giovedì 7 gennaio 2010

Veneto moves on


Veneto. Bortolussi, direttore degli Artigiani di Mestre: «Il Pd deve darmi risorse. Disposto anche ad appoggiare la Puppato e l'Udc De Poli»
Si è stupito: «Una sorpresa».

Ma non si è tirato da parte: «Se me lo chiedono sono a disposizione. Ma a determinate condizioni. E la prima è che devono sapere che io non sono un allineato».

Giuseppe Bortolussi, 61 anni, direttore della Cgia di Mestre, da anni paladino degli artigiani e delle piccole e medie imprese, dal 2005 assessore in Comune di Venezia, è pronto a rispondere sì se il Pd lo inviterà a candidarsi alla presidenza della Regione Veneto nella sfida contro il leghista Luca Zaia.

Bortolussi, è stato Cacciari a proporla?«Con Cacciari non ne abbiamo mai parlato. Me l’aveva buttata là, una volta, Giaretta, quando mi aveva invitato a tenere una lezione alla scuola del partito: "Tu saresti bravo". E anche Variati e Zanonato: "Potresti farlo tu". Pensavo fossero battute».

Nel caso accetterebbe?«Perché no? Ma bisogna vedere se questa proposta ha gambe per camminare. Teniamo presente che Zaia è in gamba, è uno che ti fa correre, il che fa bene al Veneto per farlo uscire dal suo "ghetto"».

Cosa vuol dire?«In Veneto non sappiamo valorizzarci. Abbiamo una agricoltura di eccellenza, il migliore biologico, dovremmo investire nelle energie rinnovabili. Nella produzione siamo la seconda regione per export, nei servizi abbiamo un turismo invidiabile. Ma non sappiamo valorizzarci. Zaia è su questa strada, è pragmatico. Ma secondo me il centrosinistra potrebbe fare meglio».

Quindi se glielo chiedono si candida a governatore?«Se me lo chiedono, ci sto. Ma a tre condizioni. La prima è che siano convinti loro: che poi non mi vengano a dire che certe mie posizioni non vanno bene».

Si riferisce alla politica fiscale?«Intanto premetto che Galan per me non è stato un presidente malvagio, anzi. Ma si può fare meglio di lui e io sono disposto a dimostrare che è possibile. Ma che non mi vengano a dire che bisogna essere allineati perché tra Visco e Tremonti io preferisco Tremonti. L’ho già detto e lo ridico».

Le altre due condizioni?«La seconda è che ci siano le risorse, i soldi per la campagna elettorale. Non puoi fare le nozze coi fichi secchi quando devi batterti con Zaia che ha il vento in poppa. E poi bisogna vedere che programma c’è».

Lei che programma avrebbe?«Io sono convinto che ci voglia un piccolo, sano campanilismo veneto per puntare su una eccellenza che faccia bene a tutto il paese».

Con chi? Pd e chi altri?«L’Udc. E poi chi vuole si aggrega».

Ma partirebbe dai centristi.«Sì. E sarei anche più avanzato di loro. Se qualcuno ha dubbi venga a vedere cosa ho fatto a Venezia, ad esempio la battaglia per liberare campo San Giacometto dai banchetti».

E pensa che potrebbe farcela?«Vincere in Regione? No. Il segnale da dare è un altro: che la Lega non dilaghi. E creare alleanze per il futuro. È chiaro che stavolta non vinci, però abbassi lo scalino per la prossima volta. Getti il seme per il 2015. E questa è la nostra chance».

Dei vari possibili candidati finora emersi dentro e fuori il Pd veneto chi le piace di più?«Per me il candidato che ha un valore aggiunto è Laura Puppato. Gli altri no. Per Puppato sarei disposto a impegnarmi e a darle una mano. E anche se fosse l’Udc Antonio De Poli. Ma, ribadisco, con un programma serio e preciso».

Però dice che si perderebbe.«Calma, la partita non è scontata, si potrebbe dare del filo da torcere a Zaia. E proprio perché è in gamba».

Com’è stato il centrosinistra in Regione?«Non siamo stati molto determinanti. Penso alla sanità, c’è da ridurre i tempi di attesa. E poi sulla sicurezza è vero che i miracoli non li ha fatti neanche la Lega, ma noi potremmo essere più incisivi».

Quante tessere di partito ha avuto?«Una sola, quella del Pci dal 1975 al 1990. Sono istintivamente un "cacciariano": lui nel 1990 fondò la lista Il Ponte. E mi riconosco in Cacciari anche nella denuncia degli errori del governo Prodi nei riguardi dell’impresa».

Guardi che Cacciari nel 2000 perse in Regione.«Lo so, ma allora dobbiamo tirarci indietro? Io ci tengo al Veneto. E so che noi possiamo offrire al Veneto un programma migliore della Lega».

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