per chi possiede un abbonamento annuale;
· vanno avviate alcune sperimentazioni. L’esempio migliore è il trasporto a chiamata appena intrapreso in Val Conca. E’ possibile prenotare il viaggio di un mini bus che indicando l’orario e la fermata passerà a prenderci e a riportarci quando desideriamo. Insomma è una sorta di taxi collettivo a tariffa contenuta che unisce flessibilità di orari e comodità di trasporto.

Tutto ciò però non è sufficiente perché per arrivare a raggiungere uno standard di mobilità di livello europeo abbiamo bisogno di realizzare tre grandi infrastrutture: il trasporto rapido costiero, la terza corsia dell’A 14 e la nuova statale adriatica.
Il TRC deve essere attuato e l’ultima delibera del CIPE ci mette in condizione di farlo, per avere un potente asse di collegamento tra Rimini e Riccione, sul quale innestare un nuovo e più efficace assetto dell’intero trasporto pubblico locale. Offrendo a quanti si muovono tra Rimini e Riccione un’ alternativa all’uso dell’auto. Così potremo liberare il lungomare dalle auto per viverlo sia di giorno che di notte, d’estate e d’inverno.
La terza corsia, i cui lavori sono in fase di avvio, ci consentirà di avere un traffico più snello e di essere più raggiungibili evitando congestioni e code nei momenti in cui il turismo d’affari o balneare richiama la maggior parte dei nostri ospiti.
Infine, per ultima ma non per importanza, c’è la nuova statale adriatica. Ovvero l’opera che ci permetterà di spostare il traffico di collegamento lungo la costa più a monte, rendendolo più scorrevole ma soprattutto libererà spazi che potranno essere usati per nuove corsie preferenziali per gli autobus consentendo quindi al trasporto pubblico di mettersi in concorrenza con l’auto privata.
Le cose da fare sono definite. Per molte siamo alla fase operativa. Per la SS16 si tratta, invece, di arrivare finalmente ad un accordo con Anas per avere i finanziamenti necessari in tempi certi, visto che è un’opera il cui onere economico non è a carico della Provincia e dei Comuni, nonostante ciò abbiamo cofinanziato il progetto e siamo pronti a fare la nostra parte anche per la realizzazione.

Il quadro delle azioni è completato dalle misure riguardanti la mobilità costituita dalle piste ciclabili e dalla messa in sicurezza delle strade esistenti.
C’è molto lavoro da fare, ma la direzione di marcia e le strategie generali sono state individuate in maniera precisa. Possiamo vincere la scommessa di avere un territorio che fa della sostenibilità ambientale ed economica il proprio punto di forza. Gli obiettivi sono chiari e non debbono essere modificati.
Insomma nonostante qualche inciampo il futuro è in movimento.

Alberto Rossini
Assessore Mobilità e Pianificazione Territoriale
Provincia di Rimini

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