lunedì 25 gennaio 2010

Clamoroso, Bersani: "Anch'io avrei votato per Vendola"


Bersani non si e' fatto sfuggire la ghiotta occasione per liberarsi dal giogo dalemiano in occasione delle primarie in Puglia e ha fatto sue le condiserazioni proprio di Nicky Vendola: "Hanno un rapporto nevrotico con la modernità e non hanno mai davvero chiuso i conti col passato. Ma di tutta la grande narrazione politica comunista, quelli come D'Alema hanno conservato un solo tratto, il fascino supremo del comando. L'illusione di poter imporre alla base qualsiasi scelta, per quanto impopolare, in nome del fine superiore del partito. Soltanto che questo fine superiore non esiste più. E alla lunga, senza un'utopia, una trascendenza, la gente prima o poi si stufa di obbedire".

L'impressione è che il "poi" sia arrivato di colpo, oggi, qui, in Puglia. Dove il Pd di D'Alema (ah, no, di Bersani...) rischia di correre incontro a una crisi dura, non soltanto locale, ma nazionale. Per la tigna dalemiana, per incapacità di fiutare il vento, per il "rapporto nevrotico con la modernità", và a sapere. Per dirne una, pare che tra i più delusi ci sia addirittura il Presidente del Consiglio.

Ma nei discorsi, negli umori, nei segni sparsi per le strade non c'è stata partita. Almeno a Bari e dintorni, dove si è giocata, cifre alla mano, la metà della partita. Bastava confrontare la mestizia delle sedi del Pd con l'allegra sarabanda giovanile di Fabrica, il quartier generale di Vendola. Confrontare i muti e radi manifesti di Boccia con gli squillanti e felicemente populisti del Comandante Nichi, "Solo con(tro) tutti". Misurare con lo sguardo i luoghi della contesa. Mentre i dirigenti del partitone viaggiavano per salette da convegno, sezioni desertiche e studi televisivi, Vendola attraversava bagni di folla e prenotava per il gran finale Piazza Prefettura, roba da ventimila persone, che soltanto il Berlusconi dei tempi d'oro è riuscito a riempire con un comizio. L'altro giorno è arrivato finalmente a Bari il segretario Pier Luigi Bersani per sostenere la candidatura di Boccia e l'evento non è riuscito a colmare le trecento poltrone di una sala della Fiera. E lì Bersani ha capito. "Voterei anch'io per Vendola, basta con D'Alema".

E a Rimini?

Chi è il Boccia (nel senso di Francesco) della situazione? E chi il Vendola?

Certo a Rimini la partita non è per le primarie alla Regione, la partita è tutta congressuale. Nel nostro PD. In ballo ci sono le cariche di segreteria (provinciale e comunale).

Chi avrà il coraggio suicida di indossare i panni del Boccia locale? Perchè chi pensa al PD di Rimini, pensa che finalmente qualcosa di nuovo ci sia, la Primavera riminese è pronta a dare l'assalto al cielo. E se la qualità che esprime ha un'identità tutta sua (a partire dal fatto che la Primavera riminese è tutta quanta con i piedi ben piantati dentro al PD), per la gente che mobilita e l'entusiasmo che scatena assomiglia molto di più a Vendola che a D'Alema (o Bersani).

P.S. In realtà Bersani non si è espresso affatto come abbiamo scritto. Ma ci sarebbe proprio piaciuto.

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