mercoledì 6 ottobre 2010

IN UN PAESE NORMALE


Oggi parliamo di gay. E di due fatti di questi giorni apparentemente indipendenti.

Fatto 1.
E' ufficiale, Tiziano Ferro è gay, alleluja. (qui la grande notizia su Repubblica)
Forse è stato il recente coming out di Richy Martin a convincerlo, forse è una boutade, chissà. Detto ciò, se non è opportuno seguire i boom mediatici e gli scoop o le confessioni tardive dei divi, non è nemmeno necessario liquidare tutto nel limbo del chissenefrega (cosa che avremmo invece fatto se vivessimo in un paese normale). Infatti, da un lato si può riflettere sulla fatica che nel nostro show-biz (popolato per lo più da fenomeni da baraccone, detto in un certo senso in senso buono, e cioè da soggetti che dovrebbero ricercare costantemente modalità per differenziarsi rispetto ai competitors sullo stesso mercato) si trovi facilità a affrontare con semplicità e naturalezza la propria omosessualità. Dall'altro si può riflettere come queste "confessioni" (perchè purtroppo poi alla fine vengono trattate come tali) tuttavia siano benefiche, perchè per quanto tardi arrivino producono comunque dei modelli - spesso in positivo. Quindi benvenga, soprattutto se questi modelli spesso sono quelli che parlano alle nuove generazioni.

Fatto 2.
Arriva alla nostra modesta redazione una mail dell'associazione PD-3D che ci racconta di un fatto accaduto proprio in questi giorni all'associazione AzioneGayLesbica. Quest'associazione deve produrre un gadget con una veste grafica coordinata e personalizzata (quello in foto). Una volontaria dell'associazione contatta una ditta emiliana (dunque non lontano da noi) e si accorda per preventivi e tempi di stampa, senza specificare l'associazione per cui sta operando, non ritenendolo - come ovvio - necessario ai fini della realizzazione del prodotto/servizio. Bene arriva il giorno in cui si spediscono i file di stampa, nel giro di qualche ora la ditta risponde con un telegrafico:
"Buonasera, spiacenti ma per motivi di etica la Direzione rifiuta la commessa, cordiali saluti"
E' una cosa stupida, forse. Un banale gadget, non è la fine del mondo e si troveranno altre imprese pronte a stampare. Ma fa un po' rabbia.

A noi, fa poi rabbia perchè la legge Concia (quella affossata, per intenderci dalla Binetti & Co.) avrebbe seriamente invitato la ditta a riflettere bene su quel rifiuto, perchè pur nella libertà di stampare o meno il gadget, certamente non avrebbe potuto scegliere di non stamparlo per motivi di "etica", in quanto la legge Concia avrebbe sancito come - soprattutto in materia di legalità - almeno secondo le leggi dello stato sarebbe stata l'omofobia a non essere stampabile e non viceversa.

Non ci resta che consolarci con il coming out di Tiziano Ferro e lo invitiamo a prendere i contatti con la ditta di gadgettistica emiliana e a chiedere un preventivo per la stampa di alcune decine di migliaia di suoi Cd (fanno anche questo). Poi però lo invitiamo per trasparenza a mandare loro anche l'articolo di Repubblica e vediamo cosa gli rispondono.



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