Dell'articolo che segue non ci sentiamo di condividere in toto il suo messaggio. Tuttavia ci sentiamo pero' di condiviere la posizione secondo la quale, finalmente, i partiti (in particolare il PD, che e' l'unico partito vero) stiano riprenendo in mano la regia della politica. E' vero che il PD lo sta facendo non per esplicita scelta, ma un po' obtorto collo al fine sbrigliare le situazioni piu' critiche, ma puo' essere un punto di svolta. Nel Lazio l'azione di Zingaretti pare essere stata molto saggia, in Puglia (a cui si riferisce esplicitamente l'articolo che segue) speriamo tutti che si provveda alle primarie e di farla finita con i diktat senza strategia. Insomma, di fatto sono stati due commissariamenti, due esautoramenti per due segretari regionali eletti giusto un paio di mesi fa...
Corsi e ricorsi. Leggiamo: “Il mandato espolorativo conferito a… prevede che nel giro di 36-48 ore dovrà sentire tutti i partiti dell’opposizione… per verificare se esiste la possibilità di costruire una coalizione più ampia possibile di centrosinistra sul nome di un candidato… in cui non sia escluso nessuno“. No. Non state leggendo un comunicato della presidenza della Repubblica degli anni 70. Non si tratta delle convulsioni della formazione di un ennesimo governo della Dc di Rumor, Andreotti e compagnia. Lo so, il linguaggio è uguale. Ma qui la vicenda si ripete come… farsa. Parliamo, infatti, della scelta della segreteria del Pd di affidare ad un suo membro l’esplorazione di una coalizione per la prossima campagna elettorale regionale in Puglia.
Allora si trattava di formare il governo del Paese. Qui stiamo parlando, nientemeno, che di un “mandato esplorativo” per formare una “coalizione” locale che poi si batterà alle elezioni per governare una… Regione! Lì il mandato esplorativo lo conferiva il Capo dello Stato e lo riceveva un tizio che rappresentava un partito che aveva comunque conseguito una maggioranza in Parlamento. Qui è la segreteria nazionale di un partito che, in nome del federalismo, conferisce “mandati esplorativi” per fare ciò che ad un partito spetterebbe fare in prima persona, come attività ordinaria e funzionale: verificare l’esistenza o meno di un’alleanza elettorale possibile sulla base di proposte e programmi.
Che confusione. Perché succede? La verità è che la mossa del Pd nasconde il tentativo di far convivere due cose opposte: la sopravvivenza di un sistema elettorale che, in questi anni, ha millantato una presunta innovatività fondata sulla personalizzazione esasperata del governo locale, e la riscoperta di una funzione dei partiti.
Il caso Puglia (ma è lo stesso per quello campano o veneto o di altre regioni) è la prova dell’implosione del modello dei cacicchi: l’idea che ai partiti si sostituisca la moltiplicazione di ras locali che per alcuni sociologi adulatori, specie meridionali, avrebbero dovuto rappresentare – dicevano proprio così senza senso del pudore e del limite – “l’irruzione inevitabile del cesarismo e della personalizzazione nella competizione politica”.
E’ così che sono cresciuti i cacicchi locali: frotte di stralunati esibizionisti, di piccoli e tronfi Cesari condominiali che scambiano la guida di una Regione o di un Comune italiano per il governo della Ruhr o dello Stato della California. Il sindaco di Bari per gareggiare alla Regione pretendeva una legge ad caciccum che gli garantisse (in caso di sconfitta vogliamo sperare) di potere restare al suo posto attuale. Pazzesco.
Il “mandato esplorativo” comunicato dalla segreteria del Pd è certamente vecchiotto e demodè. E tuttavia è un segno: con drammatico ritardo e con grande confusione i partiti cercano di riappropriarsi di una funzione di indirizzo. Sarà pure tristanzuola e manifestazione di difficoltà politica la scelta del “ mandato”, ma è la prova che l’ora dei cacicchi è passata e che si riaffaccia quella dei… partiti. Noi che siamo rimasti tenacemente attaccati all’idea forza del ritorno al paese normale la preferiamo. Ma non siamo così sicuri della coerenza dello sforzo. Speriamo bene.
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